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Prevenire il reflusso del lattante

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La metà dei neonati rigurgita due o più volte al giorno. Si tratta di un fenomeno che non deve allarmare e che può essere limitato migliorando la modalità di allattamento.

Per reflusso gastroesofageo (RGE) si intende un passaggio involontario di materiale gastrico nell’esofago: fenomeno fisiologico nei neonati, fino ai 6 / 8 mesi di vita. La maggior parte dei lattanti, in genere dopo aver mangiato, ha un reflusso, quello che tutti conosciamo col nome di ‘rigurgito’: piccole quantità di latte in forma più o meno solida, tornano su attraverso l’esofago con una frequenza che varia con l’età. Questo fenomeno è determinato dal rilassamento di un anello muscolare che normalmente si chiude quando lo stomaco, ripieno di cibo, si contrae; proprio in seguito alla mancata o incompleta chiusura di questo si determina un ritorno all’indietro del materiale ingerito, quindi il reflusso. La metà dei neonati tra i due e gli otto mesi rigurgita due o più volte al giorno. Mentre il 10% dei neonati tra i quattro e i cinque mesi rigurgita almeno una volta al giorno. E’ bene chiedere consigli al Pediatra sulle eventuali indicazioni da seguire, rassicurandosi che, in circa il 90% dei casi, è una condizione assolutamente fisiologica che scompare all’atto del divezzamento

Come gestire questo fenomeno
Nella maggior parte dei casi il reflusso costituisce un evento normale, che i genitori non devono vivere con ansia o apprensione. In genere si raccomanda di migliorare la tecnica dell’allattamento, evitando di far assumere al piccolo il latte in modo vorace o cercando di non far fare al bambino rapidi cambiamenti di posizione (è consigliabile effettuare il cambio del pannolino prima della poppata). E’ buona norma, se i rigurgiti sono frequenti, tenere il bambino in posizione eretta per alcuni minuti dopo l’assunzione del latte e alzare il materasso del lettino di 25-30 gradi, facendo sì che il piccolo non scivoli in basso: questa posizione, per effetto gravitazionale, diminuirà la quantità di contenuto gastrico che tende a risalire nell’esofago. Non è consigliabile, entro un certo limite, interrompere l’allattamento al seno materno. Nel caso di un lattante che ricevesse latte artificiale, si può procedere all’ispessimento di questo con aggiunta di una piccola percentuale di crema di riso, dopo aver consultato il proprio pediatra, o si potrà optare per un tipo di latte in commercio anti rigurgito.

Quando rivolgersi ad uno specialista
A seconda dell’incapacità funzionale, si distinguono vari gradi di reflusso. Per le forme più modeste, ovvero la maggior parte dei casi, i sintomi sono rappresentati da continui rigurgiti che in genere non interferiscono con l’incremento di peso del bambino. Tali forme si risolvono spontaneamente, verso il 6-7° mese di vita con l’assunzione di pasti solidi e con la postura verticale. Questi non necessitano alcun tipo di trattamento. In altre forme, poco frequenti nel lattante, il rigurgito è così abbondante e frequente da interferire con un normale accrescimento e dare infiammazione nella parte finale dell’esofago (esofagite) con dolori legati ad essa: il fenomeno, allora, da fisiologico diventa patologico e si parla di Malattia da Reflusso Gastro-esofageo: il bambino, in questi casi presenta delle sintomatologie chiare di tre diversi generi: sintomi tipici, di natura gastroenterologica (vomiti e rigurgiti postprandiali ricorrenti; colore rosato nel materiale di reflusso che può indicare tracce di sangue); sintomi atipici, di carattere prevalentemente respiratorio (asma, broncopolmonite, cianosi (colorazione blu violacea della pelle), laringospasmo, apnea (mancanza di respiro), stridore laringeo; sintomi comportamentali (inusuali): distonia (movimenti involontari con contrazioni e spasmi), inarcamento del tronco, irritabilità, risveglio notturno con pianto, rotazione del capo.

La terapia farmacologia
Nel lattante con vomito ricorrente, senza altri sintomi, un’anamnesi ed una visita accurata sono in genere sufficienti per effettuare una diagnosi di malattia da RGE non complicato. Se tale sintomatologia non è accompagnata da altri disturbi e la crescita del bambino è regolare, non è indicata, di solito, l’esecuzione di indagini diagnostiche o il ricorso a provvedimenti terapeutici. Esistono, comunque, farmaci che favoriscono lo svuotamento gastrico e/o ad azione antiacida, che possono essere utilmente impiegati nella terapia dell’ RGE non complicato. Qualora non si verificasse un miglioramento con le misure sopraccitate o ci si trovasse in una condizione di reflusso gastroesofageo patologico si procederà con diversi tipi di indagini diagnostiche. Nel caso di una esofagite documentata mediante endoscopia (condizione rara nei lattanti) è indicata anche la somministrazione di farmaci che agiscono bloccando o inibendo la secrezione acida da parte dello stomaco.

 

Maria Germana Imbrighi

 

Ha collaborato:
Dott Massimo Rivosecchi

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