Per milioni di bambini e ragazzi italiani si prospettano tre meravigliosi mesi di piena libertà, di riposo, giochi e se possibile poco studio. Un sogno per loro, un piccolo, grande incubo per mamma e papà che devono essere certi di lasciare il proprio bambino in mani sicure e, se possibile, di farlo anche divertire un po’.
Non è più come una volta
È innegabile che la situazione del nostro paese sia tra le più difficili da gestire in Europa. Solo a noi, infatti, i ragazzi possono godere di tre mesi abbondanti di vacanze, rese necessarie dal caldo che rende impossibile concentrarsi sui banchi si scuola. Vacanze lunghe che sono però abbinate a un vuoto organizzativo totale da parte delle istituzioni, lasciando i genitori nel più totale abbandono per quanto riguarda la gestione dei figli negli oltre 90 giorni di riposo estivo. Le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori devono quindi sborsare cifre non indifferenti per assicurarsi che i figli siano al sicuro, seguiti e che impieghino bene il loro tempo. Il problema è che la società è profondamente cambiata. Fino a una generazione fa si poteva contare su nonni, zii, parenti che ospitavano il bambino in campagna: perché l’Italia, una volta, era soprattutto un paese rurale e una casetta o una cascina c’era sempre, per trascorrere lunghe ore nel caldo secco e torrido, a scoprire insetti, nidi di uccelli e a raccogliere fiori e bacche.
Provare a organizzarsi in città
Oggi tutto questo è cambiato: anche i nonni vivono in città e spesso nemmeno nella stessa di figli e nipotini. Certo, se ci sono nonni che non abitano troppo lontani e che sono disponibili si può cercare di contare su di loro, sempre che siano disposti a portare i bambini fuori almeno per qualche ora al giorno, magari una volta la settimana in una piscina o a un parco divertimenti, per dare al bambino la giusta dimensione della vacanza. Se poi si è molto fortunati, questi stessi nonni hanno anche una casa al mare o in montagna e possono essere disponibili a ospitare i nipoti. È bene ricordare che per molti nonni gestire un bambino può essere un impegno gravoso, oltre che una responsabilità, quindi è bene accertarsi che siano davvero convinti di lanciarsi in questa avventura. Per le tre settimane di giugno, una scelta sempre valida è quella rappresentata dagli oratori, che pur essendo di matrice cattolica sono quasi sempre aperti anche ai bambini di altre religioni. I costi sono davvero contenuti perché gli oratori si avvalgono dell’aiuto di volontari. Ai bambini viene assicurato il pasto di mezzogiorno e la giornata passa tra giochi, un po’ di compiti, qualche escursione tra il ludico e l’educativo.
Se si opta per il campo estivo o parent’s sharing
A fine giugno solitamente l’offerta degli oratori viene meno e alle vacanze dei genitori mancano ancora quattro settimane. Cosa fare? Oggi la scelta dei campi estivi è davvero sconfinata: tra campeggi, vacanze multi sport, settimane organizzate nella natura ce n’è davvero per tutti i gusti, ma i costi possono lievitare: si parte da un minimo di 400 euro la settimana a 700-800 e più. Costi difficili da sostenere per più di una settimana e se si deve sistemare più di un figlio. Si può optare per una via di mezzo: una settimana al campo estivo e il resto del mese a casa, magari affidandosi a una bay sitter che si occupi di più di un bambino, solo se sono abbastanza grandicelli. Negli ultimi anni si sono diffuse anche soluzioni di emergenza, come affittare una casa non troppo cara per tutto il mese di luglio in due o tre famiglie ed a turno prendere una sola settimana di ferie, sarà un solo genitore alla volta ad occuparsi di cinque o sei bambini tutti insieme. Il divertimento è assicurato e la spesa, tutto sommato, contenuta. È però necessaria una organizzazione ferrea e spirito di adattamento, soprattutto da parte degli adulti è una sorta di parent’s sharing.
Giorgia Andretti