Si vergogna, non parla, ha pochi amici. Non è solo una “questione di carattere”, l’ambiente familiare e l’educazione hanno un ruolo decisivo. Piccoli consigli per aiutarlo.
La timidezza è un atteggiamento del comportamento che il bambino mostra quando si relaziona con altre persone, un atteggiamento caratterizzato dal tentativo di evitare situazioni che lo mettono in contatto con gli altri o lo espongano al loro giudizio. Il bambino timido evita di unirsi al gruppo e preferisce rimanere in disparte, evita di prendere la parola e tende a non esprimere quello che prova, è sfuggente, timoroso e imbarazzato. Teme un giudizio sul proprio valore e vive con ansia le sue prestazioni, anche quelle che non prevedono una valutazione.
Non è solo questione di carattere
Troppo facilmente la timidezza viene liquidata come una “questione di carattere”. In verità, spesso, la timidezza ha un’origine ambientale e si sviluppa nel contesto educativo in cui si cresce. Nell’educare un bambino non bisogna infatti mai dimenticare che i conflitti generano insicurezza, le critiche intaccano l’autostima, le aspettative eccessive sono alla base della paura di fallire. Durante il periodo che va dai 16 mesi ai 2 anni il bambino/a comincia a cercare il rapporto con gli altri, ma è ancora molto concentrato su di sé e sui suoi bisogni, per cui è normale che non mostri un particolare desiderio di socializzazione. Dai 6 anni in poi la maggioranza dei bambini timidi tenderanno ad abbandonare progressivamente tali atteggiamenti, aiutati anche dall’entrata nella scuola e da un rapporto continuativo con i coetanei.
Come aiutare un bambino timido
L’importante è cercare sempre di rispettare quella che è la natura dei bambini ed i loro tempi. Aspettare insomma che siano pronti ad entrare in relazione con gli altri senza timori eccessivi. Questo vostro atteggiamento rafforzerà la fiducia del bambino in se stesso e aprirà la strada ad un dialogo fruttuoso sulla base del quale poter esplorare con maggiore tranquillità le ragioni di questa sua ritrosia nei confronti degli altri.
Dott.ssa Ilaria Ronchetti
Psicologo