I regali più frequentemente richiesti dai ragazzi per il compleanno o altre ricorrenze sono proprio gli strumenti della comunicazione. Fin quando sono piccoli si riesce a resistere e sviare su altri doni più accattivanti. E’ con l’ingresso nella scuola media inferiore che iniziano le battaglie quotidiane e dire di no ad una loro richiesta diventa un’impresa difficile: soprattutto quando la richiesta è un cellulare, dispositivo che permette a mamma e papà di controllare il ragazzino quando inizia a uscire da solo o con gli amici.
Violenze virtuali ma non meno pericolose
Il problema è che questi strumenti tecnologici si portano dietro un inquietante risvolto: il problema del bullismo on-line e quello delle molestie e della pedofilia. Purtroppo, queste forme di violenza, un tempo messe in atto unicamente in vivo e quindi in ambito scolastico, ai giardini e nei luoghi di aggregazione, ora hanno cambiato modalità. Oggi i rapporti di amicizia e sociali viaggiano on-line, i bulli e i molestatori si avvalgono anche di questo tipo di comunicazione. E queste forme di violenza sono ancora più subdole, più difficili da individuare rispetto a quelle tradizionali, in primo luogo perché spesso i genitori tendono comunque a considerarle meno pericolose rispetto a quelle reali. In secondo luogo perché i ragazzi vivono queste esperienze in modo meno evidente e più nascosto tendendo a non esternare né agli amici né tantomeno ai genitori i sensi di colpa e le sofferenze che si accompagnano a questi momenti.
Può succedere anche ai nostri figli
Non possiamo evitare di guardare in faccia la realtà, nella convinzione che ai nostri figli non può accadere: tutti i ragazzini sono potenzialmente a rischio. Lo confermano i dati di diversi studi che stanno cercando di dare una dimensione del fenomeno. Una ricerca della Polizia Postale condotta su un campione di ragazzi delle scuole medie, ha stimato nel 20% la percentuale di adolescenti contattati da un potenziale molestatore. Secondo uno studio di Ipsos per Save The Children: 4 adolescenti su 10 hanno assistito a un episodio di bullismo digitale. Spesso sono i ragazzi stessi a mettersi nelle mani di molestatori e bulli, come testimoniano recenti fatti di cronaca e come confermano i dati dello studio – Adolescenti e stili di vita’ – presentato dalla Società Italiana di Pediatria – SIP. Lo studio riferisce che il 59% degli adolescenti parla a sconosciuti sui social e che una buona percentuale di questi non considera pericoloso far seguire all’amicizia virtuale un incontro reale. L’indagine evidenzia che per il 56% dei ragazzi intervistati dare l’amicizia su Facebook ad uno sconosciuto non è pericoloso, per il 35% non è pericoloso scambiarsi il numero di telefono e per il 26% non lo è neanche accettare un incontro. Il 59% dei ragazzi, inoltre, ha dichiarato di aver dato l’amicizia Facebook a uno sconosciuto, il 22% di avergli detto l’indirizzo della scuola che frequenta, il 29% di aver scambiato il numero di telefono.
Si corre il rischio di violenze vere e proprie
E non basta: il 18% – 22% delle ragazze ha dichiarato di avere inviato una propria foto allo sconosciuto; il 20% di aver accettato un incontro al quale è andato insieme ad amici e il 9% di aver accettato un incontro al quale e’ andato da solo. Per quanto riguarda il – sexting – la ricezione e l’invio di immagini e video sessuali via web o cellulare, secondo il Rapporto 2012 di Telefono Azzurro e Eurispes, in Italia almeno un adolescente su quattro ne ha ricevute e il 12,3% inviate. Il problema è proprio nel fatto che gli incontri virtuali si possono trasformare in reali, con il rischio altissimo che avvenga una forma di molestia sessuale o una violenza vera e propria. Combattere questi fenomeni, soprattutto da parte dei genitori, è difficile, perché gli adolescenti tendono a rifiutare le indicazioni di mamma e papà, proprio per affermare la loro personalità non capendo la pericolosità di alcuni comportamenti. In un mondo in cui un ragazzo o una ragazza valgono per il numero di amicizie che hanno sulla propria pagina è importante cercare di ristabilire un contatto con la realtà, anche mettendoli di fronte ai fatti di cronaca che parla di ragazzini come loro oggetto di violenza. In secondo luogo è essenziale controllare i loro contatti, ovviamente con discrezione e facendo in modo di limitare il tempo utilizzato per le chat, soprattutto quando sono soli. Infine, è essenziale proporre ai ragazzi alternative valide, come attività sportive o ricreative così da aiutarli a sviluppare rapporti più sani con i coetanei.
Sahalima Giovannini