

Ogni anno milioni di bambini negli USA ricevono la vaccinazione antinfluenzale direttamente negli studi dei pediatri di competenza. Questo perché il vaccino viene raccomandato a tutta a popolazione che abbia compiuto i sei mesi di vita e fino al fine vita. In Europa le cose non sono molto differenti contrariamente a quanto avviene nel nostro paese. Nella stagione 2017 – 2018 nove milioni di persone sono state infettate, è vero che la malattia si risolve spontaneamente dopo circa una settimana ma di queste, centosessanta hanno perso la vita per gravissime complicazioni cardiopolmonari. Ed è anche inutile cercare di aggredire l’influenza con gli antibiotici: – Spesso si prescrivono antibiotici anche in caso di una malattia virale come l’influenza. Non solo sono inutili, ma contribuiscono a creare batteri resistenti difficile combattere – Come afferma l dott. Bassetti. Nella stagione 2018 – 2019 le coperture vaccinali nella popolazione generale sono state del 15,8% mentre la copertura nelle persone con più di sessantacinque anni è stata del 53,1% – Fonte del Ministero della Salute, dati aggiornati al 15 luglio 2019.
Il tempo ottimale per effettuare la vaccinazione antinfluenzale è da metà ottobre a metà dicembre, in questo modo siamo certi di avere il massimo della protezione. Il vaccino antinfluenzale contiene tre o quattro diversi ceppi virali di vaccino, proprio per essere preparati anche alle modifiche che il virus incontra sulla sua strada per arrivare a noi dal lontano oriente. Qualcuno potrà chiedersi: ma se ho già fato il vaccino lo scorso anno perché devo ripeterlo ogni anno? È proprio a causa del passaggio da un contenente all’altro che il virus può modificarsi e passare, ad esempio, dalla frazione H1N1 in A-H1N1 e A-H3N2 oppure B Colorado e B Phuket, proprio come sono le varianti di questo anno. Ecco perché è necessario effettuare il nuovo vaccino, è stato studiato per contrastare i nuovi ceppi virali.
I bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni, sono soggetti a complicanze potenzialmente importanti dovute proprio alla malattia influenzale, alcuni potrebbero addirittura necessitare un ricovero in ospedale. I bambini da sei mesi a otto anni che ricevono il vaccino antinfluenzale per la prima volta devono assumere due dosi di vaccino per massimizzare una buona risposta immunitaria. Le dosi devono essere distanti almeno quattro settimane l’uno dall’altro. Per proteggere i bambini al di sotto dei sei mesi, ovviamente non potendo loro ricevere il vaccino, è necessario che il nucleo famigliare o coloro che stanno a stretto contato con i piccoli, facciano del loro meglio per evitare il contagio. La vaccinazione è quindi il modo migliore a disposizione di tutti per proteggerci dalle complicazioni. Ovviamente, anche le donne in gravidanza è bene che ricevano il vaccino, proprio per proteggere il loro piccolo nei primi sei mesi di vita.
Di norma il fastidio più evidente è l’indolenzimento, fino all’arrossamento e gonfiore nell’area in cui è stata effettuata la puntura, è quindi una reazione locale. Alcuni bambini potrebbero presentare un leggero rialzo termico che si risolve nell’arco di un paio di giorni. La principale controindicazione per il vaccino antinfluenzale è una grave reazione allergica a qualsiasi ingrediente presente nel vaccino antinfluenzale. Una rara possibilità è l’allergia alle uova. Poiché tutti i vaccini antinfluenzali disponibili sono prodotti attraverso un processo che utilizza uova di gallina, è probabile che al vaccino rimanga una traccia di proteine dell’uovo. Gli studi hanno dimostrato che se l’allergia all’uovo di un bambino è lieve, ovvero il bambino sperimenta solo l’orticaria come reazione, potrebbe ricevere il vaccino antinfluenzale. Per coloro che hanno un’allergia all’uovo più grave: mancanza di respiro o qualsiasi altro sintomo che potrebbe indicare qualcosa di più grave, si raccomanda di avere l’OK da uno specialista che abbia familiarità con le allergie e sia in grado di trattare una reazione allergica importante. Il vaccino in questo caso dovrebbe essere somministrato in un ospedale, una clinica o un dipartimento sanitario. Tenendo presente che molti bambini con allergie alle uova sono a rischio di complicazioni da influenza, è importante e quindi preferibile somministrare il vaccino antinfluenzale.
Sarebbe opportuno, inoltre, che il nostro legislatore provveda a far vaccinare tutti i professionisti della sanità proprio per promuovere la salute di tutta la popolazione che transita negli ambienti sanitari, in primis negli ospedali. Una copertura vaccinale per l’antinfluenzale superiore al 95% permette di garantire salute a tutti coloro che non possono ricevere nessun tipo di vaccino perché immunodepressi.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico guidagenitori.it