I primi mesi di un neonato possono essere davvero difficili per i genitori. Il neonato può anche piangere per ore senza motivo. Qualsiasi tentativo per tranquillizzarlo cade nel vuoto, a nulla vale porgergli il seno o il biberon, coccolarlo, fargli il bagnetto o cambiarlo. Niente è efficace a far cessare il suo pianto, nemmeno portarlo a spasso in piena notte. Mamma e papà provano un forte senso di fallimento e di frustrazione che, sommato alle notti insonni, agli impegni quotidiani e agli altri impegni casalinghi, possono mettere alla prova i nervi di chiunque. Se il sentimento di disperazione e di ostilità verso il bambino, inizia a far capolino, è il momento di fermarsi. Si deve chiedere aiuto a un famigliare, al proprio medico, a un’amica fidata oppure al consultorio. In caso contrario potrebbe andarci di mezzo la salute e la vita stessa del neonato.
Molti genitori senza più forze fisiche e mentali perdono il senso della realtà e si lasciano travolgere dalla stanchezza e dalla frustrazione. Se il piccolo viene afferrato e scosso con violenza, incorre nella Shaken Baby Syndrome – SBS – cioè nella Sindrome del bambino scosso, alla quale seguono danni cerebrali, gravi disabilità e perfino la morte. Nei neonati la testa è pesante, mentre i muscoli del collo sono ancora deboli. Il cervello, ancora in via di sviluppo, è delicato e poco protetto, anche se il liquido cefalorachidiano fa il suo dovere. Il movimento violento simile al colpo della frusta durante un tamponamento, induce la testolina a spostarsi bruscamente in avanti e indietro per più volte. Questo danneggia le strutture nervose e i vasi sanguigni e il piccolo può andare incontro a decesso. Se sopravvive, spesso riporta cecità e disabilità fisiche e cognitive per tutta la vita.
È importante parlare del problema anche se in Italia il fenomeno è poco noto, ma sicuramente diffuso: secondo i dati dei pronto soccorso che accolgono casi di bambini sottoposti a scuotimento, la Sindrome del bambino scosso nel nostro Paese ha un’incidenza paragonabile a quella degli Stati Uniti, 30 casi su 100.000 nati l’anno. È tremendo pensare che un genitore arrivi a questi punti, ma come i dati ci mostrano succede e non di rado. Il rischio esiste soprattutto nel periodo chiamato – Purple Crying – ovvero tra i due mesi e i dodici mesi circa, durante il quale il bimbo verso sera piange senza un apparente motivo, incessantemente in modo inconsolabile. Se succede e ci si rende conto di essere a rischio, oppure che qualche famigliare può creare danno al bambino, è bene chiedere subito aiuto.
Giorgia Andretti
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