Quest’anno il commercio punta sull’anticipo della stagione degli sconti per recuperare gli effetti della crisi, ma non tutte le offerte sono un affare. Ecco il decalogo per spendere bene.
Il clima è ancora quello delle feste, ma i saldi sono già alle porte. Anche quest’anno la stagione degli sconti è stata anticipata, nella speranza di recuperare gli effetti negativi della crisi. E in gran parte delle regioni la corsa al risparmio prenderà il via sabato 2 gennaio. Sarà cosi in Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia e Veneto. Bisognerà attendere domenica 3 gennaio in Calabria, martedì 5 in Abruzzo e Liguria, giovedì 7 in Molise, Toscana, Umbria e nella provincia di Bolzano e di Trieste. Chiudono la Sardegna (8 gennaio) e la Valle D’Aosta (19 gennaio). Ora, se, nelle scorse settimane, avete “giustamente” rinunciato all’acquisto del maglioncino che vi piaceva tanto è arrivato il momento di gettarsi nuovamente nella mischia dello shopping per concludere l’affare. Facendo però bene attenzione che di affare si tratti. Non tutti quel che luccica sui cartellini dei saldi, avvertono, infatti, le associazioni dei consumatori, è oro.
Quando lo sconto è truccato
In un periodo di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo è dunque importante pretendere, cercare e trovare “saldi veri”. L’opzione non può essere data per scontata. Un’indagine condotta lo scorso anno da Altroconsumo in cinque grandi città italiane, ha dimostrato che i saldi si trasformano in un gioco allo sconto truccato per un negozio su cinque. Nel 20% delle 178 boutique visitate dall’associazione, sono state riscontrate “subdole manomissioni sui prezzi nel periodo dei saldi”. “Il fine – spiega Altroconsumo – è di fare del “sensazionalismo” sulle percentuali di sconto per attirare i clienti, rinunciando il meno possibile al loro margine di guadagno. Quando non sono fittizi, gli sconti sono pompati: si maggiora artificialmente il prezzo pieno, lo si sconta con una percentuale consistente che attira i consumatori, cosicché il prezzo finale risulta di poco più basso rispetto a quello di partenza. In pratica si gioca sull’illusione del grande risparmio, mentre si tratta di pochi spiccioli. Prezzo pieno, percentuale di sconto, prezzo finale. Sono tre elementi imprescindibili per determinare la correttezza dell’informazione quando si compra in saldo. Però non bastano, perché occorre che tutti e tre siano dotati della stessa caratteristica: la veridicità. Sui cartellini – conclude l’associazione – spesso si perde qualche pezzo o, peggio ancora, viene alterato un elemento chiave come il prezzo di partenza. È successo nel 44% dei negozi visitati”.
Il decalogo della Federconsumatori
Per questo la raccomandazione principale delle associazioni dei consumatori, compresa la Federconsumatori che ha messo a punto un vero e proprio decalogo, è di “verificare prima della partenza dei saldi, il prezzo pieno del prodotto che si intende comperare, se possibile, anche fotografandolo con il telefono cellulare per avere una testimonianza certa. Solo in questo modo sarà possibile valutarne la reale convenienza”. Ci sono poi altri consigli preziosi che Federconsumatori invita e tenere presente prima di lanciarsi nello shopping.
Matteo De Matteis