Sono in molti a lanciare messaggi contrastanti sulla legge entrata in vigore lo scorso 12 agosto: ”Quote rosa nei CdA delle aziende pubbliche e nelle quotate in borsa”. Da una parte, tante donne a reclamare un diritto oltre all’impegno della Fondazione Bellisario che per anni si è battuta per veder riconosciuta la possibilità di avere una parte dei posti nei CdA. Dall’altra, altre donne, appoggiate anche dal direttore del quotidiano Libero, sostengono che non è necessario avere una riserva per legge, le donne brave e preparate possono farcela senza alcun privilegio legale. Come di consueto la cognizione su cosa sia preferibile per le donne è sempre opinabile. Personalmente e non perché sono una delle associate della Fondazione Bellisario, ritengo sia un bene poter disporre delle quote rosa per legge. Con questa legge vengono ad essere accettate da tutti, ad ogni livello e quindi anche in famiglia, le potenzialità delle donne, ovvero la possibilità di occupare un posto nelle stanze dei bottoni, là dove vengono prese le decisioni importanti. E’ la convinzione sulle reali capacità delle donne che attraverso la legge dobbiamo far cambiare. Qualcuno potrà replicare: a questo ci ha pensato anni fa il movimento delle femministe e da ultimo “Se non ora quando”. Vero, ma un conto è un movimento ideologico ed altro è una legge dello stato che sancisce un diritto fondamentale delle donne.
La legge sulle quote rosa non deve essere vista solo come una opportunità per un gruppo eletto di donne, al contrario abbiamo il dovere di introdurla nelle nostre famiglie, dobbiamo trasformare questa legge in una norma socialmente approvata all’interno del nostro nucleo famigliare. Dobbiamo insegnare alle nostre figlie a non arrendersi mai davanti a nessuno, solo così le donne nel prossimo futuro non avranno bisogno di una legge per occupare i posti importanti, perché saranno nate e cresciute in un contesto dove naturalmente sapranno essere donne, mamme, femmine, amanti ma anche capaci di dare e fare esattamente come il migliore degli uomini.
Espresso la mia personale opinione, questa sera nella sede della Fondazione Bellisario festeggeremo la nomina della dott.ssa Tarantola a presidente del CdA della RAI e la dott.ssa Luisa Todini a consigliere. Tutte noi della Fondazione ci sentiamo premiate per questa conquista, domani pubblicherò qualche foto.
9 Comments
Sì, è vero che teoricamente, avendo le donne gli stessi diritti degli uomini, non ci sarebbe bisogno di una legge per far acquisire loro il diritto a essere presenti in politica, pubblica amministrazione, imprese eccetera … ma le quote rose ci sono state in paesi ben più avanzati dell’Italia, cioè i paesi scandinavi dove la parità esiste davvero. Quindi, ben vengano …
e per quanto riguarda l’educazione, è giusto insegnare alle figlie femmine a farsi rispettare e a non fermarsi davanti a nulla per realizzare i propri sogni. Ma è altrettanto importante che le mamme dei maschietti insegnino a considerare l’altro sesso come “persone” e non come “femmine”… il cambiamento può partire solo da uomini più aperti e in Italia ne vedo pochi, anche solo all’interno delle famiglie, dove – dati alla mano – le donne lavorano ma sono sempre loro a occuparsi di pulizia, figli, cucina, spesa e animali domestici… Parlo per esperienza personale
Io ho due maschi e vedo che hanno già la deprecabile tendenza a considerarsi “migliori” (sarà già il testosterone??), assecondati dalla visione del nonno che si fa perfino mescolare lo zucchero nel caffè dalla moglie e che non si cambia la camicia se lei non gliela mette lì pulita…
Anche io ho due figli maschi, lavoro facendo i turni e mi smazzo dalla mattina alla sera per riuscire a fare tutto quello che c’è da fare in casa. Cerco di educarli al rispetto del mio lavoro di donna in casa ma anche qui tra mio padre che si fa servire di tutto punto da mia madre e lei lo fa puntualmente ed i suoceri che girano allo stesso modo, lo vedo duro il cambiamento. Forse con una legge che stabilisce la vera parità tra l’uomo e la donna nel lavoro può essere utile anche a noi per educare i nostri figli al vero cambiamento
Beh io penso che abbiamo gia fatto grandi passi avanti rispetto agli anni 70, ora ci sono donne che portano le metro, gli autobus, lavorano negli uffici pubblici ecc ecc… Il tempo e la nuova educazione che avranno i nostri figli e nel vedere nelle case entrambi i genitori lavorare, sarà il modo migliore per cambiare in molte cose la mentalità maschilista.
Io sono favorevole alla legge sulle quote rosa. Ciò che mi stupisce è come può essere necessaria ancora oggi, nel 2012, una legge che tuteli i nostri diritti di donne, quando le discussioni sulla parità dei sessi dovrebbero essere già riposte in archivi storici. Purtroppo devo associarmi a quanto detto da Roberta, nelle nostre stesse case ci sono esempi di discriminazione nei confronti del mondo femminile. Il cambiamento a livello nazionale ( e mondiale) può avvenire solo se iniziamo ad attivarlo dal basso, principalmente dall’educazione che impartiamo ai nostri figli, maschi o femmine che siano, i quali a mio avviso devono crescere abbandonando totalmente il concetto di discriminazione. Con l’occasione voglio ricordarvi un principio fondamentale sancito della nostra Costituzione, l’art. 3, il mio preferito:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Una norma che esiste da oltre 60 anni e alla quale ancora oggi non viene dato il giusto valore da parte dei cittadini.
io sono favorevole alla riserva di legge. Ci sono dei posti in cui le donne non potrebbero arrivare non perchè non sono preparate, ma perchè inghiottite da una società ancora troppo “al maschile”….Pensate a tutte le discriminanti cui è sottoposta una donna se decide di diventare mamma….
non dovrebbe essere necessaria una legge che sancisca il diritto di ogni donna a lavorare e a dimostrare quanto siamo capaci. Ma dal momento che la legge c’è, credo sia giusto sfruttarla per far vedere veramente chi siamo… sono sempre stata dell’idea che noi donne abbiamo molte più capacità di tanti uomini. Dobbiamo solo avere la possibilità di dimostrarlo.
Anche io credo che non dovrebbe esserci bisogno di una legge che stabilisca chi debba accedere ad un posto di lavoro o meno…ma purtroppo la meritocrazia, in Italia, non è un principio “valido” …ne abbiamo tanta di strada da fare…