

L’estate è finita da quasi due mesi: è proprio questo il momento in cui i bambini sono più facilmente preda degli ossiuri, piccoli parassiti che si localizzano nell’intestino. Questi minuscoli vermi bianchi si trovano un po’ ovunque, ma più facilmente si localizzano nella terra o nella sabbia, portati a loro volta da individui che ne sono affetti. È facile per i bambini venirne a contatto, quando giocano all’aperto nei mesi caldi. Ed è proprio adesso che iniziano ad avvertire i sintomi di questi ospiti indesiderati: infatti i parassiti, che raggiungono il cavo orale attraverso le mani sporche, impiegano circa uno o due mesi per raggiungere l’intestino. Qui depongono le loro uova che poco dopo si chiudono.
Prurito e fastidio soprattutto di notte
Il bambino avverte i tipici sintomi della presenza degli ossiuri: prurito intenso a livello dell’orifizio anale, che si accentua soprattutto nelle ore notturne. È infatti questo il momento in cui, complice la posizione sdraiata e il tepore delle coperte, che gli ossiuri migrano nelle vie intestinali, fino a raggiungere l’ano del bambino. Muovendosi causano fastidio e prurito e il bambino si lamenta, si sveglia e chiama. Qualche volta può avere anche qualche disturbo intestinale, simile a diarrea, dovuto allo stato di irritazione causato dai parassiti. È bene però non preoccuparsi perché la presenza degli ossiuri non causa alcun problema al bambino, anche se sono molto fastidiosi. Il problema non va comunque trascurato perché i vermi possono trasferirsi anche ad altre persone, dai componenti della famiglia ai compagni di scuola.
Basta un farmaco preso due volte
Prima di tutto è bene accertarsi che il bambino abbia davvero un problema di ossiuri. Questi vermi bianchi, sottili e lunghi circa un centimetro, si possono vedere nelle feci del bambino, sulla carta igienica o negli slip. Quando l’infestazione è davvero notevole, è possibile individuarli anche tra le natiche vicino all’apertura anale. Nelle bambine i parassiti possono trovarsi anche a livello vulvare. Si può anche eseguire, dietro consiglio del pediatra, lo scotch test: si applica un pezzetto di nastro adesivo sull’orifizio anale e lo si esamina al microscopio. Il test serve soprattutto a individuare le uova. I parassiti si eliminano somministrando al bambino un farmaco specifico, a base di sostanze in grado di eliminare i parassiti. I più diffusi sono a base di pirantel pamoato. Si prendono per bocca e, giunti nell’intestino, paralizzano i vermi che vengono quindi eliminati con le feci. Dopo circa due o tre settimane, però, è necessario ripetere l’assunzione del farmaco: in questo arco di tempo, infatti, le uova eventualmente presenti nell’intestino si schiudono e possono a loro volta deporne altre. Per questo è bene eliminare i nuovi esemplari.
Serve una accurata igiene
Oltre ad eliminare i parassiti dal bambino è bene effettuare una serie di manovre igieniche per essere certi che non ne siano rimasti nell’ambiente e negli indumenti. Le lenzuola, la biancheria del bambino, le salviette del bagno dovrebbero essere lavati a sessanta gradi. Anche i giocattoli, il pavimento della cameretta e in generale i luoghi dove è stato il piccolo vanno lavati con un detergente disinfettante. Per evitare che il bambino entri in contatto, in futuro, con le uova o con gli ossiuri è bene tenere sempre le unghie corte e spiegare al piccolo di lavarsi le mani appena possibile, evitando di portarsele alla bocca.
Lina Rossi