Le famiglie il cui virus non ha ancora bussato alla loro porta dovranno attendere ancora qualche settimana prima di cantare vittoria: secondo gli esperti, infatti, il picco è previsto dopo le festività natalizie, in modo particolare attorno al 15 di gennaio. La ragione di questo ritardo è nelle temperature molto basse che hanno investito tutta la Penisola negli ultimi giorni del 2014. Da nord a sud la colonnina di mercurio è scesa anche sotto lo zero, accompagnata da intense precipitazioni anche nevose e da forti venti di provenienza artica.
Come si diffonde il virus dell’influenza
Questa condizioni climatica ha fatto sì che adulti e bambini abbiano preferito rifugiarsi nel tepore di casa propria, oppure anche in cinema, locali pubblici e centri commerciali piuttosto che trascorrere del tempo all’aperto. È una reazione comprensibile, ma purtroppo la diffusione del virus dell’nfluenza si diffonde proprio dallo stcionare in luoghi chiussi. Infatti il virus si trova nelle mucose e nella saliva della persona che sta incubando la malattia, oppure che si sente meglio ma è ancora contagiosa. Con i colpi di tosse e gli starnuti, il virus viene diffuso nell’ambiente circostante attraverso minuscole goccioline, chiamate appunto “goccioline di Pflugge”, che viaggiano ad alta velocità e si depositano sugli oggetti anche a oltre un metro di distanza. Se il naso, la bocca o gli occhi di una persona entrano in contatto con queste goccioline, il contagio è assicurato. Questo ovviamente vale anche per il virus del raffreddore e per gli altri virus para-influenzali”.
Proteggiamo noi stessi e gli altri
Per questo motivo è importante, se non ci si è ancora ammalati, effettuare una forma di prevenzione per difendere se stessi e anche le altre persone. Soprattutto se si hanno bambini piccoli, sarebbe opportuno evitare i luoghi chiusi e frequentati da molti adulti, come per esempio i bar o i centri commerciali. Ok al cinema (che feste sarebbero senza un bel film per tutta la famiglia?), ma dopo essere tornati a casa è importante lavarsi accuratamente le mani. Per saper come fare si possono seguire le mosse suggerite proprio da Guidagenitori qui LINK AL PEZZO DEL LAVAGGIO MANI, ma per riassumere ci si deve ricordare che le mani vanno lavate con acqua ben calda e sapone, strofinando a lungo e insistendo soprattutto nella zona dei polpastrelli, quella che entra di più a contatto con l’ambiente esterno. Se si ci lava le mani fuori casa bisognerebbe asciugarle con un tovagliolo di carta da gettare via nello scomparto apposito per i rifiuti. Quando si starnutisce si dovrebbe proteggere naso e bocca con un fazzoletto di carta, per evitare di diffondere le famigerate goccioline nell’ambiente attorno a sé.
Niente antibiotici se ci si ammala
Se poi, nonostante tutte le precauzioni, capita di ammalarsi, è bene ricordare che l’influenza è una malattia lunga, con febbre che può salire anche a 39 gradi e che richiede almeno una settimana di riposo, senza la fretta di riprendere la vita normale. Per tenere sotto controllo febbre, dolori e mal di testa si possono assumere paracetamolo (va bene per adulti e bambino) e ibuprofene, da scegliere nella formulazione pediatrica se deve essere somministrato ai più piccoli. L’alimentazione deve essere digeribile e nutriente, a base possibilmente di liquidi come brodo vegetale, tè deteinato con limone e miele (solo nei bambini dopo l’anno), spremute di agrumi freschi, tisane, latte se non ci sono problemi di vomito e dissenteria. Sì anche a riso lesso, patate al vapore, frutta cotta. Gli antibiotici non servono, a meno che non subentri un’infezione batterica come una bronchite o un’otite. In questo caso, però, sarà il pediatra a prescrivere i farmaci dopo aver visitato il bambino. Se si è ancora in tempo, vale la pena di valutare l’opportunità della vaccinazione, nei bambini e nelle donne in attesa: secondo uno studio condotto da un team di ricercatori delle Università di Oxford (UK) e di Toronto (Canada), i cui risultati sono stati presentati su The Lancet Respiratory Medicine. Secondo gli Autori, gli interventi per prevenire le complicanze da influenza (come la vaccinazione) dovrebbero avere la priorità in questi gruppi, ma dovrebbero anche essere considerati per gli altri bambini, in particolare quelli con più di un fattore di rischio o malattie preeesistenti.
Giorgia Andretti