Endometriosi, un fastidio mensile con dolori intensi e ciclo abbondante

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Endometriosi, un fastidio mensile con dolori intensi e ciclo abbondante

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Ogni donna in età fertile dovrebbe sottoporsi a visita ginecologica almeno una volta l’anno, più spesso in caso di flusso mestruale doloroso. Eppure, questo evidentemente non succede, infatti, verrebbe più facilmente alla luce un problema come l’endometriosi. Stiamo parlando di un disturbo ginecologico proliferativo: ovvero il tessuto di rivestimento dell’interno dell’utero a cui viene dato il nome di endometrio, inizia a riprodursi in modo esagerato non solo nella parete interna dell’utero ma anche intorno alle tube, alle ovaie, nella vulva e perfino nella parte terminale dell’intestino. Il tessuto endometriosico tende a formare delle cisti, alcune anche di grandi dimensioni e, poiché è soggetto alle variazioni ormonali mensili, può dar luogo agli stessi disturbi legati alle mestruazioni in forma molto più intensa. La conseguenza più seria dell’endometriosi è rappresentata dall’infertilità, la presenza del tessuto e delle cisti negli organi riproduttivi può infatti, ostacolare il concepimento. Però, se la donna riesce a restare incinta, l’apparato riproduttore e l’organismo in generale vanno incontro ad un riequilibrio ormonale fisiologico migliorando decisamente il problema endometriosi.

Sintomi intensi e fastidiosi
Nella maggior parte dei casi, l’endometriosi provoca dismenorrea severa, cioè un dolore acuto ricorrente in coincidenza con le mestruazioni e può durare per tutto il flusso ed anche oltre. Oltre il 90% delle donne con la diagnosi di endometriosi soffre di crisi dolorose mentre sono moltissime coloro che soffrono anche di dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali. Inoltre, possono comparire dolori pelvici in coincidenza con l’ovulazione, disturbi a carico dell’intestino, del retto e delle infezioni delle vie urinarie. Tutti i problemi secondari sono da mettere in rapporto alla migrazione del tessuto endometriosico fino a raggiungere l’intestino, il retto e la vescica, inglobando anche le terminazioni nervose. E, sono molte le donne a lamentare frequenti cefalee diffuse. Se la malattia non viene diagnostica precocemente e quindi trattata, i sintomi possono accompagnare la donna per tutta la durata della vita fertile, con u picco massimo tra i 30 ed i 35 anni. I sintomi possono incidere pesantemente sulla qualità di vita. Nei giorni del flusso mestruale, infatti, spesso i dolori possono essere così intensi da costringere a rinunciare ad ogni attività e rimanere a letto assumendo antidolorifici.

Perché viene l’endometriosi
Le cause della malattia non sono ancora accertate. Alcune teorie addossano la responsabilità alle cellule embrionali rimaste intrappolate nei vari organi o tessuti all’epoca fetale. Altri ricercatori pensano sia un transito retrogrado del ciclo mestruale a far diffondere le cellule endometriosiche nei vari organi per una sorta di flusso mestruale retrogrado, invece di procedere all’esterno delle vie genitali il flusso migrerebbe all’indietro, raggiungendo ovaie, tube e vescica. La responsabilità di questa alterazione potrebbe essere un errore genetico trasmesso tra le donne della stessa famiglia. Per altri ricercatori ancora, l’endometriosi potrebbe essere un disturbo di tipo autoimmune, legato anche a fattori infiammatori. Tra le cause recenti e più accreditate, ritroviamo anche il ruolo degli inquinanti ambientali: plastiche, vernici e pesticidi i quali a contatto con l’organismo femminile svolgono un ruolo simil-estrogenico.

In che modo si può affrontare
Gli analgesici e gli antinfiammatori, riescono a tenere sotto controllo i dolori quando questi sono così intensi da impedire le normali attività quotidiane, purtroppo, non sono risolutivi. La pillola contraccettiva può alleviare i disturbi solo perché blocca l’ovulazione, di conseguenza, non si verificano tutti quei mutamenti ormonali collegati con l’avvicendarsi della fertilità che sono alla base dell’endometriosi. La pillola anticoncezionale può essere assunta solo dietro indicazione del ginecologo. L’endometriosi in fase più avanzata può essere affrontata con altri farmaci, sempre di tipo ormonale come gli analoghi del GnRH, il danazolo, gli estroprogestinici e mirano anch’essi a ridurre i sintomi. Questi ultimi vengono somministrati sotto forma di iniezione sottocute o intramuscolo, anche se alleviano i sintomi, possono causare effetti collaterali importanti. Gli studi più recenti hanno concentrato il focus sui farmaci inibitori delle aromatasi per inibirne l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi nel tessuto endometriosico al di fuori dell’utero. Anche queste molecole mostrano effetti collaterali, tra cui quello di predisporre a menopausa precoce. La terapia genica è solo allo studio. Una valida soluzione può essere rappresentata dalla chirurgia laparoscopica con la rimozione del tessuto endometriosico in eccesso.

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Giorgia Andretti
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico di Guidagenitori.it

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