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La profilassi delle vene varicose

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Antiestetico souvenir della gravidanza, sono dovute al peso e agli sbalzi ormonali. Con qualche accorgimento è possibile

evitare il cedimento delle pareti dei vasi sanguigni.

Cordoni bluastri che percorrono le gambe, venature piccole e rosse, a forma di ragnatela

o stella e che si rendono evidenti su polpacci e cosce: le vene varicose e i capillari dilatati, detti scientificamente teleangectasie, sono un

“inconveniente” di tipo estetico, che può capitare a tutte le donne in attesa, a partire dal quarto – quinto mese in poi. Durante la gestazione,

infatti, si creano le condizioni che favoriscono il cedimento delle pareti dei vasi sanguigni, i quali, dilatandosi, diventano evidenti. Le varici e le

telangectasie inoltre si accompagnano a un senso di pesantezza e di gonfiore agli arti inferiori. Una volta nato il piccolo, è possibile ricorrere a

trattamenti di tipo medico-estetici, presso un professionista serio, per eliminare il problema. Non è detto, però, che si debba giungere a questo tipo

di scelta: qualche piccolo accorgimento e semplici modifiche allo stile di vita possono addirittura prevenire l’inestetismo.

Perché i

vasi … cedono
Durante i nove mesi, nel circolo sanguigno aumenta il livello di estrogeni e di progesterone, gli ormoni che hanno la

funzione di assicurare il buon andamento della gravidanza. Il risultato dei primi è una vasodilatazione, ovvero un aumento di calibro delle vene in

grado di far assottigliare il tessuto muscolare che costituisce i vasi sanguigni stessi. Il progesterone causa ritenzione di liquidi, rallenta la

circolazione e quindi fa sì che, all’interno delle vene già più deboli e cedevoli, si verifichi una maggiore pressione. Oltre a questo, sui vasi

sanguigni delle gambe preme il volume dell’utero ingrossato per la presenza del feto e anche un certo aumento di peso dovuto ai chili in più che ogni

donna acquista quando è in attesa. Le gambe sono quindi soggette a una compressione che comportano stasi venosa, vale a dire la difficoltà del sangue a

risalire dalla “periferia” del corpo ai polmoni e al cuore. A queste condizioni, fisiologiche in qualsiasi gravidanza, si può aggiungere una

predisposizione individuale: la tendenza a soffrirne tra le donne della propria famiglia, lo stare troppo a lungo in piedi o nella medesima posizione,

per esempio, sedute davanti al Pc e l’eccessivo aumento di peso.

Combatterle a tavola, prima di tutto
La tendenza alle

varici si può contrastare dedicando più attenzione al proprio modo di alimentarsi. È bene cercare di non ingrassare troppo: il ginecologo, con le visite

mensili, è in grado di stabilire se l’aumento di peso è eccessivo e, in questo caso, può suggerire qualche strategia alimentare per garantire un

adeguato nutrimento alla mamma e al bambino, evitando però un’eccessiva quantità di calorie, soprattutto sotto forma di grassi e zuccheri. Il regime

alimentare può inoltre essere integrato con alimenti ricchi di vitamina C, che irrobustiscono le pareti dei capillari e le rendono più resistenti alla

“pressione” del sangue. La vitamina C si trova in tutti gli agrumi, si iniziano a trovare già di ottima qualità in questa stagione, nei kiwi, nei

pomodori e in generale nella frutta e nei vegetali di colore giallo arancio. Questi alimenti vanno ovviamente lavati accuratamente con acqua e

bicarbonato e poi risciacquati bene, per scongiurare il rischio di contrarre la toxoplasmosi. Il ginecologo, inoltre, potrà consigliare di non farsi

mancare alimenti ricchi di vitamina E come il germe di grano, i cereali, i latticini: questa vitamina infatti nutre e ossigena i tessuti muscolari che

costituiscono i vasi sanguigni, rendendoli più elastici e resistenti.

Attenzione a calore e immobilità
Anche lo stile

di vita aiuta a contrastare la comparsa di varici e capillari dilatati. Il movimento, per esempio, è importante, perché camminando il tallone esercita

una spinta compressiva sul polpaccio e su tutta la gamba, cosa che favorisce la risalita del sangue e combatte la stasi venosa. Di conseguenza è

importante non stare troppo a lungo in posizione seduta o in piedi, ma cercare di muoversi un po’ tutti i giorni, semplicemente concedendosi un paio di

passeggiate al mattino e alla sera, con un paio di scarpe comode e con un tacco largo e alto tre – quattro centimetri. Anche il nuoto per gestanti può

aiutare molto. Quando, poi, stiamo in posizione seduta, prendiamo l’abitudine di sollevare le gambe, appoggiandole su un rialzo. Anche durante le ore

notturne i piedi dovrebbero restare in una posizione sollevata rispetto al resto del corpo: possiamo quindi appoggiare le caviglie su un cuscino mentre

dormiamo, oppure sollevare il materasso con un rialzo, per esempio un libro. Durante il giorno, possiamo scegliere speciali calze in grado di effettuare

una lieve compressione agli arti inferiori, ma è meglio chiedere il parere del ginecologo perché le calze non devono stringere troppo e soprattutto non

creare pressione sull’addome. Eventuali esercizi di ginnastica dolce per facilitare il ritorno del sangue devono sempre essere indicati dal ginecologo.

Attenzione, infine, al caldo eccessivo: è vero che le temperature stanno scendendo, ma occhio a non coprire troppo le gambe con pantaloni pesanti o

stivali al ginocchio. Il caldo favorisce la dilatazione venosa.

 

Giorgia Andretti

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