
Come ogni anno il mese di Settembre scandisce la fine dell’estate e il ritorno dei nostri ragazzi tra i banchi di scuola. Ancora una volta per mamma e papà si ripropone lo stesso dilemma: tempo pieno o solo mattina con pranzo a casa? Per molti genitori la scelta è obbligata dagli orari di lavoro, in questi casi il tempo pieno è provvidenziale per la famiglia. Altri, più fortunati perché magari possono contare sull’aiuto dei nonni o delle tate, preferiscono iscrivere il bambino solo per mezza giornata. La scelta va ponderata in base alle esigenze dei ragazzi, prima di tutto, ma anche delle possibilità della famiglia. Alcuni bambini, soprattutto i più piccoli, soffrono il distacco da casa per così tante ore, altri non avvertono questa situazione come un disagio, anzi il tempo pieno rappresenta una continua conquista, quella dell’indipendenza.
Il tempo pieno: vantaggi e limiti
Combattuti tra lavoro e famiglia, i genitori moderni compiono salti mortali per far quadrare la giornata e pianificare ogni minuto. Sapere i propri figli in un posto sicuro come la scuola è tranquillizzante. Inoltre, non dimentichiamo la possibilità di consumare il pasto con i propri compagni. Mangiare insieme è una delle esperienze più importanti, si imparano le regole della civile convivenza, il rispetto dei tempi e la condivisione. Non sono pochi i bambini che preferiscono il cibo preparato dalla mensa scolastica al posto degli elaborati piatti della nonna o della tata. Un altro vantaggio del tempo pieno è sicuramente il fatto che i nostri figli svolgono tutto il lavoro a scuola. Non hanno quindi, se non in maniera ridotta, compiti da finire a casa. Possono dedicare il resto del tempo a un’attività sportiva oppure ad altri passatempo. Abbandoniamo quindi i sensi di colpa, i nostri figli a scuola stanno bene anche nelle ore pomeridiane e concentrano tutte le attività in un intervallo ben preciso, lasciando poi libero il resto del pomeriggio.
Il tempo ridotto: quando sceglierlo
Se non abbiamo problemi di tempo perché possiamo contare sull’aiuto di nonni e tate, probabilmente la scelta del tempo ridotto a scuola non ci darà grandi problemi. Di sicuro ridurre il carico di ore di lezione potrà sembrare agevole per i nostri ragazzi, ma non dimentichiamo il fattore compiti. I bambini avviati alla frequenza della mezza giornata avranno dei compiti da svolgere a casa e ciò potrebbe intralciare lo svolgimento di altre attività. E’ quindi necessario valutare bene quale sia la condizione ottimale per i nostri figli. Molto dipende dell’organizzazione che ciascuna famiglia ha posto in essere e dalle predisposizioni dei nostri figli. Il tempo parziale è sicuramente più riposante per loro, soprattutto per i più piccoli. Il tempo parziale è oltremodo utile ai diversamente abili, oppure con quelli che hanno problemi cognitivi o deficit di attenzione e quindi, non riescono a mantenere la concentrazione per tanto tempo. Indipendentemente se la scelta è stata del tempo pieno o del tempo parziale, l’importante è sentirsi sicuri di aver fatto la scelta giusta, poiché le nostre emozioni sono percepite perfettamente dai nostri figli. Un genitore con sensi di colpa difficilmente riuscirà a nasconderli, inevitabilmente li trasmetterà al bambino con la conseguenza di turbare la sua serenità e il rendimento scolastico.
Sonia Chiappetta