Parto cesareo e antibiotici in gravidanza possono essere causa di obesità

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Parto cesareo e antibiotici in gravidanza possono essere causa di obesità

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Se la mamma ha assunto troppi antibiotici in gravidanza il piccolo corre il rischio di sviluppare problemi di obesità. Lo afferma il – Northern Manhattan Mothers and Children Study – della Mailman School of Public Health della Columbia University, negli USA, secondo il quale i bambini che sono stati esposti ad antibiotici nel secondo o terzo trimestre di gravidanza presentano un maggior rischio di obesità infantile a partire dall’età di 7 anni. La ricerca ha anche messo in evidenza un secondo particolare: le madri che hanno dato alla luce i propri figli con parto cesareo, sia elettivo sia non, vi potrebbe essere un rischio maggiore di obesità della prole. I risultati dello studio sono stati pubblicati online sulla rivista International Journal of Obesity.

Antibiotici inutili, rischio di obesità
Lo studio ha arruolato oltre 700 donne in gravidanza, in buona salute e non fumatrici, da cliniche prenatali e dal Presbyterian Hospital e Harlem Hospital Center a New York tra il 1998 e il 2006. Delle madri coinvolte, 436 madri e i loro figli sono stati seguiti fino ai 7 anni di età. Di questi 436 bambini, il 16 per cento è nato da madri che hanno usato antibiotici nel secondo o terzo trimestre. I bambini esposti agli antibiotici in questo lasso di tempo corrono un rischio di obesità più alto dell’84%, rispetto a quelli che non sono stati esposti. Se i risultati saranno confermati, sarà necessario capire attraverso quali meccanismi le curve di crescita nell’infanzia vengono influenzate nelle prime fasi di sviluppo. Studi come questi non devono scoraggiare l’uso di antibiotici quando sono necessari dal punto di vista medico, ma è importante riconoscere che gli antibiotici sono attualmente prescritti in maniera eccessiva.

Cesareo sì, solo se lo stabilisce il medico
Anche il parto cesareo, indipendentemente dall’utilizzo di antibiotici prima della nascita, è stato associato ad un rischio più elevato del 46% di obesità infantile. I ricercatori hanno controllato i bimbi classificandoli in base ad età materna, etnia, peso alla nascita, sesso, allattamento al seno nel primo anno, assunzione di antibiotici in gestazione o tipo di parto. I risultati confermano i risultati condotti in una serie di articoli che hanno esaminato i dati sul parto cesareo. È possibile pensare che la nascita attraverso parto cesareo, in maniera simile all’uso di antibiotici durante la gravidanza, possa ridurre la normale trasmissione di batteri dalla madre al bambino e perturbare l’equilibrio del microbiota nel bambino. Saranno necessarie ulteriori verifiche per capire per quale motivo l’abuso di antibiotici in gravidanza e il cesareo predispongano all’obesità, ma un fatto è certo: il nostro paese vanta il non certo invidiabile record di cesarei, con oltre il 30% dei parti che avvengono in questo modo, l’OMS dichiara che non dovrebbero superare il 15%. L’Italia è anche uno dei paesi in cui si consumano più antibiotici senza una reale evidenza, tanto è vero che è in crescita il fenomeno dell’antibiotico-resistenza: questi farmaci si rivelano spesso inefficaci verso malattie che un tempo curavano le infezioni batteriche senza problemi. È quindi il caso di fermarsi a riflettere se il miglioramento di questa situazione non possa partire anche da ciascuno di noi, da un uso più intelligente dei farmaci e dal ricorrere al cesareo solo quando davvero necessario.

Valentina Scarpelli

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