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Se bisticcia con l’amico

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Evitare i conflitti con i compagni di classe o di gioco è praticamente impossibile. Ma non tutto viene per nuocere: gli scontri aiutano i nostri figli a diventare grandi e a maturare.

Anche tra i più piccoli si possono verificare litigi con l’amica o l’amico, anche se di vecchia data, che si conosce da tempo, con il quale ha frequentato il nido o la scuola materna, a causa di piccole incomprensioni che sfociano in uno scontro. Nelle bimbe il bisticcio resta spesso verbale o può terminare in un pianto, nei maschietti non di rado si arriva a usare mani e piedi, mentre i piccoli contendenti arrivano a farsi minacce tremende e propositi di vendetta.

Scontri assolutamente normali
Evitare i conflitti tra i nostri figli e i loro amici è praticamente impossibile. Se un piccolo della materna o della scuola primaria vive, come è giusto, in mezzo ai coetanei, in classe o ai giardinetti, viene quotidianamente in contatto con altri bambini, con nuove esperienze, che lo fanno maturare e crescere. All’interno di queste dinamiche è naturale che nascano contrasti, piccole gelosie verso l’amico preferito che comincia a trovarsi bene anche con un altro compagno e rende il legame con il nostro piccolo meno esclusivo. I bambini crescono, evolvono, formano il loro carattere che può anche cambiare. Un bimbo di tre anni timido può farsi più sicuro o mascherare la riservatezza con un’allegria un po’ chiassosa e non sempre apprezzata dagli altri. Al contrario, un ragazzino vivace e dinamico si può “calmare” con il tempo, incanalando la grande energia nello sport o nell’impegno a scuola. Personalità una volta simili con il tempo cambiano e possono non essere più in sintonia. La ragazzina dolce può non trovarsi bene con l’amichetta più matura, magari che ha una sorella grande, che la fa crescere più in fretta. Tutto questo porta a piccoli, grandi scontri che, finché non mettono a rischio l’incolumità fisica dei nostri figli e non incidono seriamente sulla loro serenità, sono assolutamente “fisiologici”.

Sta mettendo se stesso alla prova
Con i litigi, infatti, i bimbi imparano a diventare grandi e fanno le prove per entrare prima nell’adolescenza e poi nel mondo degli adulti, dove i confronti con l’altro sono continui. Attraverso il diverbio e lo scontro i piccoli si misurano con gli altri, mettendo alla prova la propria capacità di reagire, le risorse e i limiti della propria personalità. Un bambino troppo “controllato” e difeso, può diventare un ragazzino che non sa difendere le proprie idee e il proprio punto di vista a scuola, con gli amici e più avanti nel mondo del lavoro. Ma come dobbiamo comportarci noi genitori, quando ci accorgiamo che nostro figlio o la nostra bimba ha litigato – o litiga spesso – con gli amici, magari con uno in particolare? Prima di tutto, tratteniamoci dal parlarne con i genitori del piccolo contendente: i bambini non hanno il senso del rancore che caratterizza gli adulti e spesso un alterco tra loro si risolve in fretta, senza lasciare traccia nella relazione tra i due. Noi rischieremmo invece di mettere in discussione un rapporto sereno con un altro genitore, “adultizzando” una dinamica che è invece tipica dell’infanzia. Inoltre, siamo proprio sicuri che nostro figlio abbia piacere che noi prendiamo le sue difese? È più probabile che, difeso apertamente dalla mamma, si senta un bamboccio nei confronti degli amici, che lo vedrebbero effettivamente tale e lo prenderebbero in giro. Pur vigilando sui nostri figli, insomma, cerchiamo di evitare di interferire con i loro rapporti e di sostituirci a loro.

Aiutiamolo a diventare grande
Approfittiamo, piuttosto, dell’occasione per parlare con loro dell’episodio, cercando di capire il motivo dello scontro e suggerendogli soluzioni per fare la pace. A volte può bastare l’invito a una merenda insieme, a un pomeriggio di gioco a casa dell’uno o dell’altro, per riportare la serenità tra i due piccoli. Se, invece, ci rendiamo contro che un rapporto si è incrinato e che nostro figlio ci soffre, cerchiamo di maturare assieme a lui. Lo abbiamo detto: crescendo le personalità cambiano e può succedere che non si vada più d’accordo come poco tempo prima. Può succedere che l’amico del cuore di nostro figlio inizi a preferire un altro compagno di giochi e questo può generare una vera e propria crisi nel ragazzino. Fino ai primi anni della scuola dell’obbligo, l’amicizia è un rapporto esclusivo a due e difficilmente viene concepito l’ingresso di un terzo elemento. Quando un bimbo matura e inizia a voler allargare la cerchia, nascono forme di gelosia che possono sfociare in litigi. Cerchiamo allora di far capire a nostro figlio che se è bello essere amici in due, è ancora più bello essere un gruppo. Se il litigio si è svolto per il possesso di un oggetto, o all’interno di un gioco, proviamo a far loro capire che si tratta di normali processi della crescita, che un brutto momento passa per lasciare spazio a nuove occasioni. Che è giusto cercare altri amici e avere nuovi gusti. Sforziamoci noi genitori, per primi, di non macerarci nell’angoscia che qualche compagno dispettoso stia facendo soffrire il nostro piccolo. Che, forse, piccolo non è più tanto: sta crescendo e si confronta con la vita. Non sottraiamogli questa preziosa opportunità.

 

dott.ssa Rosalba Trabalzini

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