

Etimologicamente la parola Atelophobia è composto da due parole greche: da Atelo- imperfetta e fobia-paura. Il termine Atelophobia viene quindi utilizzato per indicare una persona fortemente preoccupata per la mancata perfezione della sua immagine fisica e quindi del suo corpo e come immagine morale di se stesso.
I primi sintomi nell’adolescenza
Di per se l’adolescenza è già un periodo particolare dove le giovani ragazze iniziano a fare la loro introspezione davanti allo specchio, tutti i difetti vengono allo scoperto: il naso, i denti, il seno, le gambe, i capelli … da qui al non sentirsi apprezzata per quello che si è, il passo è breve. Ecco quindi che le ragazze, molto più dei ragazzi, iniziano a pensare di quanto ogni cosa facciano non vada bene: non sanno parlare, non sanno ridere, non sanno essere quello che gli altri vorrebbero che fossero. Tutto questo rende gli adolescenti estremamente vulnerabili. E se poi, l’obiettivo prefissato non può essere raggiunto, anche perché quasi sempre è vicino alla perfezione assoluta, non solo arriverà il rinforzo di una convinzione già errata in partenza ma diminuirà ancor di più la fiducia in se stessi, fiducia così necessaria in questo momento della vita. Il risultato non può che essere: se non riesco a raggiungere il mio obiettivo di perfezione vuol dire che non sono in grado di fare e quindi di essere. Anche se sostenuti dalle famiglie, il più delle volte non in modo adeguato seppur inconsapevolmente, con il ripetersi delle prove fallite la depressione può essere una delle strade possibili.
La visione della perfezione ha radici lontane
Se il contesto famigliare ed educativo di un bambino è stato estremamente rigido, ovvero se la critica è stata molto severa ed intransigente non facendo mai sconti ad un bimbo il quale legittimamente può incorrere in errore, quel bambino svilupperà la sensazione che tutto ciò che fa e farà sarà sempre sbagliato. Purtroppo non riuscirà a sviluppare la convinzione: anche se non è tutto perfetto pazienza! Al contrario, gli obiettivi da raggiungere saranno sempre più improntati alla perfezione ed anche quando i risultati saranno perfetti…la nostra ragazza sarà riuscita a spostare ancora più in là il significato della perfezione. Il convincimento ultimo sarà: io non potrò mai essere davvero fintanto che non sarò perfetta. Nel corso del tempo questa idea diventerà sempre più forte fino a diventare una credenza cristallizzata e l’accompagnerà per tutta la vita. Il corpo per le ragazze assume una valenza ancora più permeante, la perfezione viene ricercata proprio sul corpo acerbo delle adolescenti. Le ragazze passano molto tempo davanti allo specchio prima di uscire dal bagno, sono alla costante ricerca di quell’errore nel corpo da modificare per apparire come la tale modella del momento e, in questo particolare momento della vita scivolare nell’anoressia può rappresentare una scappatoia per uscire dal disagio. Le ragazze arrivano ad essere talmente ossessionate dal soddisfare le aspettative della bellezza fino ad arrivare a morire di fame o iniziare, una volta adulte il giro dei medici specializzati in chirurgia ricostruttiva ed estetica. Questi diventeranno i casi in cui la atelophobia può essere fisicamente dannosa per la salute.
Una ricerca per capire quanto è diffusa l’atelophobia
Il dott. Paolo Mezzana, Responsabile Servizio di Dermatologia Oncologica della Casa di Cura Marco Polo Roma e specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, avendo ricevuto spesso richieste di interventi anche dove oggettivamente non necessitavano del ricorso alla medicina estetica, ha attivato un sondaggio online sulla sua fan-page di FB, seguita da più di 1600 utenti, per capire quale fosse l’auto-percezione delle sue potenziali clienti. Ebbene, alla domanda Come ti consideri? solo il 18% ha risposto di vedersi bella, mentre il restante 82% si definisce normale o niente di che. Quasi tutte vorrebbero poter cambiare qualcosa del loro aspetto fisico: il 15% vorrebbe eliminare la pancia, il 10% rifarebbe il naso, il 35% vorrebbe cambiare qualcosa di se. Gli occhi sono la parte più apprezzata, il 41%, e come dar torto….sono il vero specchio dell’anima di ognuno di noi mentre il 20% modificherebbe volentieri le labbra. Per dirla con il dott. Mezzana: “Quando una donna si rivolge ad uno specialista in chirurgia plastica per sottoporsi ad un intervento assolutamente non necessario, e talvolta anche sconsigliabile, deve essere lo specialista ad indirizzarla verso soluzioni non invasive che le consentano di vedersi più bella e sentirsi più sicura, senza, però, ricorrere alla chirurgia. L’atelofhobia è una patologia seria e per alcune donne può diventare un ostacolo per la vita lavorativa e personale. Il processo ha origine a livello cerebrale ed è molto complicato porvi rimedio a livello fisiologico, ma è possibile offrire alla paziente un sostegno psicologico e suggerirle alcune soluzioni che le consentano di valorizzare i suoi pregi.” E noi ci sentiamo di aggiungere: finalmente un professionista serio, in grado di riconoscere gli stati del disagio psicologico e cercare delle soluzioni alternative alla semplice richiesta della ricerca della perfezione del proprio corpo.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia medica