Secondo uno studio inglese è meglio non dire ai bambini che zucchine, broccoli
e spinaci fanno bene
Se volete far mangiare le verdure ai vostri figli, non ditegli che fanno bene. Il consiglio “autorevole” è
della professoressa Jane Wardle, ricercatrice dell’University College di Londra, che ha condotto uno studio sul rapporto dei bambini con il cibo.
Arrivando ad una inaspettata conclusione: il piccolo che non sa che un cibo è particolarmente salutare ha più probabilità di mangiarlo del coetaneo che
è stato informato delle qualità benefiche di ciò che ha davanti
La tesi della Wardle è nata dall’esito di alcuni esperimenti: quando a un
gruppo di bambini tra i cinque e i dieci anni è stata data una bevanda che non avevano mai assaggiato, quelli che sapevano che faceva bene l’hanno
apprezzata molto meno degli altri, che invece l’hanno bevuta senza farsi problemi e le hanno dato un giudizio a grandi linee positivo.”Dire che
un cibo è salutare può essere controproducente – avverte la professoressa – Dà al bambino un segnale negativo: se c’e’ un motivo per il quale lo deve
mangiare, il bambino capisce, anche a pochi anni d’età – che forse potrebbe non piacergli”. Lo stesso ragionamento vale per i piccoli incentivi
offerti in cambio di un regime alimentare equilibrato. “Il bambino è capace di raggiungere le sue conclusioni -sottolinea la Wardle-, se c’è un
premio alla fine, vuol dire che come esperienza potrebbe non essere interamente positiva”.
Allora, come vincere la guerra delle
verdure? Per la professoressa la soluzione è una sola. “Trattarle esattamente come ogni altro cibo e offrirle ai figli spesso, magari in piccole
dosi, senza farle diventare un dramma. Ci vogliono sino a dieci esposizioni a un gusto per cambiare il giudizio di un bambino da ‘non mi piace’ a
‘mi piace’. Tra i due e i dieci anni spesso si rifiutano cibi più per abitudine che per altro: le piccole manie alimentari dei bambini si possono
cambiare. Il problema – aggiunge la Wardle – è che gettiamo la spugna troppo in fretta e, quando il bambino si rifiuta di mangiare qualcosa,
gli offriamo un’alternativa. Abbiamo paura che vada a letto affamato e che non mangi abbastanza”.
Nessuno è infallibile, però: la Wardle
ha due figli. La più grande non ha problemi. Il più piccolo, nonostante abbia già 17 anni, ancora non si avventura su alcuni cibi. “Se glieli
avessi dati quando era piccolo – dice -, probabilmente sarei riuscita a convincerlo a mangiare tutto, anche i broccoli”.
Matteo De Matteis