Uno studio condotto negli USA ha registrato un raddoppio dei casi di diabete nei bambini nel primo anno della pandemia di Covid-19. Lo studio multicentrico, pubblicato sul Journal of Pediatrics dagli esperti della Johns Hopkins University di Baltimora, dimostra che le ragioni sono legate soprattutto alle abitudini di vita non corrette, più che all’infezione virale in sé.
Per gli esperti, il drastico cambiamento degli stili di vita che ha caratterizzato il periodo pandemico: chiusura delle scuole, aumento della sedentarietà, maggior consumo di cibi spazzatura e riduzione delle attività sportive è alla base di questa impennata. I ricercatori hanno confrontato il numero di nuovi casi di diabete tra i bambini nel periodo pre-pandemico – 1° marzo 2018 fino al 29 febbraio 2020, con il numero di nuovi casi nel primo anno di pandemia 1° marzo 2020 al 28 febbraio 2021. I ricercatori hanno identificato 3.113 giovanissimi tra gli 8 e 21 anni durante il periodo pandemico in 24 centri medici negli Stati Uniti. Il numero medio di nuove diagnosi per anno nel periodo pre-pandemico è stato di 825 ed è salito a 1.463 durante il primo anno di pandemia, pari a un aumento del 77%, quasi un raddoppio dei nuovi casi. Durante il primo anno di pandemia il 55% dei nuovi casi ha riguardato maschi, esattamente il contrario di quanto si vedeva prima del Covid.
Più spesso i bambini e i ragazzi sono soggetti al diabete di tipo I. Detto anche insulino-dipendente o giovanile, non è causato da un’alimentazione scorretta o da fattori come obesità e sedentarietà, ma da una carenza di insulina. La carenza di insulina tipica del diabete giovanile è dovuta alla progressiva distruzione delle cellule beta che producono questa sostanza. Si tratta di una reazione autoimmunitaria: l’organismo, a un certo punto, non riconosce più queste cellule come facenti parte del proprio organismo, e avvia un processo di distruzione. Le cause che danno inizio alla distruzione delle cellule beta sono poco chiare. Può trattarsi di:
L’unico rimedio per vivere bene con il diabete di tipo I è rappresentato dall’insulina, deve essere somministrata durante tutto l’arco delle 24 ore per rendere utilizzabile lo zucchero introdotto con il cibo e mantenere accettabili i livelli di glicemia.
Giorgia Andretti
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