Bianco, dolce e delizioso: il latte è uno degli alimenti più amati da grandi e bambini, ma non tutti riescono a metabolizzarlo senza difficoltà. È sempre più frequente, infatti, l’intolleranza al lattosio, l’incapacità, da parte dell’organismo, di digerire e assimilare questo zucchero complesso che si trova nel latte e in molti latticini freschi. È importante conoscere i sintomi del problema, così da eliminare il lattosio dalla dieta, avendo però l’accortezza di rispettare l’assunzione del calcio.
Intolleranza, non allergia
Si calcola che almeno quattro persone su dieci siano soggette a intolleranza al lattosio. Chi ne soffre non ha la capacità di produrre la lattasi, l’enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio, due molecole che di norma sono metabolizzate senza problemi. Esistono diversi gradi di intolleranza, tutti legati alla sensibilità individuale: nei casi meno seri, per mostrare i primi sintomi si devono ingerire tutti i giorni almeno 30 grammi di lattosio, mentre alle persone più sensibili sono sufficienti quantità decisamente inferiore per sentirsi poco bene. L’intolleranza al lattosio non va confusa con l’allergia al latte, evento completamente diverso: infatti, in questo caso la reazione di malessere, più evidente e immediata, è dovuta alle proteine del latte. L’allergia al latte è più frequente nella primissima infanzia, l’intolleranza al lattosio è più diffusa in età prescolare. Il lattosio non digerito causa vari disturbi, come mal di testa, malessere generalizzato, gonfiore addominale, stitichezza o, al contrario, dissenteria.
Gli esami per scoprire il problema
In presenza dei disturbi evidenziati, è opportuno richiedere la visita specialistica del medico internista o in allergologia e immunologia. La prima azione da fare è escludere la malattia celiaca o problemi di malassorbimento, entrambi causano sintomi simili a quelli dell’intolleranza al lattosio. È necessario sospendere per due settimane l’assunzione degli alimenti a base di lattosio, quindi latte e latticini ma anche dolci a base di latte e perfino alimenti che lo contengono come tortellini, prosciutto cotto. Quindi si esegue il test del respiro all’idrogeno – Breath Hydrogen Test – il bambino deve ingerire un alimento contenente lattosio. Trascorse due o tre ore viene sottoposto al test del respiro per individuare il livello di idrogeno: se è alto significa che lo zucchero del latte non viene digerito.
Cosa fare per stare meglio
Vanno eliminati i cibi con lattosio: latte e tutti i formaggi freschi e morbidi come la mozzarella, il certosino, la robiola e i fiocchi di latte. Lo yogurt in generale, e quindi di qualsiasi tipo, può essere inserito nella dieta in quanto, il processo di fermentazione, ad opera dei batteri benefici dello yogurt, modificano il lattosio. Nei casi più lievi sono ammessi anche i formaggi stagionati, dove la presenza del lattosio è quasi del tutto, se non completamente, assente grazie al processo di stagionatura: pecorino, parmigiano, provolone, grana e altri formaggi stagionati che, grazie alla stagionatura, contengono già un lattosio parzialmente digerito. Nel caso di intolleranze di grado elevato è necessario riconoscere ed evitare i cibi che contengano anche minime quantità di lattosio, come dolci, merendine, torte, cioccolato, gelati, creme, ma anche alcuni tipi di pane, oltre che in omogeneizzati e in prodotti per la prima infanzia e negli insaccati, come prosciutto cotto, salame, mortadella, salsiccia, wurstel, ripieni di pasta fresca come tortellini e ravioli. In commercio i prodotti sicuri sono riconoscibili dalla dicitura – senza lattosio.
Valentina Scarpelli
Nutrizionista