Siamo nel pieno della stagione della febbre, dell’influenza e delle sindromi da raffreddamento. E i più piccoli, si sa, sono spesso preda del rialzo della temperatura, non di rado può raggiungere punte assai elevate, anche 39-40 gradi. Senza contare che spesso nei bambini un episodio influenzale può complicarsi in una otite oppure in una bronchite, con un peggioramento generale delle condizioni di benessere del bimbo.
Come si presenta la convulsione febbrile
Le convulsioni febbrili: condizioni estreme che preoccupano davvero tanti i genitori, i nonni o comunque gli adulti che sono presenti in quel momento con il bambino. La convulsione solitamente si presenta nei bambini attorno all’anno di età, ma può comparire anche prima e perfino bimbi più grandi, dai sei anni in su, possono esserne soggetti. La crisi convulsiva solitamente si presenta dopo 24 ore dall’inizio del malessere, quando il piccolo è in posizione sdraiata proprio a causa della febbre. I muscoli si irrigidiscono, gli occhi roteano rovesciandosi all’indietro, il bambino perde conoscenza e può anche perdere il controllo delle vescica e degli sfinteri. Inoltre il piccolo fatica a respirare e, per questo, diventa cianotico, assumendo cioè una colorazione bluastra al viso. La crisi può durare un paio di minuti, un lasso di tempo breve ma terribile perché i genitori, dopo lo spavento iniziale, sono spesso indotti a pensare che il figlio stia vivendo una crisi epilettica. In realtà, i due fatti non sono strettamente correlati: ci sono bimbi soggetti a convulsioni febbrili che non sviluppano epilessia e piccoli che in seguito hanno crisi epilettiche senza aver mai avuto convulsioni.
Geni e fattori ambientali coinvolti
Non si conoscono con sicurezza le cause che portano alla comparsa delle convulsioni febbrili. Si sa che sono coinvolti alcuni geni, le convulsioni tendono a comparire all’interno di una stessa famiglia, come se i genitori passassero ai figli la predisposizione. Ci sono poi altri fattori che cooperano al problema: ne sono mediamente più soggetti i bambini prematuri, quelli che hanno avuto in passato una malattia di tipo virale. In ogni caso, quando si presenta la convulsione, è bene cercare di mantenere la calma. La crisi, di solito, si risolve da sola in pochi minuti senza lasciare conseguenze. Non serve, come si suggeriva un tempo, immergere un bambino in acqua fredda per abbassare la febbre ed è anche sconsigliabile somministrare antipiretico in quel momento: il piccolo, non è cosciente, potrebbe non inghiottirlo e sentirsi soffocare. Farmaci somministrati per via rettale possono essere espulsi subito. È quindi bene aspettare e dare il farmaco più tardi. La crisi convulsiva va sempre segnalata al pediatra: nella maggior parte dei casi non è necessario fare nulla, ma se la durata è superiore ai 15 minuti può rendersi necessario un accertamento neurologico.
Giorgia Andretti