Una dieta ricca di frutta, ortaggi, pesce, cereali abbinata alla regolare attività fisica migliorano la fertilità nei giovani uomini, anche se nati e residenti nelle aree più inquinate d’Italia. Lo sostiene uno studio finanziato dal Ministero della Salute all’ASL di Salerno e pubblicato sulla rivista European Urology Focus. Lo studio ha coinvolto l’Istituto Superiore di Sanità, Università di Brescia, Università di Milano, di Napoli Federico II, Cnr ed Enea.
Si tratta del primo trial clinico realizzato al mondo sugli effetti della dieta mediterranea e dell’attività fisica sulla fertilità di maschi giovani che vivono in zone ad alto tasso di inquinamento ed è il frutto di un progetto durato oltre due anni condotto in alcune zone tra le più inquinate d’Italia e con indici più sfavorevoli di salute generale e riproduttiva: l’area di Caffaro nel bresciano, Terra dei fuochi in Campania e la valle del Sacco nel frusinate. Lo studio, chiamato FASt ossia Fertilità, Ambiente, Stili di Vita, è stato condotto su giovani tra diciotto e i ventidue anni proprio perché l’adolescenza è una fase particolarmente delicata in cui è alta la plasticità psico-biologica. Inizialmente lo studio ha arruolato circa ottomila ragazzi, dei quali sono stati selezionati duecentosessanta tre soggetti tutti sani, normopeso, non fumatori e non bevitori abituali. I volontari sono stati divisi fra un gruppo che ha seguito per quattro mesi i dettami della dieta mediterranea accompagnata in buona parte anche da alimenti biologici e da una moderata attività fisica, e chi invece ha continuato le proprie abitudini. Al momento del reclutamento e alla fine dei quattro mesi di studio, a tutti i ragazzi sono stati eseguiti esami del sangue e del liquido spermatico. I risultati hanno mostrato che in soli quattro mesi la qualità dello sperma: numero, motilità e morfologia degli spermatozoi, oltre allo stato ossidativo, sono risultati significativamente migliorati nel gruppo di intervento a differenza di quello di controllo, i cui valori sono invece peggiorati.
La vera dieta mediterranea prevede che ogni giorno sulla tavola dovrebbero comparire: olio di oliva e latticini, formaggi, latte e yogurt, frutta e verdura di stagione; legumi; carboidrati complessi come pasta, riso, pane, cereali e patate, in porzioni moderate. Una volta la settimana sono permesse almeno due uova e due volte alla settimana il pesce e la carne bianca. La carne rossa va consumata una volta alla settimana, i dolci molto raramente. Si deve bere molta acqua almeno un litro e mezzo al giorno e vino con moderazione. Tutti gli altri alcolici e superalcolici non devono essere ammessi. Un altro cardine della dieta mediterranea è la corretta distribuzione dei pasti: oggi si salta la colazione, a metà giornata si mangia qualcosa al volo solitamente di dolce, grasso o molto salato e spesso in piedi. Il pasto principale della giornata diventa quindi la cena, quando si ingrassa più facilmente e diventa anche più complesso digerire. Anche sotto questo aspetto, si deve tornare a imitare la tradizione: una colazione completa che comprenda anche la frutta, un pranzo da consumare con calma, stando seduti e dedicandovi il tempo necessario, una cena leggera e digeribile a base di prodotti locali. Seguire le indicazioni di Zia Vittoria e i suoi menù è la scelta migliore. Anche l’attività fisica quotidiana fa parte della dieta mediterranea: ogni giorno si deve praticare attività fisica. e questo non significa solo andare in palestra o giocare a calcio una volta alla settimana, ma fare moti spontaneo tutti i giorni, esattamente come i nostri antenati che tutti i giorni camminavano per chilometri, usavano la bicicletta, si dedicavano ad attività manuali. Insomma il corpo va usato nel modo più sano e naturale.
Giorgia Andretti