I bambini vengono sottoposti a troppe RX spesso sono inutili

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I bambini vengono sottoposti a troppe RX spesso sono inutili

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Il bambino ha la tosse? Il pediatra non rileva nulla di speciale ai bronchi e polmoni. Per sicurezza, però, prescrive una radiografia ed il bambino inizia così ad accumulare i raggi gamma. E la cosa si ripete dopo qualche mese, quando il piccolo ha ancora tosse e febbre. È un esempio di esame inutile prescritto a un bambino, a un organismo in crescita che ha tutto da perdere, in termini di salute, per l’esposizione alle radiazioni. Soprattutto per i bambini, insomma, è il momento di dire basta a questo tipo di medicina difensiva che si sta purtroppo diffondendo anche in Italia. Non possiamo dimenticare che le radiazioni si fissano nel corpo per sempre ed ogni radiografia si somma all’altra e così via, questo significa che già a trent’anni un bambino di oggi avrà accumulato una quantità di radiazioni più che ragguardevole.

Troppi esami senza necessità
Per sensibilizzare medici e famiglie sul corretto utilizzo di queste procedure è ai nastri di partenza il progetto – Radiazioni in pediatria, promosso da Associazione Italiana di Fisica Medica – Aifm, la Società Italiana di Pediatria – Sip e Società Italiana di Radiologia Medica – Sirm. Gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese sono quasi 40 milioni, di cui circa un decimo riguarda gli esami pediatrici. Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appropriatezza. Da qui l’allerta degli specialisti, che ricordano come un’ingiustificata esposizione alle radiazioni ionizzanti può aumentare la probabilità di effetti dannosi alla salute nel lungo periodo e che i bambini, sia per una maggiore radiosensibilità sia per una maggiore aspettativa di vita rispetto a un adulto, possono più facilmente manifestare danni in conseguenza delle radiazioni ionizzanti a cui sono stati esposti. Numerosi studi hanno dimostrato che i medici prescrittori generalmente hanno una scarsa conoscenza delle questioni relative alle dosi di radiazioni ionizzanti somministrate e quindi possono sottostimare i rischi.

L’importanza di informare le famiglie
Una prima fase del progetto prevede un’attività di formazione sui pediatri della Sip. Secondo il presidente della Società, in Italia manca una specifica formazione dei pediatri e del personale sanitario in generale in materia di appropriatezza degli esami radiologici e di radioprotezione, spesso sottovalutata già all’interno dei corsi universitari e men che meno affrontata nei corsi di aggiornamento. Una seconda fase del progetto avrà invece l’obiettivo di informare le famiglie su benefici e rischi derivanti dalle procedure radiologiche. Il problema è stato sollevato adesso dalla Food and Drug Administration negli Stati Uniti, ma riguarda tutti i paesi ricchi, anche l’Italia. Negli ultimi anni il numero dei controlli radiologici è più che raddoppiato. Su scala planetaria, siamo passati dai due miliardi del 1990 ai cinque miliardi di esami l’anno di oggi. Ovviamente questi esami sono spesso essenziali e salvavita, ma tale frequenza dovrebbe essere giustificata da un equilibrato rapporto rischio-beneficio. Infatti molti esami possono comportare rischi per la salute che devono essere controbilanciati dalla certezza di essere realmente utili. Questa certezza, per almeno un terzo degli esami eseguiti anche in ambienti di eccellenza, oggi non c’è.

Giorgia Andretti

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