Ogni anno sono quasi 500mila gli italiani che tornano dai viaggi portando con sé un ricordino decisamente poco piacevole: un’infezione resistente agli antibiotici. Si tratta, in poche parole, di un disturbo di tipo intestinale, respiratorio o cutaneo che non risponde a nessun tipo di antibiotico. È l’allarme lanciato dagli esperti del Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica – Gisa, in occasione del convegno Antimicrobial Stewardship Toscana, svoltosi a Pisa lo scorso 12 giugno.
Gli esperti sottolineano che il rischio è particolarmente elevato negli under 30, sono loro i viaggiatori più numerosi e, soprattutto, si spingono negli angoli più remoti del mondo, dove la probabilità di incontrare batteri resistenti è maggiore. Secondo i dati raccolti, circa il 25% dei viaggiatori di rientro da mete esotiche è colonizzato da germi resistenti agli antibiotici. I batteri resistenti – proseguono gli esperti – sono presenti e quindi entrarci in contatto nei paesi del Sudest Asiatico, Africani e Sudamericani e in tutte le nazioni a basso-medio reddito. Al rientro in Italia i viaggiatori colpiti, oltre alla propria salute, possono arrecare danno anche ai familiari più vicini e comunque nella propria comunità. Se contagiati da questo tipo di germi antibiotico-resistentisi, si possono sviluppare malattie come infezioni urinarie o respiratorie, ma soprattutto ci si può trasformare in un deposito di batteri ad uso e consumo delle persone più fragili, come anziani o soggetti con malattie debilitanti.
È quindi importante cercare di non incorrere in queste malattie, mettendo in atto alcune strategie di prevenzione. Vaccini ne esistono per poche malattie come il tifo ad esempio purtroppo, per la maggioranza di queste forme batteriche non esistono ecco perché è di fondamentale importanza conoscere la situazione sanitaria di quel determinato posto approfonditamente quando si scelgono le vacanze. Inoltre, è opportuno osservare alcune norme igieniche, con un po’ di pazienza, perché sono di fondamentale importanza. In caso di incontri sessuali ravvicinati, l’unico metodo per non contrarre malattie è il preservativo, però, affinché faccia bene il proprio dovere, il preservativo da indossato fin dal primo momento, quindi sempre, per qualsiasi tipo di rapporto di abbia, che sia vaginale, anale oppure orale. Altrettanto importante è lavarsi scrupolosamente le parti intime e in generale lavare bene le mani ogni volta che è possibile, con sapone e acqua calda. Altra fonte di contaminazione sono il cibo e l’acqua corrente, entrambi possono contenere batteri responsabili di gastroenteriti debilitanti e difficili da sconfiggere. L’acqua idonea ad essere bevuta è quella imbottigliata, mai bere da fonti non conosciute. I cibi vanno sempre consumati cotti e fumanti. La frutta e la verdura cruda, il ghiaccio, i cibi preparati con ingredienti crudi vanno evitati perché a rischio di contaminazione. Per qualsiasi disturbo è bene rivolgersi al medico, per evitare che un lieve malessere possa trasformarsi in qualcosa di serio.
Sahalima Giovannini