Quando si ha intenzione di mettere in cantiere un bimbo, conoscere i giorni in cui la fertilità è al culmine è importante, per poter “indirizzare” un rapporto sessuale finalizzato alla riproduzione. Non per tutte le donne è semplice sapere quali sono i giorni giusti. Per questo è utile conoscere i ritmi del proprio corpo, eventualmente ricorrendo a strumenti appositi, disponibili in farmacia.
Le fasi di un ciclo
Ogni donna in età fertile dovrebbe sapere che, nell’arco del ciclo mensile, ci sono giorni in cui è possibile restare incinte – e sono i cosiddetti “giorni fertili” – seguiti da altri in cui, invece, la fecondazione non può avvenire – e questo è il periodo non fertile. L’alternanza di giorni fertili e giorni meno fertili è dovuta a una serie di modificazioni dell’apparato riproduttore della donna, legate agli ormoni. Subito dopo la fine della mestruazione, c’è la fase pre ovulatoria, in cui l’ipofisi si attiva per produrre le gonadotropine, sostanze che stimolano lo sviluppo dei follicoli, piccoli involucri che contengono gli ovuli. Contemporaneamente, comincia ad aumentare la produzione degli estrogeni, ormoni responsabili dell’accrescimento della mucosa uterina, che si fermerà solo al momento dell’ovulazione. Attorno alla metà del ciclo, ha inizio il periodo fertile: l’ovulazione. L’ipofisi comincia a produrre un particolare tipo di gonadotropina, detta Lh (ormone luteinizzante) che provoca la rottura del follicolo, per lasciare uscire l’ovulo destinato a essere fecondato e ad annidarsi sulla parete uterina. Il “viaggio” dell’ovulo lungo le tube di Falloppio ha una durata di circa 24 ore. Se, in questo arco di tempo, la cellula uovo incontra lo spermatozoo, ha inizio la gravidanza. Tuttavia i giorni fertili nell’arco dell’intero ciclo mensile sono più di uno: infatti gli spermatozoi sono in grado di sopravvivere per circa 72 ore dopo essere stati deposti nell’ambiente vaginale. Nell’arco di un mese, quindi, una donna può restare incinta a partire da tre giorni prima dell’ovulazione, fino al giorno seguente l’ovulazione stessa. Quindi, una donna con un ciclo mensile regolare di 28 giorni ha il suo periodo fertile dal 10° al 17° giorno circa.
Gli indizi importanti
Non per tutte, però, è così semplice individuare il periodo giusto per restare incinte. Molte donne infatti hanno un ciclo breve, di 26 giorni o anche meno, mentre altre hanno cicli lunghi, di 30-32 giorni o più. È possibile spostare all’indietro o in avanti di alcuni giorni la data in cui si suppone di avere l’ovulazione per almeno tre o quattro mesi, per identificare in linea di massima un range entro il quale si dovrebbe essere fertili. Per essere ancora più sicure è possibile basarsi su altri parametri che possono dare preziose informazioni sul proprio periodo di fertilità. Uno di questi è l’aspetto del muco cervicale. Una certa quantità di muco è sempre presente nei genitali femminili. Questa sostanza viene prodotta dalle ghiandole della cervice uterina, la parte terminale dell’utero che si estende nella vagina, per lubrificare l’ambiente vaginale e combattere possibili infezioni. Appena prima dell’ovulazione, sotto la spinta degli estrogeni la quantità del muco aumenta e anche l’aspetto cambia: mentre normalmente è biancastro e piuttosto denso, in corrispondenza dell’ovulazione il muco assume il caratteristico aspetto “a bianco d’uovo”, cioè trasparente e filante. Questa particolare struttura ha la funzione di agevolare la risalita di eventuali spermatozoi nelle vie genitali femminili, per favorire l’incontro con la cellula uovo, e di creare un ambiente ostile a germi e batteri che potrebbero creare problemi alla fecondazione. Appena conclusa la fase dell’ovulazione, il muco diminuisce rapidamente e anche il suo aspetto torna a essere quello di prima. Imparare a osservare le modificazioni nella quantità e nell’aspetto del muco vaginale fornisce alla donna informazioni importanti per individuare il proprio periodo fertile.
La temperatura
basale Durante il ciclo mensile, la temperatura interna del corpo femminile presenta un andamento caratteristico: è più bassa nei giorni precedenti l’ovulazione e più alta in quelli successivi. L’aumento di temperatura è dovuto al progesterone, l’ormone prodotto dall’ovaio al momento del rilascio della cellula uovo dal follicolo. Se, quindi, la temperatura è un po’ più alta, significa che l’ovulazione è già avvenuta. È quindi possibile imparare a riconoscere i propri giorni fertili misurando la temperatura basale, cioè appena sveglie, tutti i giorni alla stessa ora. Dopo qualche mese, la donna può notare che, appena dopo la metà del ciclo, la temperatura interna si alza di qualche decimo di grado e resta tale fino alla mestruazione successiva. Registrando i valori su un grafico è possibile individuare una curva termica, che si ripete uguale ogni mese. Dopo qualche tempo, la donna impara a individuare i giorni precedenti all’innalzamento della temperatura basale, che corrisponde al periodo fertile. Per la misurazione della temperatura esistono in commercio termometri appositi che si possono acquistare in farmacia. Si tratta di piccoli dispositivi ad alta precisione, di tipo digitale, muniti di una sonda che si introduce in vagina e serve a misurare la temperatura. Il valore rilevato viene memorizzato in un mini computer presente all’interno del termometro stesso, che mostra l’andamento della fertilità su un display o attraverso segnali luminosi.
Un computer che funziona… a ormoni
L’avvicendarsi delle fasi fertili con i periodi non fertili, come è stato detto, è regolato dalla presenza e dalla qualità di determinati ormoni prodotti dal corpo della donna: valutando la presenza di questi ormoni è possibile stabilire quando si è fertili. Basandosi su questo principio alcuni anni fa sono stati messi a punto strumenti elettronici provvisti di un mini computer che è in grado di misurare il tipo di ormoni presenti nelle urine e quindi di sapere se si è fertili o no. Ogni dispositivo è dotato di una serie di stick usa e getta, su cui versare qualche goccia di urina. Lo stick viene inserito in uno spazio apposito nel dispositivo, che effettua una rilevazione chimica della presenza di due ormoni, un metabolita dell’estradiolo (l’E3G) e l’ormone luteinizzante (che induce l’ovulazione). Memorizzando mensilmente tali variazioni, il sistema è in grado di fornire quotidianamente le indicazioni sullo stato di fertilità attraverso l’accensione di spie colorate. Il primo mattino del giorno di inizio delle mestruazioni è necessario premere il tasto “m” per segnalare al monitor che è iniziato il ciclo mensile. Da questo momento si deve controllare il monitor tutte le mattine per verificare quale spia è accesa. La spia verde segnala il giorno non fertile (si accende nella parte iniziale e finale del ciclo), la spia rossa il giorno potenzialmente fertile. Va ricordato che questi apparecchi sono nati con scopo contraccettivo, quindi chi cerca una gravidanza dovrebbe avere rapporti nei giorni in cui compare la spia rossa. Se si accende la spia gialla è necessario eseguire il test delle urine al mattino con l’apposito stick per valutare la qualità degli ormoni. Se compare la spia rossa è segno che quel giorno è fertile, quindi, avere un rapporto potrebbe dare inizio alla gestazione.
Roberta Raviolo