Arriva l’ora legale, capiamo da chi arriva l’idea

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Arriva l’ora legale, capiamo da chi arriva l’idea

ora legale
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La prossima notte gli orologi si spostano in avanti di un’ora. Il lunedì successivo svegliarsi non sarà facile, ma in compenso alla sera avremo più luce e potremo stare più a lungo all’aperto anche con i bambini. Il cambio dell’ora è un tema che fa discutere: alcuni Paesi in Europa vorrebbero abolirlo, altri no.

Se ne parla da oltre tre secoli

La questione dell’ora legale è, in realtà, abbastanza antica. A proporre per la prima volta la pratica dell’ora legale è stato il politico Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, nel suo saggio – Un progetto economico per diminuire il costo della luce – pubblicato sul Journal de Paris nel 1784. Franklin fu il primo a rendersi conto del fatto che i cambiamenti sociali ed economici in conseguenza della rivoluzione industriale richiedevano un’ottimizzazione dell’energia. Infatti, la società industriale richiedeva ritmi di lavoro diversi rispetto a quelli osservati nella civiltà contadina. Pensò di obbligare gli operai delle fabbriche ad alzarsi prima al mattino, per sfruttare la luce nei mesi primaverili ed estivi. Per raggiungere il suo obiettivo mise tasse sulle persiane in modo che la luce dell’alba inducesse il risveglio, proibì la circolazione notturna e organizzò sveglie a suon di cannonate. Era necessario ricorrere a queste soluzioni perché all’epoca gli orologi non erano ancora in uso.

L’ora legale, poco adatta ai ritmi di oggi per alcuni

Le idee di Benjamin Franklin non ebbero seguito, ma furono riprese dall’inglese William Willett all’inizio del Novecento e furono attuate nel 1916, quando la prima Guerra Mondiale l’industria bellica aveva bisogno di luce e di energia. Soppressa e reintrodotta più volte, durante la seconda Guerra Mondiale ci fu addirittura una diversità di applicazione tra il nord e il sud del paese. Solo nel 1966 entrò in vigore con continuità e adottata in tutta Europa. Oggi alcuni vorrebbero abbandonarla, perché i ritmi odierni e l’uso di dispositivi elettrici non rendono più necessario approfittare delle ore di luce. La questione è ancora oggetto di discussione dell’Unione europea. Quello che è certo è che alla salute non fa bene: infatti comporta un piccolo, ma significativo jet lag che ha effetti poco positivi sull’organismo. Stanchezza, sonnolenza, irritabilità, affaticamento, scarsa concentrazione, bassa produttività, possono essere solo alcuni dei malesseri dovuti al cambio dei ritmi circadiani.

Come recuperare il ritmo del nuovo orario

Un vantaggio dell’ora legale risiede nell’ora di sole in più di cui si può godere, aumentano i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello che rasserena e migliora il sonno, fondamentale per la salute. La luce solare favorisce la produzione della vitamina D, un fondamentale gruppo di pro-ormoni che donano numerosi benefici per il nostro organismo e durante la gravidanza. Per riuscire ad abituarsi rapidamente ai nuovi ritmi, è bene evitare di assumere sostanze potenzialmente eccitanti che potrebbero disturbare l’addormentamento o causare risvegli notturni. L’ambiente in cui si dorme deve essere adibito essenzialmente al riposo. È bene anche cercare di rispettare un orario abituale con cui si va a dormire e ci si sveglia durante la settimana e limitare l’uso di smartphone o tablet prima di andare a dormire e durante la notte. Le luci emesse da questi dispositivi possono inibire la produzione di melatonina e togliere il sonno. 

Giorgia Andretti

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