Incontro ravvicinato con la scarlattina, una delle malattie esantematiche

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Incontro ravvicinato con la scarlattina, una delle malattie esantematiche

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Con l’arrivo della primavera, diminuisce la possibilità che i bambini si ammalino di tosse, raffreddore e bronchite. Resta invece alto il rischio delle malattie esantematiche, come la scarlattina, una delle ultime malattie che molti bambini devono affrontare perché non esiste un vaccino. In ogni caso non ci si deve preoccupare perché oggi, con la possibilità di effettuare la diagnosi per tempo e di ricorrere alle cure appropriate, il rischio di complicanze è praticamente scomparso.

Una malattia di tipo batterico
La scarlattina è una malattia caratterizzata da un esantema, una manifestazione cutanea, esattamente come accade per la varicella, il morbillo o altre malattie. Il responsabile a differenza delle altre malattie simili è il batterio – Streptococco Beta Emolitico di tipo A – allocato nelle mucose e nella saliva della persona infetta, quindi, se il malato viene a stretto contatto con un altro individuo, lo può contagiare proprio attraverso gli starnuti o i colpi di tosse. La scarlattina  colpisce soprattutto i bambini della scuola materna e dei primi anni delle elementari. È abbastanza raro che un bambino di età inferiore ai due anni si ammali, a meno che frequenti il nido. Dopo gli otto anni, ammalarsi di scarlattina è più difficile. Dopo circa 2-5 giorni dal momento in cui è avvenuto il contagio, iniziano i primi sintomi, spesso in modo improvviso. Compaiono febbre alta, spesso arriva a 39-40°C, mal di testa, brividi, nausea, vomito, forte mal di gola e faringe arrossata. La lingua si ricopre di una patina bianca, quindi desquama, assumendo quell’aspetto a fragola o a lampone, sintomo tipico della scarlattina. Dopo 12-48 ore circa dal contagio, compare l’esantema della scarlattina. Inizia a diffondersi prima all’inguine, alle ascelle e al collo, e nel giro di una giornata ricopre tutto il corpo. Anche il viso è di colore rosso acceso, tranne la zona di naso, bocca e mento, che restano pallidi e contrastano con il rossore del resto del viso. Il decorso completo della scarlattina è di 10-12 giorni.

Che cosa fare
Se il bambino ha febbre alta, vomito e soprattutto mal di testa, e magari il genitore è al corrente che nel suo ambiente ci sono stati casi di scarlattina, è opportuno contattare il pediatra per avere una diagnosi esatta sia osservando i sintomi sia, soprattutto, individuando la presenza dello Streptococco. Questo è possibile effettuando il cosiddetto tampone faringeo, toccando la mucosa che riveste la gola con una specie di cotton fioc viene quindi esaminato al microscopio per individuare la presenza del batterio. Se il bambino è effettivamente malato di scarlattina deve assumere per dieci giorni antibiotici attivi contro lo Streptococco, come la Penicillina, l’Amoxicillina o la Cefalosporina, nelle dosi indicate dal pediatra. La febbre alta può essere tenuta sotto controllo somministrando al piccolo farmaci antifebbrili a base di paracetamolo, in gocce, sciroppo o supposte solo se la febbre supera i 38°C. E’ importante che il bambino beva molto: vanno bene tè tiepido e zuccherato, succhi di frutta, spremute, semplice acqua non troppo fredda. L’organismo deve essere ben idratato perché la febbre fa perdere facilmente acqua e sali minerali. Dopo cinque giorni dalla prima assunzione dell’antibiotico, il bambino può tornare a scuola.

Possibili complicanze
Se la scarlattina è curata a dovere, con la somministrazione puntuale o costante degli antibiotici, il bambino guarisce senza problemi. Se, però, non viene somministrato l’antibiotico o se viene somministrato al dosaggio inadeguato, la malattia può causare problemi come il reumatismo articolare acuto o la glomerulofrenite acuta. Il reumatismo articolare acuto, detto anche febbre reumatica, è una malattia che è sempre dovuta a complicanze di affezioni da Streptococco Beta Emolitico non curate. È caratterizzato da alcune manifestazioni che possono comparire da sole oppure combinate. Queste sono la comparsa di eritema, la presenza di noduli sottocutanei, disturbi artritici e pancardite reumatica, cioè l’infiammazione delle membrane del cuore. La glomerulofrenite acuta è un’infiammazione del glomerulo renale, cioè uno dei corpuscoli che hanno la funzione di filtrare l’urina. È caratterizzata da presenza di sangue e proteine nelle urine, gonfiori diffusi al corpo ed eccesso di azoto nelle urine, segno che le reni non funzionano a dovere. Le forme meno serie spesso si risolvono spontaneamente, lasciando il bambino a riposo. Oggi, però, questo rischio non esiste praticamente più.

Lina Rossi

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