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Aiutalo a vincere la timidezza

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Si vergogna, non parla, ha pochi amici. Non è solo una “questione di carattere”, l’ambiente familiare e l’educazione hanno un ruolo decisivo. Piccoli consigli per aiutarlo.

La timidezza è un atteggiamento del comportamento che il bambino mostra quando si relaziona con altre persone, un atteggiamento caratterizzato dal tentativo di evitare situazioni che lo mettono in contatto con gli altri o lo espongano al loro giudizio. Il bambino timido evita di unirsi al gruppo e preferisce rimanere in disparte, evita di prendere la parola e tende a non esprimere quello che prova, è sfuggente, timoroso e imbarazzato. Teme un giudizio sul proprio valore e vive con ansia le sue prestazioni, anche quelle che non prevedono una valutazione.

Non è solo questione di carattere
Troppo facilmente la timidezza viene liquidata come una “questione di carattere”. In verità, spesso, la timidezza ha un’origine ambientale e si sviluppa nel contesto educativo in cui si cresce. Nell’educare un bambino non bisogna infatti mai dimenticare che i conflitti generano insicurezza, le critiche intaccano l’autostima, le aspettative eccessive sono alla base della paura di fallire. Durante il periodo che va dai 16 mesi ai 2 anni il bambino/a comincia a cercare il rapporto con gli altri, ma è ancora molto concentrato su di sé e sui suoi bisogni, per cui è normale che non mostri un particolare desiderio di socializzazione. Dai 6 anni in poi la maggioranza dei bambini timidi tenderanno ad abbandonare progressivamente tali atteggiamenti, aiutati anche dall’entrata nella scuola e da un rapporto continuativo con i coetanei.

Come aiutare un bambino timido

  • Accettatelo per quello che è – Evitate paragoni tra vostro figlio e gli altri bambini. Questo potrebbe portare ad un ritiro sociale più preponderante. Agite rassicurandolo sul suo valore.
  • Non etichettatelo come timido – Se il bambino vi sente affermare in famiglia o peggio davanti ad altre persone che è timido, questo gli confermerà che il suo carattere è quello e soprattutto che voi avete questo giudizio su di lui. Il ripetergli che è timido rischia di rendere la sua timidezza continua.
  • Comprendete le sue difficoltà – Non sottovalutate le sue preoccupazioni e paure. Dategli tutte le rassicurazioni di cui ha bisogno e l’aiuto che gli serve. Cercate di far capire a vostro figlio che affrontando un compito o una situazione nuova il bambino non deve temere di perdere qualcosa a cui tiene, né pensare che dall’esito della prova dipenda il suo valore come persona.
  • Incoraggiatelo sempre – Cercate di organizzare momenti di incontro tra il vostro bambino ed altri bambini. È consigliabile in questo caso procedere a piccoli passi, incominciando con una merenda con un altro bambino/a.
  • Preparatelo alle situazioni – Parlate con lui delle situazioni che possono mettergli ansia (l’entrata a scuola, la frequentazione di un gruppo scout, fare uno sport di gruppo…eccetera). Anche in questo caso attenti però a non esagerare potrebbe rivelarsi un boomerang. Invece di diminuire l’ansia infatti potrebbe generane di nuova.
  • Aiutatelo con discrezione – Se vedete vostro figlio in difficoltà, perché vorrebbe inserirsi in un gruppo ma non sa come fare, dategli qualche suggerimento, senza forzarlo però a fare qualche cosa a cui non si sente preparato.

    L’importante è cercare sempre di rispettare quella che è la natura dei bambini ed i loro tempi. Aspettare insomma che siano pronti ad entrare in relazione con gli altri senza timori eccessivi. Questo vostro atteggiamento rafforzerà la fiducia del bambino in se stesso e aprirà la strada ad un dialogo fruttuoso sulla base del quale poter esplorare con maggiore tranquillità le ragioni di questa sua ritrosia nei confronti degli altri.

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    Dott.ssa Ilaria Ronchetti
    Psicologo

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