Meno matrimoni tradizionali, più unioni civili, meno nascite di bambini: le conseguenze del Covid-19 si fanno sentire anche sul piano della composizione della società civile. Un po’ per le restrizioni, hanno spinto a rimandare le cerimonie con molte persone, ma non solo. Sono nati meno bambini, per la prima volta nel 2021 ci siamo fermati sotto quota 400 mila mentre abbiamo sempre più famiglie allargate e le unioni sono state più civili che religiose.
L’Istat riferisce che, nel 2020 i matrimoni celebrati in Italia sono stati 96.841, circa la metà in meno di quelli celebrati nel 2019. Di questi, la maggior parte erano prime nozze, ma anche queste sono state meno della metà di quelle dell’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2021 si è registrata una ripresa, tanto è vero che i matrimoni sono quasi raddoppiati, ma sono ancora numerose le coppie che continuano a rimandare a quando potranno festeggiare in modo pieno e tradizionale. I dati resi noti dall’ISTAT mostrano una tendenza già presente fin dalla metà degli anni Settanta, quando si è iniziato a sposarsi di meno e più avanti con l’età. A diminuire maggiormente sono le prime nozze fra sposi di età inferiore ai 39 anni, in calo di oltre il 50%, mentre i primi matrimoni in cui entrambi gli sposi hanno almeno 50 anni si sono ridotte del -26,9%.
Molte le cause sociali ed economiche ad obbligare il rinvio le nozze: si studia di più e ci si laurea e quindi si trova un lavoro tardi, questo ovviamente sposta la data del matrimonio più avanti con l’età. Se non si ha una famiglia alle spalle a garantire aiuto, l’età in cui si trova un lavoro sufficientemente remunerativo per potersi permettere di mantenere una famiglia, acquistare casa o pagare l’affitto, è necessariamente più avanti. L’età media degli sposi continua a crescere: nel 2020, per i primi matrimoni entro i 49 anni di età, gli uomini hanno in media 34,1 anni e le donne 32,0. Nel 2021, secondo i dati provvisori dei primi nove mesi, la classe 30-39 anni in cui cade l’età media al matrimonio appare ancora più consistente soprattutto per gli uomini. Le seconde nozze si sono diffuse soprattutto dopo l’introduzione del divorzio abbreviato nel 2015. Nel 2020 sono state 27.098, quasi un terzo in meno rispetto all’anno precedente. I tassi di divorzio più elevati si registrano al Centro e al Nord.
Il calo dei matrimoni colpisce soprattutto le celebrazioni religiose e crescono ovviamente i matrimoni celebrati con rito civile, sia per le prime sia per le seconde nozze. Calano anche le unioni tra partner dello stesso sesso. Le unioni civili registrano un aumento dell’età media dei coniugi e oggi sono soprattutto i 60enni a scegliere questo tipo di unione e la loro diminuzione è più contenuta rispetto a quella delle celebrazioni religiose. Diminuiscono separazioni e divorzi e se si verificano, uno su due avvengono al di fuori del Tribunale, soprattutto nel Nord Italia. Gli esperti si chiedono se questo è successo per le restrizioni, per la limitazione degli accessi agli uffici pubblici oppure perché il Covid-19 ha fatto ripensare ai valori della famiglia e alla volontà di riprovarci ancora, con impegno.
Giorgia Andretti
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