Un tempo si diceva che chi dorme non piglia pesci. Forse pesci no, ma voti migliori a scuola sì. Almeno secondo uno studio pilota coordinato dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Roma La Sapienza, pubblicato sulla rivista Nature and Science of Sleep. Lo studio è stato svolto sugli studenti del primo anno delle superiori dell’istituto – Ettore Majorana – di Brindisi: i giovanissimi, entrando a scuola più tardi, avrebbero mostrato un livello di attenzione più alto e anche il rendimento degli studenti sarebbe migliore. Già nel 2014 pubblicammo una ricerca simile e con gli stessi risultati realizzata dal Bradley Hasbro Children’s Research Center
Il team di ricercatori guidato da Luigi De Gennaro del Dipartimento di Psicologia della Sapienza e dal dirigente scolastico Salvatore Giuliano, ex sottosegretario al MIUR, ha coinvolto gli studenti dell’Istituto Ettore Majorana di Brindisi per un intero anno scolastico. Gli esperti sono partiti da presupposto che, posticipando l’entrata a scuola, i ragazzi avrebbero potuto dormire più a lungo. Durante l’anno scolastico 2018-2019 hanno coinvolto gli studenti del primo anno delle superiori, divisi in due gruppi: per tutto l’anno una parte degli studenti entrava all’orario tradizionale, alle 8.00 del mattino, il secondo entrava un’ora dopo, ossia alle 9.00. In entrambi i gruppi, con cadenza mensile sono state monitorare le caratteristiche del sonno e le prestazioni raggiunte durante il giorno attraverso specifici test di attenzione. I risultati del lavoro hanno confermato le aspettative dei ricercatori: dormire un’ora in più ha un effetto positivo sul rendimento degli studenti e sugli effetti del posticipo dell’orario sulla salute. In particolare, è stato osservato un aumento del tempo di sonno, con diminuzione delle sue alterazioni, associato a un costante miglioramento dell’attenzione durante le ore scolastiche e a un marcato incremento del rendimento.
È stato insomma confermato quello che i neurologi vanno affermando da tempo, ossia che dormire bene influisce positivamente sulla salute e sulle performance cognitive. Il sonno di qualità e in quantità sufficiente è strettamente correlato con il potenziamento di funzioni cognitive come apprendimento, concentrazione e attenzione, ma anche con il mantenimento dell’equilibrio psico-emotivo e relazionale. Vale per tutti, ma ancora di più per i giovani che hanno bisogno di un maggior numero di ore di sonno. Il riposo infatti rigenera i neuroni, fissa i ricordi importanti aiutando a eliminare quelli secondari, favorisce la creatività e l’attenzione. Nei giorni festivi non venivano registrate fra i due gruppi differenze relative al sonno, confermando che gli effetti dell’aumento di sonno sono strettamente dipendenti dal tardivo inizio delle lezioni. Ecco perché posticipare l’ingresso a scuola potrebbe rivelarsi vantaggiosa, soprattutto tenendo conto che oggi i ragazzi vanno a letto sempre più tardi, adeguandosi loro malgrado ad abitudini non del tutto corrette che derivano dalla società e dai ritmi famigliari. Ma soprattutto ritardare l’ingresso a scuola di un’ora aiuta a diluire l’affollamento sui mezzi pubblici dando un aiuto a diluire folle sui mezzi pubblici.
E c’è un altro studio a vantaggio di un ingresso posticipato a scuola: meno attacchi di emicrania. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Headache: The Journal of Head and Face Pain, condotto da esperti dell’Università di San Francisco. In pratica, gli adolescenti con emicrania che iniziano le lezioni prima delle 8:30 convivono con il mal di testa 7,7 giorni al mese in media, tre in più ogni mese rispetto a chi inizia più tardi le lezioni. Dormire una quantità adeguata di tempo e in modo regolare potrebbe ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania. In media gli studenti che entrano presto a scuola presentano 7,7 giorni al mese con cefalea; quelli che entrano dopo, 4,8 giorni al mese in media. La possibilità di posticipare alle ore 9 l’ingresso a scuola andrebbe preso in considerazione, a un patto: che non sia una scusa per i ragazzi per andare a scuola ancora più tardi, perché in questo caso tutti i benefici sarebbero annullati.
Sahalima Giovannini