L’importanza del vaccino per la rosolia, pensiamoci se vogliamo un bimbo

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L’importanza del vaccino per la rosolia, pensiamoci se vogliamo un bimbo

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In Italia il vaccino contro la rosolia è disponibile gratuitamente, eppure ci sono ancora troppi casi di rosolia in gravidanza e congenita, la forma che colpisce il bambino quando è ancora nella pancia della mamma. Lo ricorda il Ministero della Salute, in una recente circolare in cui si definiscono nuovi criteri per le segnalazioni dei casi. Di recente ci sono state due epidemie di rosolia, purtroppo hanno coinciso con picchi di incidenza di infezioni rubeoliche congenite e in gravidanza. Queste epidemie si sono verificate nel 2008 e nel 2012.

Il vaccino è disponibile, ma in poche lo richiedono
L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della settimana europea delle vaccinazioni, ha presentato dati interessanti che parlano appunto delle conseguenze dell’infezione di rosolia tra le gestanti. Tra il 2005 e il 2012 ci sono stati 95 casi di rosolia in gravidanza, di cui 17 solo nell’ultimo anno. L’infezione ha determinato 23 interruzioni di gravidanza, 24 sindromi da rosolia congenita e un bimbo nato morto. Nello stesso periodo i casi di rosolia congenita sono stati 59, di cui 16 nel 2012. Ancora poco utilizzato è uno strumento semplice, gratuito ed efficace: la vaccinazione. Dall’avvio del Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita la copertura vaccinale contro la rosolia, grazie a strategie di vaccinazione estesa dei nuovi nati, è aumentata, ma è ancora al di sotto della soglia del 95%, prevista per il raggiungimento dell’obiettivo di eliminazione. Anche la copertura vaccinale delle adolescenti e delle donne in età fertile è inferiore al tasso critico per impedire la circolazione virale

La Rosolia non è un liquore
Ancora qualcuno confonde il Rosolio con al Rosolia. La rosolia è una malattia infettiva dovuta al rubivirus, la sua trasmissione avviene attraverso le gocce di saliva. Colpisce soprattutto i bambini, in genere tra i 6 e i 12 anni, la malattia di per se non è invalidante per il paziente, lo è al contrario per gli effetti invalidanti sul feto se ad esserne infettate sono le donne in gravidanza. Il bambino, infatti, può avere la cosiddetta rosolia, congenita, una forma che può essere contratta nei primi giorni di vita – rosolia congenita. La rosolia non dà particolari sintomi. In genere, dopo un periodo di incubazione cha va dai 12 ai 20 giorni, compare solo gonfiore dei linfonodi del collo e delle orecchie. Non sempre è accompagnata dalla comparsa di macchie e può anche succedere che queste vengano confuse con i segni di altre malattie, per esempio con quelle della scarlattina. Le macchie sono rosa pallido e compaiono sul viso per poi diffondersi sul torace, sulla schiena, sulle gambe e sulle braccia. Sono leggermente in rilievo e abbastanza distanziate tra loro. Alcune volte la febbre fa da corollario alle macchie.

Un rischio soprattutto per la futura mamma
La rosolia è una infezione lieve e guarisce spontaneamente senza lasciare traccia. Il grande problema è solo legato alla gravidanza ed alla salute del feto. La rosolia, infatti, è un rischio soprattutto se è nella forma congenita. I rubivirus riescono ad attraversare la placenta mentre gli organi bersaglio del feto sono: il cuore e gli occhi. E’ quindi fondamentale la prevenzione, soprattutto per evitare che una bimba, una volta donna, la possa contrarre proprio durante la gravidanza. Il vaccino è disponibile ed anche se non è obbligatorio è vivamente raccomandato. Va somministrato verso i 15 mesi con un richiamo a 6 anni. Per chi non ha effettuato la vaccinazione nell’infanzia, è consigliabile farla a 12 anni. Dopo i 30 anni si consiglia a tutte le donne un controllo per verificare che la presenza dell’immunità dalla rosolia. Anche i maschi dovrebbero essere vaccinati – è disponibile la cosiddetta trivalente, Morbillo-Parotite-Rosolia – MPR, proprio con l’obiettivo di contenere la diffusione delle epidemie di rosolia.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it
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