Qualche volta ritornano: come già successo per la tubercolosi, anche la poliomielite è tornata a far paura. Meglio conosciuta come: la polio, la temibile infezione che, fino agli anni cinquanta, ha colpito adulti e soprattutto bambini, causando disabilità permanenti ed alcuni hanno persino perso la vita. Fortunatamente venne sintetizzato il vaccino, l’immunizzazione di massa ha quasi eradicato la malattia, confinandola solo in alcune aree. Adesso, però, si registrano nuovi focolai.
Polio, un rischio anche per l’Occidente
Succede in Siria, dove a causa della guerriglia non è più possibile garantire ai bambini una adeguata copertura vaccinale: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il tasso di vaccinazione, ricorda l’agenzia, è passato da oltre il 90% a meno del 70% a causa dei combattimenti. Il focolaio di polio in Siria ha raggiunto anche Damasco e Aleppo, dove si sono registrati i primi casi. L’epidemia potrebbe allargarsi a causa del calo della copertura vaccinale dovuta alla guerra. Ai 15 casi già confermati della malattia tra i bambini nella provincia orientale di Deir al-Zor si aggiungono quindi un caso nell’area rurale intorno ad Aleppo e uno nei pressi della capitale. L’OMS ha lanciato un grande piano per immunizzare 20 milioni di bambini in tutta l’area del Medio Oriente, per evitare la diffusione del virus oltre che della malattia nella singola persona. Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) il focolaio siriano potrebbe rappresentare un rischio anche per l’Europa, soprattutto per le migliaia di profughi che arrivano dal paese. Nelle nazioni industrializzate la polio è praticamente scomparsa a causa del programma di profilassi con il vaccino, che viene effettuato a tutti i bambini nei primi mesi di vita, in dosi successive, ma il rischio di entrare in contatto con il virus responsabile della malattia esiste però ancora in alcuni paesi africani e orientali. Il rischio è presente soprattutto per le persone nate prima del 1955 circa, anno in cui venne diffuso il vaccino antipolio e iniziò il programma di vaccinazione su tutti i bambini al di sotto dei cinque anni, periodo in cui la polio può assumere un decorso più grave.
Misure igieniche e vaccino per difendersi
Osservare alcune precauzioni di tipo igienico, per esempio quella di fare bollire l’acqua e non consumare gli alimenti crudi aiuta a combattere il pericolo di ammalarsi. È però sempre possibile entrare in contatto con individui affetti da questa malattia, anche se in modo non serio. L’unica misura precauzionale efficace è quindi il vaccino, anche perché al momento non si è a conoscenza di farmaci efficaci, in grado di guarire dalla malattia. L’unico modo per evitare il contagio è sottoporsi al vaccino. Nei neonati, la modalità di somministrazione avviene in tre dosi nel primo anno di vita, con un richiamo tra i cinque e i sei anni di età.
Gli adulti che non sono stati vaccinati dovrebbero sottoporsi a vaccino anche se la malattia nel nostro paese non esiste. Infatti, nel caso in cui si rechino nei paesi a rischio, possono contrarre la malattia personalmente e, di ritorno dal viaggio, diffonderla nuovamente in zone dove è avvenuta l’eradicazione. Per essere sottoposti al vaccino è necessario rivolgersi allo sportello vaccinazioni della ASL nella propria zona di residenza, informandosi prima se è necessario fissare un appuntamento. Inoltre è bene non attendere le ultime settimane prima del viaggio, perché il vaccino viene effettuato con lunghi intervalli tra una somministrazione e l’altra.
Per gli adulti non vaccinati, le due prime dosi sono somministrati a un intervallo di uno o due mesi l’una dall’altra. La terza va effettuata circa 12 mesi più tardi. È consigliabile una dose di richiamo al termine di 4- 6 anni e un’altra dose alcune settimane prima della partenza.
Stando alle verifiche attuali, il vaccino antipolio conferisce immunità per tutta la vita, quindi vale la pena vaccinarsi. Inoltre il vaccino è sicuro è non espone a effetti collaterali.
Sahalima Giovannini