

Un altro capo d’accusa contro il trash food o cibo spazzatura: non fa solo ingrassare predisponendo quindi a disturbi circolatori e cardiovascolari in età adulta, ma sembrerebbe avere effetti negativi anche sul sistema nervoso. I piccoli nati da donne che, in gravidanza, si lasciavano andare a una alimentazione scorretta hanno manifestato in media un maggiore nervosismo già nei primi mesi di vita. La situazione peggiorava poi nel tempo, se al bimbo, al posto di frutta e verdura, venivano offerti cibi pronti, pieni di zuccheri, grassi e poveri di nutrienti buoni.
Più disturbi nervosi con il cibo sbagliato
L’indagine, unica nel suo genere, è stata condotta alla Deakin University di Melbourne, in Australia ed è stata pubblicata sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Il dottor Felice Jacka e i suoi ricercatori hanno analizzato una ampia mole di dati che si riferivano a oltre 23.000 gestanti e ai loro figli seguiti fino al quinto anno di vita. Gli esperti hanno riscontrato l’importanza della dieta in gravidanza e del rilevante impatto sulla salute mentale e comportamentale del piccolo. Le donne in gravidanza sono state invitate a compilare un questionario al fine di rilevare il loro stile alimentare ed il consumo e frequenza nella dieta di 225 alimenti. Attraverso un secondo questionario è stato poi esaminato lo stile alimentare dei loro bambini fino ai 5 anni di età. Infine è stato utilizzato il protocollo – Child Behavior Checklist – test finalizzato alla rilevazione dei segnali di disturbi neurologici e psichiatrici relativamente ad aggressività, iperattività, ansia e depressione. È emersa una netta correlazione tra la dieta scorretta in gravidanza, con alimenti spazzatura come snack e bibite e il rischio di disturbi del comportamento del bambino. Analoga associazione è emersa tra alimentazione del piccolo e il suo stato psicologico.
Più vitamine, minerali e grassi buoni per la mente
I ricercatori stanno ancora indagando sulla correlazione tra cibo e sviluppo di iperattività e disattenzione, ma qualche ipotesi può già essere avanzata. Gli alimenti spazzatura sono poverissimi di sostanze nutritive, poiché contengono soprattutto elementi poco utili o addirittura dannosi. Patatine, hamburger pronti con salse e sottaceti, pizzette e focacce contengono sale in gran quantità interferendo di fatto sulla circolazione sanguigna, sul sistema nervoso e sul metabolismo in generale. Oltre ai cibi salati, anche nei dolci, si ritrovano grassi saturi non buoni per l’organismo. Dolci e i soft drink sono ricchissimi di zuccheri semplici, queste sostanze possono provocare un picco glicemico a cui fa seguito una iperproduzione di insulina: tutto questo si traduce in una elevata eccitabilità nel comportamento. Ciò che è più preoccupante è l’effetto di questi alimenti sul sistema nervoso del bambino: inizia già a verificarsi durante la gravidanza, quando si formano le cellule neuronali del piccolo. Gli elementi ingeriti passano infatti al bambino attraverso la placenta, costituendo la sua alimentazione quotidiana.
Mangiare bene già prima di venire al mondo
In gravidanza, dunque, una confezione di patatine ogni tanto è ammessa, come pure una fetta di dolce una volta la settimana. La base dell’alimentazione deve essere però costituita da cibi di qualità, al fine di nutrire in modo adeguato l’organismo e il sistema nervoso del piccolo nel momento più importante: quando il suo fisico e la sua struttura nervosa si stanno formando. I cibi salutari da preferire spaziano tra: frutta e verdura, ben lavata con bicarbonato o se possibile, sbucciate fonte di vitamine e di Sali minerali;; olio di oliva e al pesce ricchi di grassi buoni polinsaturi, un vero nutrimento per il sistema nervoso; yogurt e ai latticini magri per il loro contenuto di calcio, così utile per la formazione delle ossa e per la regolazione della trasmissione degli impulsi nervosi. Sì, infine, ai cereali integrali: regalano energia di lento consumo e triptofano, che assicurano una sensazione di calma e benessere a mamma e bambino. Queste regole, ovviamente, vanno seguite anche per l’alimentazione del piccolo durante e dopo lo svezzamento.
Giorgia Andretti