Violenze sulle donne, vogliamo parlare di Siffredi e company?

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Violenze sulle donne, vogliamo parlare di Siffredi e company?

violenza sulle donne

La domenica sera sono solita guardare Giletti in televisione, tratta sempre argomenti interessanti sia di politica sia di mal gestione pubblica e sociale. Due domeniche fa ha ospitato Rocco Siffredi, nell’intervista ha raccontato come vive la sua vita tra le scene reali del set e la vita reale vissuta nei suoi affetti famigliari. Fin qui, nulla di male, ognuno può vivere e mostrare la propria sessualità come meglio crede, può mostrarla e diffonderla attraverso il mondo dei video disponibili nei circuiti editoriali o più banalmente attraverso la rete internet. Entrando più in dettaglio tra le scene raccontate, Siffredi ha introdotto il tema della violenza nelle scene dei suoi film e delle attrici ben disposte ad esibirsi in queste scene. Sinceramente non avevo dato più di tanto peso a questa intervista, come anticipato, ognuno può fare ciò che vuole del suo corpo.

La domenica successiva, le ospiti sono state due attrici in look total bianco e dal sorriso angelico. Il contenuto dell’intervista, aveva qualcosa di familiare con quella di Siffredi, banalmente era il proseguimento al femminile della puntata precedente. Le due ragazze, famose attrici di … italiane, sbandieravano a piena voce la potenza espressa ed esercitata dalla violenza nelle scene d’amore, il tutto definendo l’abbinamento come l’espressione più naturale del mondo. Molto incuriosita sono rimasta ad ascoltare fino al termine la duplice intervista, ovviamente sono state intervistate due voci fuori dal coro, due posizioni contrarie, una totalmente negativa di matrice cattolica, ed una positiva asserendo che la violenza ci può stare in un rapporto se si è consenzienti. Io avrei aggiunto: – Non si ravvede la violenza se è la donna a richiederlo e se le immagini della violenza stessa non siano diffuse pubblicamente. In questo modo non si stimolano credenze inappropriate allo spettatore, casuale o meno, del tipo: amore è anche violenza.

Incuriosita sono andata alla ricerca su internet per capire cosa girasse sui monitor a questo proposito.  Cliccando Rocco Siffredi appaiono molte pagine e gridi tutte dello stesso tenore: – Rocco Siffredi ha perso la testa … è diventato il mostro sadico che maltratta Kayla Green e Misha Cross. Le sottomesse attrici …. subiranno la violenza sessuale dal più noto attore disturbato nel settore porno.  – Rocco Siffredi è un attore …. maleducato che ama abusare delle sue attrici.  La violenza in questi video è esibita con schiaffi, tirate di capelli e tanto altro, ma è soprattutto l’immagine della donna ad essere denigrata, sdoganando la violenza e sessualità come il piacere massimo da lei richiesto. Io ho sempre pensato che la sessualità debba essere vissuta da pari, è infatti, la cosa più bella che ci sia nella vita e non deve essere vissuta come atto di sottomissione totale all’uomo. Inoltre, considerato la disponibilità di questi video anche ai ragazzini e adolescenti, in internet è tutto libero e gratuito, che immagine diamo loro della donna? Ciò che viene recepito da un adolescente privo di esperienze è che la donna ha piacere ad essere violentata e maltrattata, proprio come le due attrici pubblicamente in televisione hanno affermato.

La sola legge non garantisce le donne dalle convinzioni sbagliate, il 15 ottobre del 2013 è stata varata la legge  n° 119

Il tema della legge sono le disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché’ in tema di protezione civile e di commissariamento delle province.

La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Le Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, risultano rafforzati dalla tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime. L’art. 1 della dichiarazione ONU così si esprime: – è violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Prosegue con gli atti persecutori dal cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio.  La Convenzione di Istanbul firmata nel 2011, è il primo strumento internazionale sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. L’elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione.

 

Purtroppo le leggi sono di scarsa utilità se a contrastarle ci sono immagini che fanno passare come socialmente accettata la violenza sulle donne in ambito sessuale. Tutti sappiamo bene quanto siano potenti e penetranti i messaggi sotterranei, proprio come quelli lasciati passare da internet sulle menti ancora plasmabili degli adolescenti.

 

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia clinica

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