Non è mai troppo tardi per smettere di fumare. Il fumo fa male a tutti

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Non è mai troppo tardi per smettere di fumare. Il fumo fa male a tutti

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Il fumo causa diversi tipi di malattie più o meno gravi. Eppure, la sola consapevolezza di questo non è sufficiente a convincere un fumatore a dire addio alla sigaretta. Dalla combustione della sigaretta, pipa o sigaro si sprigiona catrame, azoto, ammoniaca e altre sostanze tossiche, tutte insieme danneggiano i tessuti delle vie respiratorie alte, predisponendo a malattie respiratorie come asma, bronchite cronica, enfisema polmonare, oltre che al tumore polmonare, che è uno dei più aggressivi e subdoli. Il fumo è responsabile di almeno il 30 per cento di tutti i tipi di tumore, anche al seno, alla vescica e al pancreas. Inoltre, fumare indurisce i vasi sanguigni, predisponendo anche a infarto e a ictus. In Italia sono oltre 80 mila le persone che ogni anno perdono la vita a causa del fumo, per la maggior parte di età compresa tra i 35 e i 69 anni. Mediamente, un fumatore perde 20 anni di vita per colpa della sigaretta.

Smettere di fumare,
smettere subito Smettere di fumare è la cosa migliore da fare anche se non si è più giovani: dopo pochi giorni migliora già la respirazione e la pressione arteriosa si normalizza. Dopo due anni dall’addio al fumo, il rischio di disturbi cardiaci è uguale a quello dei non fumatori, dopo cinque anni si riduce della metà il rischio di tumori all’esofago e al cavo orale. Dopo dieci anni la possibilità di ammalarsi di tumore ai polmoni si riduce fino al 70 per cento e il rischio di ictus torna uguale a quello dei non fumatori. Smettere di fumare anche a 70-80 anni e più significa migliorare nettamente la qualità della vita e l’indipendenza. Quindi non c’è tempo da perdere. Il discorso vale per tutti, anche per gli anziani, ma soprattutto per i ragazzi che sempre più numerosi si vedono per le strade con la sigaretta tra le dita. E, ancor di più vale per le giovani mamme, troppo spesso espongono i piccoli al fumo passivo, trasmettendo loro la cultura scorretta del fumo visto solo come qualcosa dei grandi da imitare.

I danni del fumo in gravidanza
Fumare in gravidanza poi, è doppiamente dannoso, si può mettere a repentaglio la salute del feto. I bambini delle donne fumatrici nascono più piccoli, più irritabili e più esposti alle malattie. La nicotina ha effetti dannosi sia durante la gestazione stessa, sia sulle condizioni di salute del bambino dopo la nascita. Tra le donne fumatrici è stato riscontrato un più alto numero di gravidanze extrauterine e di parti prematuri. I bambini, alla nascita, possono essere di peso inferiore alla norma. La nicotina diminuisce l’afflusso del sangue al feto, e questo provoca un minore apporto di nutrimento e una diminuzione della crescita. Il piccolo, inoltre, è esposto agli stessi rischi che corre un fumatore: disturbi respiratori e cardiocircolatori. Anche il sistema immunitario ne risente e il bambino corre il rischio di ammalarsi più facilmente.

Niente fumo in casa: c’è un bambino
Il vizio di fumare costituisce un serio problema per il bimbo anche durante l’allattamento. E’ sufficiente un pacchetto di sigarette al giorno per far arrivare al piccolo, attraverso il latte, il 10 per cento delle dose letale minima di nicotina. Questa sostanza può provocare nei bambini crisi di nausea, vomito e diarrea. Senza contare gli effetti del fumo passivo. I gas che si sprigionano dalla combustione della sigaretta sono responsabili dell’insorgere di reazioni allergiche, bronchiti, polmoniti e, più tardi, danni seri all’apparato respiratorio. È però necessario dire basta alla sigaretta anche dopo che si è finito di allattare. Il figlio di un fumatore o di una fumatrice è infatti esposto ai danni del fumo passivo involontariamente da parte dell’adulto, per esempio quando lo si spinge sul passeggino con la sigaretta accesa: il bambino respira comunque i fumi dannosi. In casa, non basta evitare di accendere la sigaretta in un’altra stanza, nemmeno con la finestra aperta: il fumo penetra comunque nell’ambiente e si deposita su mobili, tappeti e tessuti, dove può entrare in contatto con il bambino. Ecco perché, soprattutto per il proprio bambino, è necessario dire basta.

Giorgia Andretti

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