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Il fascino dell’Egitto

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Torino – Monili, mummie, misteri e divinità: scopriamo uno dei musei ideali da visitare con i bambini

Se ci si reca a Torino o nei dintorni, una tappa nel Museo Egizio, le cui collezioni sono esposte nel Palazzo delle Scienze in Piazza Carignano, è obbligatoria. L’argomento è di quelli che i bambini affrontano a scuola fin dalle elementari ed i contenuti e la storia che si celano dietro questi reperti giunti da lontano sono certamente tra i più affascinanti. Fermo restando che saranno probabilmente proprio loro a spiegarvi tutto sulla civiltà egiziana, si potrà considerare la visita come un’occasione per valutare aspetti meno comuni. Data la mole di materiali a disposizione, il museo può essere affrontato da diversi punti di vista; potrebbe essere utile, qualora non si scelgano i percorsi con visita guidata, curati da esperti egittologi, affrontare alcuni argomenti e decidere quale eventualmente approfondire. Le raccolte sono disposte su tre piani e per una visita sono necessarie circa 2 ore.

Un lungo viaggio nel tempo e nello spazio
Dall’Egitto a Torino è sicuramente un viaggio molto lungo ed impegnativo. Ma come ci sono finiti tutti questi oggetti nelle stanze di un palazzo di fine Seicento? Perché non si trovano più in Egitto? Li hanno portati tutti insieme? Chi li ha portati a Torino, quando e con quali mezzi? La risposta a queste domande già da sola potrebbe costituire la ragione della visita ed essere l’occasione per ripercorrere le avventurose gesta di archeologi, viaggiatori e mercanti che, nel corso dei secoli, hanno contribuito alla formazione di questo patrimonio culturale. È importante, inoltre, far riflettere i bambini sulla storia del museo che, in questo caso, è strettamente legata alla riscoperta della civiltà faraonica ed alla nascita dell’Egittologia. Si tratta infatti di un’occasione per far capire ai piccoli visitatori come nasce una collezione, come si forma un museo e quali sono le sue funzioni; dalla conservazione alla divulgazione. Solo dopo aver compreso che dietro ogni oggetto, ogni statua, c’è un viaggio, una scoperta, tanto studio e la passione di un collezionista ma, anche, la sottrazione ad un territorio di parte della sua storia, affronteranno il percorso in maniera più consapevole e si chiederanno spontaneamente quali segreti cela ogni singolo reperto.

Oggetti che si raccontano e oggetti “muti”
Non esistono in assoluto oggetti muti in un museo, ma accade che per alcuni sia più difficile la lettura e che per comprenderli fino in fondo sia necessaria una spiegazione aggiuntiva di qualche esperto o di un buon libro.Quando entriamo nelle sale con i bambini proviamo quindi ad interrogare questi oggetti, magari con l’aiuto di un buon cartellino o pannello didattico: magicamente ci risponderanno. Ma quali sono all’interno del museo egizio quelli che, se opportunamente interrogati, risponderanno meglio?
Se lasciamo il dovuto spazio alla meraviglia generata dall’impatto estetico con le forme eleganti ed i colori vividi di statue e sarcofagi, certamente tra gli oltre 8000 reperti quelli di lettura più immediata sono gli oggetti d’uso comune nella vita quotidiana, come monili, vasellame, cibi, utensili, cofani e ceste, sgabelli, stoffe e oggetti di cosmesi con parti di parrucche, specchi, pettini, spilloni, vasetti per pomate e unguenti. Anche le tombe ed i corredi funerari sapranno dirci molte cose dei loro occupanti e del culto dei morti. Scopriremo che i defunti, oltre che dagli oggetti, erano accompagnati dal libro dei morti, che spiegava loro come comportarsi nell’oltretomba. Troveremo, inoltre, i vasi canopi per la conservazione delle viscere del defunto, gli amuleti per l’ornamento e la protezione della mummia e le ushabty, statuette funerarie, destinate a sostituire il defunto nella coltivazione dei campi dell’aldilà. Papiri, che testimoniano la cultura scritta e grandi statue presuppongono certo la capacità di riconoscere forme e significati oppure l’identità e la storia mitica o reale dei personaggi raffigurati ma consentono, comunque, attraverso un’osservazione di tipo indiziaria, di imparare a guardare e a ricavare da soli alcune informazioni utili.

Un mondo di animali misteriosi
Le statue dei regnanti, ad esempio, come quella di Ramsete II o della principessa Redi, avranno caratteristiche molto differenti da quelle delle divinità che spesso gli sono affiancate, come Tutankhamon e il dio Amon, o la dea Mut e Ramesse II, seduto su trono. Anche le monumentali Sfingi, che rappresentano l’enigma per eccellenza ed accolgono il visitatore all’ingresso dello Statuario del museo, introducendo al percorso sulla scultura egizia in pietra, potranno rivelarci, loro malgrado, qualcosa di sé. Non trascuriamo, infine, di osservare insieme ai bambini la ricchezza e la varietà dei materiali, come il calcare, la basanite, la diorite, il granito e l’arenaria, e della loro lavorazione, che testimoniano l’abilità degli artigiani egizi. A questo sono legati anche gli oggetti che appartengono alla sezione arti e mestieri, come attrezzi da lavoro, quali zappe, punteruoli, martelli, crogioli di fusione e colori. Ciò che certamente attirerà maggiormente i più piccoli sono le mummie, tra le quali potranno vedere anche quella del bambino Petamenofi, ed i loro sarcofagi con sgargianti colori. Ma, soprattutto, saranno affascinati da quelle degli animali sacri legati al culto delle divinità: ibis e babbuini del dio Thot, coccodrilli del dio Sobek, falchi del dio Horo, tori del dio Hapi, pesci della dea Neith, gatte della dea Bastet.
Informazioni e prenotazioni sulle attività didattiche per il pubblico e le visite tematiche per le scuole: 011/44.06.903.

In Rete:
Il Museo dell’Egitto

 

Elena Paloscia

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