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Facebook entra negli account personali oscurando l’allattamento

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Il più famoso social network nel mondo elimina dalle sue pagine immagini di donne mentre allattano il proprio bambino al seno, comparando l’immagine della vita stessa ad un gesto erotico senza confini.

Con molta probabilità la scelta di Facebook sta obbedendo alle logiche degli sponsor occulti: chi comprerebbe immagini di una donna mentre allatta il suo bambino? Perché è proprio questo tipo di foto che FB sta vietando: una mamma che nutre al seno il figlio neonato. Un’immagine che non è evocatrice di nessuno sponsor nascosto: allattare al seno è un gesto che non può nascondere doppi sensi o logiche di profitto. Invece, in più di un’occasione il famoso social network ha oscurato foto di donne che porgono il seno al proprio figlio con l’apparente giustificazione che non siano immagini adeguate alle regole che vigono all’interno del social network. Ma come si può censurare un’icona che rappresenta la vita stessa? Impossibile restare indifferenti davanti all’espressione di una tale ipocrisia, ridicolaggine o, ancora, di stupidità umana. Per questo noi di Guidagenitori.it interveniamo nella polemica che, giustamente, si è scatenata per la censura delle immagini, a seguito di un divieto assurdo, ingabbiato in regole poco comprensibili ai non addetti ai lavori.

“Erotica” una mamma che allatta?
L’episodio che ha scatenato la censura è di pochissimi giorni fa. Ecco l’antefatto: un utente, per diffondere immagini di una campagna antirazzista, aveva pubblicato l’immagine di una donna di colore che allattava al seno un bebè di pelle bianchissima. Una bella immagine, carica di amore e di purezza, ancora di più perché va al di là dei confini delle razze e del colore della pelle. Ed ecco che gli amministratori di Facebook hanno rimosso quell’immagine, bloccando anche l’account dell’utente che aveva postato la foto. Il motivo? L’immagine aveva violato le regole del social network. Ed ecco la giustificazione ufficiale: esiste il chiaro divieto di pubblicare immagini che rappresentano un seno nudo. E non si tratta dell’unico caso: già quattro anni fa, Emma, una donna che aveva postato immagini di se stessa mentre allattava con orgoglio a seno scoperto, subì le regole di una censura perbenista e dotata di paraocchi. La foto fu oscurata perché considerata “sessualmente esplicita” solo perché compariva il seno. La donna ovviamente contestò la rigida regola secondo la quale l’immagine di un seno debba essere sempre e comunque censurata perché potenzialmente pornografica … anche quando il seno rappresenta il più naturale nutrimento per un bambino.

Sono altre le immagini diseducative
Gli amministratori di FB, però, in entrambe le occasioni non hanno voluto recedere dal rispettare la regola secondo la quale qualsiasi seno, anche quello gonfio di latte di una mamma che nutre il bebè, richiama al sesso. E, addirittura, gli amministratori canadesi hanno messo in atto una vera e propria intimidazione nei confronti di Emma, vietandole l’uso del social network per tre giorni. La giovane mamma ha iniziato una battaglia legale nel suo paese per ragioni di principio, essenzialmente: allattare al seno non è un gesto sessuale, non ha nulla di pornografico. Una donna può allattare il proprio figlio ovunque: quindi, una funzione umana così naturale e vitale non può essere oggetto di censure e di oscuramente, come se fosse qualcosa di brutto, davanti alla quale tappare gli occhi ai bambini, della quale vergognarsi. Quello che più indigna è l’ipocrisia che sta dietro a queste “regole”, create inizialmente per tutelare gli utenti. Una donna che allatta un figlio è vista come potenzialmente pornografica, pericolosa quindi per gli utenti più giovani, possibile tentazione per menti poco equilibrate. Al contrario, non vengono oscurate immagini ben più scioccanti, come quelle che ritraggono persone uccise in modo violento, animali torturati, ragazzine seminude delle quali, però, magari non si vede completamente il seno.

Nutrire il figlio, un sublime atto di amore
Il dubbio resta celato: questa posizione di Facebook non sarà frutto di un atteggiamento ipocrita marcato di perbenismo americano? Non possiamo dimenticare che le regole dettate a gestire la comunicazione presente su FB sono americane, frutto di un puritanesimo che sembra ancora discendere dalle rigide norme della “Lettera scarlatta”: l’importante è che non si parli di sesso, poi pazienza se la gente fa di peggio. L’importante è che la moralità sia salva. Noi crediamo invece in un mondo in cui viene restituita la giusta dimensione alle cose. A un mondo in cui una immagine obiettivamente violenta vada oscurata perché non possa essere vista. Dove scenari di uccisione, di torture, di sangue, siano diffusi con prudenza solo tra coloro in grado di capire. Al contrario, tali immagini non devono essere viste dai bambini o dai soggetti psicologicamente deboli, che potrebbero restarne impressionati o, peggio, tentare forme di emulazione. In quest’ottica, potrebbe essere restituita la sua giusta accezione, la sua giusta dimensione al seno che allatta. Che è quanto di più lontano dal pornografico. Il seno che allatta è stato sublimato nell’arte, anche in quella sacra della Madonna che allatta il Bambino Gesù. Non vi è nulla di morboso, ma solo la celebrazione del dare la vita e di alimentarla. Certo, forse menti malsane potrebbero vederci l’erotismo ma non come lo immaginiamo noi, sbattuto in copertina davanti ai bambini, su cartelloni pubblicitari o in prima serata, sulle reti nazionali, per patetici tentativi di gossip che creino audience. Qui parliamo dell’eros più puro… già, perché eros in greco antico significava semplicemente amore. Quell’amore che lega una mamma a suo figlio.

Sahalima Giovannini

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