Oltre 500mila persone soffrono di allergia a strumentazioni elettriche

La luminosità del PC, tablet o smartphone può creare problemi alla vista
29 Aprile 2013
Tutte le interazioni possibili tra contraccettivi, farmaci ed alimenti
1 Maggio 2013

Oltre 500mila persone soffrono di allergia a strumentazioni elettriche

Condividi sui social

Malessere generalizzato, problemi respiratori, mal di testa: non sono i sintomi di un problema influenzale ma di una forma di allergia causata dagli apparecchi elettrici ed elettronici. Si chiama MCS – Sensibilità Chimica Multipla, solo nel nostro paese ne soffrono almeno 500 mila persone. E’ un disturbo che rende fortemente sensibili all’esposizione ai campi elettromagnetici, come quelli emessi da Tv, telefonini e frigoriferi.

Un problema ancora da indagare
L’elettrosensibilità è stata a lungo avversata come vero problema. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ammette che è un problema da non ignorare, poiché è certo che in diversi Paesi ne soffre una consistente percentuale della popolazione. La stessa OMS, tuttavia, ritiene che al momento non esiste alcuna base scientifica per mettere i sintomi di malessere in relazione con le esposizioni ai campi elettromagnetici. Alcuni paesi, però, come il Canada, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Svizzera stanno valutando l’ipotesi di condurre studi più specifici per riuscire a catalogare la sindrome come una vera e propria malattia. Alcune nazioni lo hanno già fatto: la Svezia, per esempio, ha una legislazione che ritiene l’elettrosensibilità un vero e proprio disturbo dal punto di vista clinico, giuridico e sanitario. Chi ne soffre ha diritto all’invalidità permanente e riceve dallo Stato il supporto e le cure necessari per migliorare le proprie condizioni. Condividono il punto di vista svedese neuroscienziati e oncologi di tutta Europa, secondo i quali ci sarebbe anche un altro rischio: la possibilità che i campi elettromagnetici possano causare anche malattie degenerative del sistema nervoso e perfino forme tumorali.

Le cure da noi non sono disponibili
La pensa così anche il professor Giuseppe Genovesi, immunologo e allergologo del policlinico Umberto I di Roma, ha diagnosticato la sindrome da elettrosensibilità ad una donna sarda di 49 anni, vincendo così la sua battaglia contro l’Asl ottenendo il pagamento anticipato delle spese mediche per le cure in una clinica londinese, unico centro europeo per la cura di questa malattia. Secondo l’esperto, anche se è definita rara, la MCS e’ abbastanza diffusa: si stima che almeno il 3% della popolazione ne sia soggetta. Questo significa che, in Italia, le persone colpite da MCS dovrebbero essere circa 500.000, ma secondo vari esperti la cifra è sottostimata. Al solo Policlinico Umberto I, per esempio, sono state ottenute 300 diagnosi di MCS negli ultimi due anni e circa l’8% dei casi ha riguardato bambini. Il problema è che spesso tale disturbo non venga riconosciuto o è scambiato per un disturbo psicologico. È quindi possibile che molte persone non sappiano di esserne affette. La causa della MCS, associata o meno ad elettrosensibilità, è legata a caratteristiche genetiche che predispongono alla malattia: una ridotta capacità genetica di eliminare le sostanze tossiche e una maggiore influenzabilità a fattori ambientali. Per affrontare la MCS oggi sono disponibili specifiche immunoterapie che permettono di ottenere la progressiva desensibilizzazione alle onde elettromagnetiche. In Italia, però, tali terapie non sono ancora disponibili. Nell’attesa, l’unico rimedio per avere sollievo al fastidio è cercare di tenere i soggetti sensibili il più lontano possibile da fonti di inquinamento elettrico, ossia da apparecchiature elettroniche e da elettrodomestici in funzione. Questo però non è sempre facile, vista la diffusione delle apparecchiature nelle abitazioni e in generale nella società di oggi: basti pensare alla presenza delle centraline per la connessione wireless e ai ripetitori per la telefonia mobile che creano campi elettromagnetici un po’ ovunque.

Sahalima Giovannini

Registrati o Accedi

Lascia un commento