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Gemelli, tra somiglianza e diversità

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Soprattutto nel caso di fratelli monozigoti il rischio di una crescita simbiotica è molto forte. Per questo è importante cogliere subito i caratteri distintivi e favorire l’autonomia.

Stesso sesso, stesso colore degli occhi, stessi capelli, sembrano due gocce d’acqua e anche per i genitori potrà non essere facile, nei primi giorni di vita, distinguere con sicurezza l’uno dall’altro: sono i gemelli identici o monozigoti, derivanti dalla fecondazione di un’unica cellula uovo da parte di un unico spermatozoo. Solo in un secondo tempo, con la moltiplicazione cellulare, la cellula fecondata si divide in due embrioni, del tutto identici. Proprio per questo i gemellini, pur proseguendo ciascuno il proprio sviluppo all’interno dell’utero, nasceranno con lo stesso patrimonio genetico. Molto più comuni in natura sono invece i gemelli dizigoti (la cui incidenza è pari a circa i due terzi di tutti i parti gemellari): più che gemelli, essi sono in realtà fratellini, in quanto derivano dalla fecondazione di due cellule uovo da parte di due distinti spermatozoi. Per questo i due embrioni avranno un patrimonio genetico diverso, come quello di due fratelli e possono perciò essere anche di sesso diverso e non assomigliarsi affatto.

I primi segnali della diversità
In realtà, un osservatore attento è in grado di cogliere qualche piccola differenza anche nei gemelli identici fin dai primi giorni di vita. Potranno infatti avere tratti somatici uguali, ma non sarà identico, per esempio, il modo di succhiare al seno dalla mamma: uno magari sarà più pigro, l’altro più vorace. A distinguerli potrà essere anche il modo di muovere le manine al risveglio o di appoggiarle al seno della mamma durante la poppata. Come non sarà del tutto uguale il modo di piangere dei due fratellini e la mamma imparerà presto a distinguere senza errore quale dei due bambini la sta chiamando. E anche i tratti fisici, per quanto molto simili, possono differire in qualche minimo particolare: magari solo la curva di un sopracciglio o un piccolo neo che caratterizza solo uno dei due gemellini o, ancora, una guancia leggermente più paffuta rispetto all’altro.

Il pericolo dell’omologazione
Tuttavia, proprio perché i gemelli hanno caratteristiche così simili, spesso si è portati a trattarli in modo speculare e ad alcune mamme piace ancora oggi vestirli in modo uguale, fargli la stessa pettinatura, rendere insomma tutto molto “omologato”, valorizzare più le somiglianze rispetto alle diversità. E il fatto di vivere così tante esperienze insieme – essere allattati contemporaneamente, fare il bagnetto nella stessa vaschetta, condividere gli stessi giocattoli fin dalla nascita – fa sì che tra i gemelli si crei un legame e un linguaggio del tutto speciale. Ma perché il loro rapporto non rischi di essere troppo simbiotico, con il rischio di soffocare l’identità di ciascuno dei due, è importante cercare di cogliere, fin dai primi mesi di vita, le peculiarità di ciascuno e iniziare a rapportarsi con ciascun bambino in modo diverso.

La costruzione dell’identità
Fondamentale sarà in questo difficile lavoro l’apporto delle persone esterne alla famiglia: se in casa i gemelli per forza saranno indotti a condividere tante esperienze, è opportuno che al di fuori abbiano occasioni per provare esperienze in modo separato e con persone diverse. Per esempio, poter avere amici differenti con cui trascorrere un pomeriggio o, quando arriva il momento di andare all’asilo nido o alla scuola materna, essere seguiti da assistenti o maestre diverse, sono tutte occasioni che permettono a ciascun bambino di sentirsi unico e poter sviluppare la propria individualità. E quando saranno più grandi, invece di iscrivere i gemelli alle stesse attività sportive, è bene valorizzare i desideri e le aspirazioni diverse di ciascun bambino. E ben venga se uno dei due vuole iscriversi a calcio e l’altro predilige la musica. Perché è ormai provato che non è solo il patrimonio genetico a formare un individuo, ma che nello sviluppo dell’individualità di ciascun essere umano riveste un ruolo fondamentale anche l’ambiente nel quale si cresce e le esperienze con le quali ci si misura.

 

Nicoletta Modenesi

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