Nonni che danno un mano
3 Aprile 2006
Le parole per dirlo
2 Maggio 2006

L’alcol tra i giovanissimi

Condividi sui social

Un rapporto Istat rivela dati critici nella fase adolescenziale: i consigli per aiutare i figli

In Italia il consumo di alcol rimane, come da tradizione culturale, “moderato”, ma tra i giovani ed i giovanissimi si registro dati che non possono essere sottovalutati. E’ quanto emerge dalle ultime rilevazione dell’Istat su “L’ uso e l’abuso di alcol in Italia”, rese note nei giorni scorsi dall’istituto di statistica. La diffusione del consumo di alcol, secondo il rapporto che analizza circa 20 mila famiglie, mostra un trend sostanzialmente stabile negli ultimi 8 anni. Dalla comparazione tra il 1998 ed il 2005 emerge, infatti, che la quota di consumatori di alcol tra le persone di almeno 14 anni è stabile, intorno al 70%. Nel 2005, in Italia il 69,7% delle persone di 11 anni e più, oltre 36 milioni, ha dichiarato di aver consumato almeno una volta negli ultimi 12 mesi una o più bevande alcoliche. Molto elevate sono le differenze di genere considerando che l’82,1 % degli uomini di 11 anni e più consuma alcol, contro il 58,1% delle donne.

Quadro critico nella fascia da 16 ai 17 anni
Ma se, rispetto ai paesi europei, l’Italia presenta un quadro meno allarmante, collocandosi tra gli ultimi Paesi per il consumo di alcol negli ultimi 12 mesi, preoccupa la maggiore diffusione in Italia del consumo di alcolici tra i ragazzi: un quinto dei giovani tra gli 11 e i 15 anni (19,5%) ha dichiarato di aver assunto alcolici negli ultimi 12 mesi, nonostante la legge vieti la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni. Tra i ragazzi di 11-15 anni l’1% consuma alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana e il 2,3% si è ubriacato almeno una volta nell’anno (3,2% tra i maschi e 1,3% tra le femmine). Tra i ragazzi di 16-17 anni emerge un quadro ancora più critico, anche se i dati vanno valutati tenendo in considerazione i comportamenti trasgressivi tipici di questa fase della crescita. Uno su due ha consumato alcolici nell’anno e la quota di maschi è superiore a quella delle femmine (57,8% contro 41,5%). In questa fascia di età l’8% dei maschi consuma alcolici tutti i giorni, il 4,7% beve alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana; il 10,9% ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 12 mesi e di questi uno su quattro si è ubriacato più di tre volte nell’anno. Le differenze di genere, anche in questo caso, sono inferiori rispetto alle altre fasce di età.

L’influenza negativa della famiglia
L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori sembrerebbe influenzare il comportamento dei figli. Infatti considerando i giovani tra 11 e 17 anni che vivono ancora in famiglia con almeno un genitore, emerge che sul totale dei giovanissimi, la percentuale di chi consuma anche in maniera saltuaria o occasionale bevande alcoliche è pari al 25,5%. Questa percentuale sale al 32% se almeno uno dei genitori fa uso non moderato di bevande alcoliche, mentre scende al 22,6% se nessuno dei due genitori assume alcol in modo non moderato.

In aumento le sbornie soprattutto tra i giovani
Nel 2005 l’8,4% della popolazione di 11 anni e più ha dichiarato di aver consumato alcol in eccesso in una sola occasione almeno una volta negli ultimi 12 mesi. La quota è in aumento rispetto a quanto rilevato alla fine del 2003 (7,1%), anno in cui l’Istat ha rilevato per la prima volta il fenomeno. Si tratta di un modello di consumo che caratterizza prevalentemente i giovani: l’andamento per età è fortemente asimmetrico con un picco nella fascia 20-24 anni (15,7%) e notevoli differenze di genere (25,5% dei maschi e 6% delle femmine). Tra i minori dichiarano di essersi ubriacati almeno una volta nell’anno il 4,6% dei ragazzi (5,9% dei maschi e 3,3% delle femmine); tra i 18-19 anni la quota raggiunge il 14,6% (19,6% dei maschi e 9,1% delle femmine). Dopo i 25 anni il fenomeno ha poi un andamento gradualmente discendente con l’età, permanendo forti differenze di genere.

I consigli degli esperti per i genitori
Per aiutare i genitori che devono educare i figli ad un consumo consapevole delle bevande alcoliche l’Istituto Superiore della Sanità ha stilato un vero e proprio decalogo, presentato nell’ambito della Giornata nazionale per la prevenzione dell’alcolismo. Vediamo insieme.

  • 1 – I giovani per natura sono poco inclini al conformismo. E’ bene sfruttare questa predisposizione per smontare con loro le campagne pubblicitarie sugli alcolici, in modo da incrementare la loro capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che poi, di fatto, non trova riscontro nella realtà quotidiana.
  • 2 – I ragazzi sempre più spesso bevono per superare difficoltà di relazione e assumere un ruolo all’interno del gruppo. Quando l’alcol acquista un valore comportamentale, i genitori devono dare il buon esempio, creando un ambiente familiare in cui la presenza dell’alcol sia visibile, ma discreta e il consumo moderato.
  • 3 – Parlare fin da quando sono bambini dei danni e dei rischi legati all’alcol. Farlo in età adolescenziale, quando tutto è soggetto a critica, può essere controproducente.
  • 4 – Insegnare che prima dei 15 anni l’apparato digerente non è ancora in grado di ‘smontare’ l’alcol, perché il sistema enzimatico non e’ ancora completamente sviluppato, soprattutto nelle ragazze e nelle donne, che sono in grado di eliminare la solo la metà della dose d’alcol che riesce a metabolizzare un uomo.
  • 5 – Adolescenti e donne adulte devono sapere che l’alcol nuoce al feto. Sono sufficienti due bicchieri di bevanda alcolica al giorno per pregiudicare la salute del bambino e distruggere i neuroni di un cervello ancora in formazione.
  • 6 – Un preciso limite separa il consumo dall’abuso. Preparare dunque i giovani, informandoli su come le performance individuali cambino sotto l’influenza di un abuso alcolico. Anche una banale serata in pizzeria può trasformarsi in una situazione a rischio quando si deve tornare a casa in motorino.
  • 7 – Insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e analizzare con loro le bottiglie e le lattine contenenti alcol da cui sono attirati per la forma, il colore e il sapore, evidenziando particolari importanti, spesso trascurati, come la gradazione alcolica.
  • 8 – Spiegare che il nostro organismo richiede nel tempo quantità sempre maggiori di alcol per provare le stesse esperienze di piacere. I bicchieri aumentano, si perde il controllo ma si diventa anche dipendenti dall’alcol.
  • 9 – Coinvolgere i figli nell’organizzazione di una festa o di un semplice incontro può essere l’occasione per dimostrare che ci si può divertire anche con le sole bevande analcoliche.
  • 10 – I genitori dovrebbero compiere un training lungo tutto il percorso di vita dei figli, orientandoli al consumo di bevande analcoliche (non solo a casa, ma anche al ristorante o in pizzeria), non favorendo un consumo precoce e dando sempre un esempio di moderazione.

     

    Paola Ladogana

  • Registrati o Accedi

    Lascia un commento