Mancano pochi giorni al momento tanto atteso e l’ansia, come è naturale che sia, cresce: analizziamo le preoccupazioni più comuni e cerchiamo di capire come possiamo affrontarle.
Mesi di attesa e il momento tanto fantasticato della nascita di vostro figlio è oramai alle porte. Potrà capitarvi di avvicinarvi al parto in uno stato emotivo di profonda calma e rilassatezza, così come potreste essere assalite da una certa apprensione perché l’evento si prefigura, oramai, come “inevitabile”. Anche se siete impazienti o avete partorito altre volte, non si può escludere l’ansia dell’ultimo minuto. Quali sono i sentimenti che più frequentemente vengono provati dalle future mamme nell’imminenza della nascita? Quali sono i pensieri più ricorrenti? Proviamo ad elencarli e a capire quali rimedi possono funzionare per attenuare il senso di “ansia”.
Le aspettative
E’ del tutto comprensibile che avvertiate un senso di inadeguatezza relativamente alle responsabilità che vi investirà dopo la nascita del bambino, e non è improbabile che possiate aver paura di non poter soddisfare le aspettative di chi vi sta intorno. Il modo migliore per superare queste paure consiste nel non aspettarsi nulla in anticipo e nell’essere aperte a qualsiasi esito. Il parto è un evento che, per sua natura, conserva aspetti di imprevedibilità: se avete fatto tutto il possibile per preparavi al meglio a questo momento non potrete certo rimproverarvi nulla. Diventare madre è, di per sé, un prova impegnativa anche senza porsi obiettivi da raggiungere, e qualsiasi possa essere il corso degli eventi durante il travaglio o il parto, l’unico risultato veramente importante è avere un bambino sano.
Il corpo e il parto
Soprattutto se si tratta del primo parto, è normale avvertire la paura, di solito infondata, di non essere in grado di affrontare fisicamente con successo il momento della nascita. Verso il termine del periodo di gestazione, quando il bambino ha raggiunto la dimensione massima, potrà sembrarvi incredibile che possa, prima o poi, attraversare il vostro bacino, soprattutto se siete minute o se vi è stato anticipato che il nascituro si presenta particolarmente “corpulento”. In questo caso è bene tener presente che la natura, di solito, fa in modo che le misure del bambino siano quelle più adatte alle caratteristiche fisiche della madre.
Se nel corso della gravidanza avete effettuato un’attenta preparazione fisica, praticando regolarmente quegli esercizi fisici che vi permetteranno di affrontare con “elasticità” il travaglio e il parto, non dovrete preoccuparvi troppo. Il vostro fisico avrà, nel frattempo, raggiunto il livello adeguato di scioltezza e in voi si svilupperà un senso di fiducia e sicurezza nella capacità istintiva di partorire.
Il dolore
Rappresenta forse la prima fonte di apprensione per chi si appresta a partorire: la preoccupazione di non riuscire a sopportare il dolore del travaglio. Per certe donne si tratta di una questione quasi morale: accettare tutte le sensazioni del parto le aiuterà ad accettare ed amare di più il proprio bambino e le diverse esperienze, piacevoli e spiacevoli, della maternità. Inoltre, la consapevolezza che accettando anche l’aspetto più doloroso del parto potrete risparmiare al vostro bambino le conseguenze dell’anestesia potrebbe rappresentare un valido incentivo ad una scelta quanto più naturale possibile. Comunque, è sempre un buona idea non precludersi a priori la possibilità di ricorrere all’anestesia se doveste averne realmente necessità, soprattutto se siete consapevoli che la soglia di tolleranza al dolore, per voi, risulta molto bassa.
La perdita del controllo
Per sua natura, il travaglio è una fase in cui è necessario abbandonarsi a potenti riflessi involontari, e risulterebbe veramente innaturale voler mantenere il controllo su tutto ciò che avviene a livello fisico. Molte donne sono comunque preoccupate per gli inevitabili inconvenienti fisici che accompagnano i momenti precedenti al parto: perdere le acque in pubblico, urinare o evacuare involontariamente, tutte funzioni normalmente espletate in privato. Può spaventarvi anche il pensiero di perdere il controllo emotivo: lasciarvi andare a lamenti e urla o fare troppo baccano.Tutte paure comprensibili, ovviamente, ma forse si possono ridimensionare tenendo presente, per esempio, che medici e ostetriche hanno molta familiarità con questi avvenimenti. Ricordate che perdere il controllo potrebbe, in effetti, rappresentare il comportamento più appropriato allo scopo che dovete raggiungere: rilassarvi il più possibile e lavorare all’unisono con le sensazioni che state sperimentando.
Intimità e privacy
Legata alla precedente paura è l’ansia di perdere protezione ed intimità, sensazione più forte in ambito ospedaliero. Nelle grandi strutture sanitarie il cambio del personale è frequente e le donne possono pensare di non poter mantenere una comunicazione continua con chi le assiste. In questo caso, se avete escluso il parto in casa, allora, possibilmente, scegliete un ospedale che possa garantire maggiore riservatezza e, soprattutto, possa permettere di approfondire la conoscenza e la confidenza con l’ostetrica che sarà presente al momento del parto.
Angela Salini