La certificazione per lo sport dovrà essere rilasciata dal pediatra

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La certificazione per lo sport dovrà essere rilasciata dal pediatra

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Negli ultimi anni i decessi di giovani sportivi in campo, famosi e non, hanno indotto le istituzioni ad adottare normative per evitare che le morti improvvise in concomitanza della pratica sportiva si verifichino ancora. Tra queste, era stato stabilito che i centri sportivi e le palestre più grandi si dotassero di un defibrillatore, ossia di un dispositivo in grado di rimediare all’arresto cardiaco fino all’arrivo dei soccorsi. Altra lodevole iniziativa è stata quella di rendere obbligatorio, per i bambini di età scolare che praticano sport, l’elettrocardiogramma, un esame che valuta la funzionalità del cuore. Dopo varie declamazioni sull’obbligo della certificazione anche per le attività amatoriali, finalmente è arrivata chiarezza sul tanto discusso certificato necessario per far seguire ai bambini le attività ludico-motorie. In un primo momento la certificazione era necessaria, previo un EEG, anche per far partecipare i bambini all’attività sportiva di tipo amatoriale. E’ stato infatti approvato il D.L. il 9 agosto nell’ambito del decreto a nome: Fare.
La competenza del certificato è del pediatra di base
E’ stato stabilito l’obbligo della certificazione per la pratica sportiva non agonista, il nulla osta deve essere rilasciato dal medico o pediatra di base. Saranno appunto i medici o pediatri di base a stabilire se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti come ad esempio dell’Elettrocardiogramma. Contrariamente a quanto stabilito in precedenza, il Decreto Fare sopprime tutte le certificazioni inutili e tra queste anche quella dell’idoneità all’attività ludico-motoria e amatoriale.
Lunghe file dai pediatri

Il segretario del sindacato dei pediatri di base esprime comunque la sua preoccupazione a proposito della – Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita. In particolare richiede: se il pediatra scrupoloso richiedesse a tutti i piccoli pazienti un approfondimento tramite un ECG, non solo ci sarà un sovraffollamento presso le strutture sanitarie pubbliche con indubbie file di giorni ma sulle famiglie verrà a gravare un ulteriore esborso economico. Il tutto ovviamente per mettere in pratica una norma ispirata alla tutela della salute dei piccoli assistiti, che però può porre insormontabili ostacoli alla pratica sportiva. Altra cosa è se il pediatra di base dopo una visita accurata ai bambini ritiene di emettere il certificato di idoneità alla pratica sportiva senza procedere ad ulteriori accertamenti.

In regime pubblico o privato?
Il segretario sindacale aggiunge inoltre che non è chiaro se gli elettrocardiogrammi dovranno essere prescritti su ricettario del Servizio Sanitario Nazionale, essendo quindi a carico del servizio pubblico, oppure resteranno a carico delle famiglie stesse. In questo ultimo caso, sarebbe un altro notevole esborso economico richiesto alle famiglie, che in un periodo di crisi dovranno sostenere il pagamento di centinaia di euro per l’esecuzione dell’elettrocardiogramma privatamente. E, come spesso accade, a essere le più penalizzate saranno le famiglie numerose, con tre o più figli da far visitare. Le implicazioni organizzative e prescrittive sono un motivo di seria preoccupazione per i pediatri italiani, che si riconfermano pienamente disponibili a collaborare per individuare soluzioni che possano salvaguardare contemporaneamente lo spirito della norma e la sua applicazione.

Lina Rossi

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