Le macchie sull’epidermide del nostro bambino altro non sono che angiomi, alterazioni benigne della pelle che tendono a scomparire da sole o con l’aiuto di trattamenti appositi.
L’angioma è un’alterazione localizzata della pelle frequente in età pediatrica, caratterizzata da una colorazione tra il rosa acceso e il violaceo. Si tratta di una neoformazione benigna del vasi sanguigni, che può comparire su qualsiasi parte del corpo come conseguenza di un errore nel processo di neoangiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni. A volte tale processo può continuare anche dopo la nascita. Quindi, un bimbo può venire al mondo già con un piccolo angioma, oppure questo si può formare nei primi giorni dalla sua nascita, espandendosi fino al sesto mese di vita. Spesso segue una fase di involuzione, durante la quale l’angioma si riduce gradualmente fino a scomparire completamente.
Occorre il parere del medico
Se notiamo che in una parte del corpo di nostro figlio compare un angioma, possiamo rivolgerci al pediatra per una iniziale valutazione diagnostica. Il pediatra potrà prescrivere una visita dall’ematologo pediatra o da un dermatologo pediatra, al fine di stabilire a quale categoria appartenga e, quindi, agire di conseguenza. Gli angiomi possono presentarsi in diverse forme. Possono essere a forma piana (che compaiono nel 40-50 per cento dei bambini), angiomi di forma tuberosa e di forma cavernosa, più rari, che raggiungono gli strati cutanei più profondi. Il dermatologo oppure l’ematologo possono effettuare controlli specifici per valutare l’entità dell’angioma, effettuando, per esempio, un controllo generale di tipo ecografico, per verificare o escludere la presenza di angiomi che interessano gli organi interni. Un altro esame che si esegue in questi casi è il dosaggio del fattore angiogenico fibroblastico, che permette di prevedere l il percorso evolutivo di un angioma.
Come si interviene
Generalmente gli angiomi piani non necessitano di alcun trattamento. Solo nel caso degli angiomi estesi può essere necessario intervenire con un trattamento laser. Gli impulsi luminosi colpiscono la pelle e la schiariscono progressivamente, riducendo il calibro dei vasi sanguigni in eccesso. Questo trattamento può durare diverse sedute, a seconda della grandezza dell’angioma e, dopo l’intervento, è necessario applicare, sulla parte trattata, creme antibiotiche e antinfiammatorie. Gli angiomi tuberosi e cavernosi, oltre ad avere un evidente impatto estetico, possono ostacolare le normali funzioni dell’organismo, soprattutto se localizzati vicino agli occhi o alle labbra. Se l’angioma cavernoso interessa la palpebra, di fatto impedisce di tenere l’occhio aperto e, quindi, di avere un visus ottimale. Questo tipo di angiomi, quindi, necessita di intervento già a partire dai primi mesi di vita. A livello farmacologico si interviene con la somministrazione di due farmaci in associazione: l’interferone e il cortisone, in grado di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. La durata delle terapie è molto diversa e varia da caso a caso. Richiede inoltre la competenza specifica del medico in questo tipo di trattamento. La dose è in parte personalizzata e, quando i farmaci non hanno effetto completo, si può intervenire con la laser terapia, la chirurgia vascolare oppure con la chirurgia plastica.
dott.ssa Rosalba Trabalzini