Tre settimane e si torna alla materna, riprendiamo le buona abitudini

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Tre settimane e si torna alla materna, riprendiamo le buona abitudini

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In tutta Italia, con variazione di pochi giorni tra una regione e l’altra, i primi di settembre riprendono il nido e la scuola materna. Un sollievo per le mamme che devono ricominciare a lavorare dopo l’estate, sanno bene di affidare il bambino a persone competenti e quindi al sicuro e, soprattutto, un luogo già famigliare per il piccolo. I primi giorni, però, la ripresa non è facile per il bambino, dopo il tempo passato in simbiosi con i genitori e lo è ancor di più per i piccoli che andranno alla materna per la prima volta. Ecco come è possibile rendere il rientro più piacevole.

Il rientro nella rassicurante routine
La vacanza è bella proprio perché ci sono meno regole, più libertà, si va a nanna più tardi e un gelato in più è quasi sempre concesso. I bambini, però, hanno bisogno di regole per sentirsi sicuri e il rientro nella quotidianità fa parte di queste. Il nostro consiglio, se possibile, è di non rimandare la partenza all’ultimo momento: è meglio lasciare ai bambini almeno un giorno di tempo per riabituarsi alla routine casalinga. Svegliarsi e dover incontrare subito educatrici e compagni, quando solo un giorno prima si era al mare o in montagna, può essere sia fisicamente sia psicologicamente troppo impegnativo per il bambino. Programmiamo quindi una giornata per svegliarsi a casa, per fare una passeggiata fino alla scuola o al nido, mentre rievochiamo insieme al piccolo i bei momenti trascorsi lì. Magari facciamo anche un salto al centro commerciale per acquistare gli ultimi oggetti necessari al corredo scolastico. Se abbiamo già tutto, una bella matita nuova o anche un piccolo gioco aiuteranno il bambino a rientrare nel piacere della quotidianità scolastica.

Piccoli trucchi per riabituarsi
Il primo giorno, poi, è normale che i piccoli della materna o del nido siano soggetti a una crisi di distacco: capita ai più grandicelli di quattro o cinque anni, figuriamoci ai più piccoli! Questo si verifica a causa dell’interruzione del legame esclusivo tra i bambino e i genitori. È importante dare modo al piccolo di riabituarsi, organizzando incontri con i bambini conosciuti perché erano in classe insieme l’anno precedente. Se, invece, è il primo anno, è consigliabile far entrare il piccolo a contatto con altri bambini prima di iniziare il nido o la materna. Le educatrici affermano che i bimbi abituati a giocare con coetanei o anche a vedere altre persone si adattano prima agli spazi ed ai compagni del nido. Si può quindi cercare di contattare qualche mamma che si conosce con il bambino ai giardini, oppure invitarli a casa o ancora andando a mangiare una pizza insieme. Nei giorni precedenti all’ingresso, è opportuno portare bimbo a conoscere le aule e le educatrici, lasciandolo giocare con qualche altro bimbo alla presenza della mamma. Gli si può anche concedere di portare da casa il suo giocattolo preferito. Un oggetto famigliare gli dà l’impressione di un legame di continuità.

Iniziare poco alla volta
Indipendentemente se: sia nido o sia la materna, quando si tratta dei primi giorni si segue un vero e proprio iter di inserimento, il bambino va lasciato progressivamente nella struttura, affinché si abitui poco per volta. Lo stesso criterio andrebbe seguito anche se il bimbo è più grande, invece di lasciarlo al nido per l’intero orario pieno, è meglio lasciarlo solo per mezza giornata. Poi, si allunga progressivamente il tempo di permanenza. Si può anche cercare di fare in modo che il bambino associa la permanenza al nido o a scuola come un momento di grande divertimento e di passatempi poco concessi in casa per gli spazi ristretti. A partire da un anno di età, i piccoli sono molto curiosi e amano fare giochi nuovi, tipo pasticciare con acqua e farina, oppure scarabocchiare su grandi superfici. A casa è quasi impossibile fare tutto ciò, sono passatempi quanto meno poco pratici. Se il piccolo capirà la differenza, si abituerà a considerare il nido il luogo giusto per la libertà e il gioco. E lo apprezzerà di più. Se dopo una settimana il bimbo non vuole saperne di stare al nido e continua a piangere, è utile approfondire il problema, parlandone con le educatrici e facendosi raccontare cosa accade.

Giorgia Andretti

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