

International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, ovvero ICD, è un documento elaborato dall’OMS costantemente aggiornato sulla base delle esigenze di salute dell’intera popolazione mondiale. In questi giorni è stata pubblicata l’undicesima edizione, l’ICD-11. Questo sistema riconosce 55mila disturbi psico-fisiologici sia transitori sia mortali, il fine ultimo di questa classificazione è finalizzato a riconoscere velocemente le malattie al fine di prevenire oltre che curare. La dipendenza da videogiochi è stata inserita nel capitolo V – Mental and behavioural disorders – F00-F99 – Mental disorder, not otherwise specified.
E’ solo di sabato scorso la notizia raccontata da una pediatra dell’University College London Hospital a proposito di un ragazzino di soli dieci anni operato con urgenza per degli enormi i fecalomi sviluppatesi nel suo colon perché non riusciva a staccarsi dal monitor. Era stato per ben otto ore consecutive seduto davanti a un monitor, la sua attenzione era tutta focalizzata all’azione che si svolgeva davanti ai suoi occhi al punto da ignorare gli stimoli corporei della vescica e dello sfintere anale. Questo è solo uno dei tanti problemi che possono dar seguito alla dipendenza dai videogiochi, quindi se l’OMS ha ritenuto inserire la ludopatia nell’ICD-11 è perché il problema sta diventando un pericolo non solo per la salute fisica ma anche per la vita psico-sociale. Il ludopatico vive all’interno del videogioco rifiutando di fatto il suo ruolo nella realtà.
Tra i segnali da non sottovalutare e che quindi dovrebbero allarmarci ritroviamo:
Di fatto i ragazzini tendono ad essere più nervosi, a reagire impulsivamente alle regole, ad essere poco o per nulla attenti alla realtà circostante.
Cosa dovrebbero fare i genitori in presenza delle difficoltà sopra enunciate? Come primo intervento chiedere aiuto al pediatra, è il medico che conoscendo i ragazzini fin dalla nascita e in parte anche la famiglia, è in grado di stabilire se è necessario ricorrere allo specialista. L’ICD-11 riconoscendo il disturbo come patologia mentale, implicitamente sostiene che è necessario lo psichiatra o il neuropsichiatra infantile ad occuparsi della diagnosi e della terapia conseguente, dipende se i ragazzini sono o meno nella fascia della pre-adolescenza. E’ chiaro che la prevenzione è l’atto fondamentale da perseguire proprio per evitare che un problema emergente si trasformi in una patologia seria. La prevenzione deve avvenire prima di tutto in famiglia, è necessario stabilire delle regole ben precise:
Non dimenticare, inoltre, di essere un esempio, i bambini apprendono per imitazione, cercano di mettere in pratica quello che vedono fare ai genitori.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicologo, psicoterapeuta
Resp. Scientifico Guidagenitori.it