Cellulari in classe, in Italia sono vietati ma hanno via libera a New York

In gravidanza e nei primi anni, ecco quando occorre assumere il fluoro
22 Gennaio 2015
Le infezioni urinarie nei bambini: la strategia vincente è riconoscerle
26 Gennaio 2015

Cellulari in classe, in Italia sono vietati ma hanno via libera a New York

Condividi sui social

Il sindaco di New York permette ai ragazzini di portare il cellulare in classe. Motivazione: combattere una sorta di racket che si era venuto a creare attorno agli smartphone. Infatti, dopo il divieto del sindaco predecessore della Grande Mela, Bloomberg, i ragazzini non potevano entrare in classe con il telefonino: avevano preso l’abitudine di depositare il cellulare in negozi o addirittura in furgoncini attrezzati allo scopo di custodirli, dietro il pagamento di un euro al giorno; una cifra che moltiplicata per i giorni scolastici, poteva arrivare anche a 150 o 200 euro l’anno a famiglia.

Cellulare solo in aree ad hoc
Lasciare a casa il cellulare? Nemmeno a parlarne: i genitori newyorkesi desiderano sapere se i figli sono arrivati a destinazione e che cosa fanno dopo le ore di scuola. Non dimentichiamo che negli Usa le distanze non sono le nostre ed i ragazzini percorrono spesso chilometri da soli prima di arrivare a casa. Legittimo, dunque, il desiderio dei genitori di poterli raggiungere telefonicamente, per ragioni di sicurezza e di tranquillità, nei lunghi momenti in cui i ragazzini sono al di fuori dalle mura protettrici della scuola. Il sindaco, però, ha precisato: tenere con sé il cellulare durante le ore di lezione non significa poterlo usare, anzi, i telefoni staranno nello zaino o in altro luogo destinato allo scopo, sempre rigorosamente spenti e potranno essere utilizzati solo in alcune aree dedicate della scuola, oppure nella pausa mensa, non potranno mai essere tenuti accesi durante le lezioni e utilizzati durante l’esecuzione di compiti in classe e verifiche. Poiché non esiste una direttiva precisa in generale, saranno i singoli istituti a doversi dotare di linee guida per l’uso sensato e intelligente dei telefonini.

In Italia non si può: lo dice la legge
Nel nostro paese, utilizzare il telefonino a scuola è vietato dalla Direttiva Ministeriale n. 30 del 15/3/2007 del Ministro Fioroni. La legge prevede misure disciplinari severe per i ragazzini sorpresi con il telefonino acceso durante le lezioni. La legge è stata fatta anche per tutelare i ragazzi dalle forme di bullismo che si possono esplicare anche attraverso il telefonino, con video effettuati ai danni di compagni e poi fatti circolare in rete. In realtà, le tutele sono affidate alle normative di ogni singola scuola. Qualcuna è decisamente più severa e punisce con una nota o addirittura con la sospensione del ragazzo sorpreso a usare il telefono in classe. In altri istituti la condotta è molto più soft. Spesso si chiude un occhio, oppure il cellulare viene ritirato, ma qualche ragazzino ne possiede due. Noi crediamo che il telefonino, durante le ore di lezione, vada assolutamente tenuto spento, per tante ragioni. In primo luogo è una questione di sicurezza. Infatti tanti telefonini accesi possono creare in classe un campo elettromagnetico non da poco, sui possibili danni c’è ancora tutto da appurare. In secondo luogo, i telefonini non vanno usati per ragioni di correttezza: durante le lezioni e i compiti in classe si deve prestare attenzione e rispetto all’insegnante, misurandosi con le competenze che sono state acquisite e non cercando dall’esterno aiuto al compito per il quale non si è preparati. Infine, c’è una questione di rispetto delle regole. La scuola – come i luoghi di culto, gli ospedali e altri spazi pubblici – è tra le zone che dovrebbero essere off limits per i cellulari, per questioni di privacy e di rispetto dell’altro. Quindi, se vietare non serve, sarebbe meglio educare, in primo luogo i genitori. Mamme e papà che considerano uno smartphone di ultima generazione un regalo di promozione, che non spengono il proprio telefono nemmeno a cena, sono genitori che, inconsapevolmente, trasmettono ai figli di poter agire sempre e comunque come preferiscono, anche a dispetto delle regole.

Sahalima Giovannini

Registrati o Accedi

Lascia un commento