Le visite e le indagini cliniche che una coppia deve fare quando la voglia di un figlio
diventa concreta
Programmare una gravidanza implica l’effettuazione preventiva di una serie di accertamenti clinici che garantiscano il
perfetto stato di salute dei futuri genitori e la loro adeguatezza fisica al concepimento e, per la futura mamma, alla gestazione. Il primo passo da
compiere è un accurato check-up che si svolge, di norma, presso il proprio ginecologo di fiducia e durante il quale viene effettuata un’anamnesi
delle famiglie d’origine della coppia per individuare eventuali malattie ereditarie. Durante la stessa seduta verranno verificate le condizioni
dell’apparato riproduttivo femminile, controllando la posizione, il volume e la consistenza di utero e ovaie; inoltre, attraverso l’ausilio
di una ecografia, si può escludere la presenza di fibromi o di cisti ovariche da tenere sotto controllo durante la gravidanza. Si esamina inoltre
l’andamento di eventuali precedenti gravidanze, si valuta l’opportunità dell’assunzione di farmaci in caso di malattie croniche e
viene prescritta una serie di esami clinici indispensabili per prevenire e curare tempestivamente possibili complicanze.
Gli esami e i
test a cui dovrà sottoporsi la futura mamma
o C), il virus HIV, il Citomegalovirus e gli Herpes virus 1 e 2. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.
l’individuazione degli anticorpi contro il virus della rosolia, una malattia infettiva molto pericolosa per il feto (cecità, cardiopatia e
ritardo mentale) se contratta nei primi 3 mesi di gravidanza. L’esito del controllo sarà di 3 tipi.
Il risultato potrebbe essere positivo e
segnalare solo anticorpi di epoca remota(IgG): in questo caso si è già immunizzati e non si corrono gravi rischi.
Il risultato potrebbe essere
positivo e segnalare anticorpi di epoca più recente(IgM ed IgG ad alti livelli): in questo caso il contagio potrebbe essere avvenuto da poco e, quindi,
sarà bene attendere prima di rimanere incinta.
Il risultato potrebbe essere negativo: l’assenza di anticorpi indica che non si è mai
contratta la malattia. In questo caso la donna deve eseguire la vaccinazione contro la rosolia e la coppia dovrà attendere 3 mesi prima del concepimento
del bambino. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.
toxoplasmosi, una malattia infettiva che, se contratta nel primo trimestre di gravidanza può determinare problemi al sistema nervoso centrale del
bambino nonché la sua cecità. L’esito di questo test può essere di 3 tipi. Il risultato potrebbe essere positivo e segnalare solo anticorpi che si
riferiscono a periodi passati: in questo caso la donna risulta immunizzata alla malattia e non corre rischi per la gravidanza. Il risultato potrebbe
essere sempre positivo ma rilevare anticorpi che si riferiscono a periodi più recenti: il contatto con il parassita potrebbe quindi essere avvenuto da
poco e, quindi, sarà opportuno curarsi con antibiotici e ripetere l’esame prima di rimanere in stato interessante.
Il risultato potrebbe
essere negativo: l’assenza di anticorpi indica che non si è mai contratta la malattia e quindi durante la gravidanza il test va ripetuto più volte
per intercettare un eventuale infezione primaria. Il test si effettua tramite un semplice prelievo di sangue.
attraverso il quale è possibile rilevare la presenza di un’anemia, causata da carenza di ferro o di folati , che andrà curata durante la
gravidanza.
Questo esame dimostra anche la presenza di microcitemia, cioè dello stato di portatore sano di talassemia, una grave anemia ereditaria
e letale. Se entrambi i genitori sono microcitemici, ogni volta che concepiranno un figlio correranno un rischio del 25% di generarlo affetto da
talassemia.
Il riscontro di una microcitemia impone un approfondimento mediante lo studio delle emoglobine patologiche (Hb fetale, Hb
dell’anemia falciforme, etc.). I test si eseguono con un prelievo di sangue.
(o colposcopia) si possono evidenziari dei papillomi causati da uno specifico virus, il cui riscontro, accanto all’Herpes virus 2, rende
impossibile il parto per via vaginale.La coltura delle secrezioni vaginali può dimostrare la presenza di Chlamidia., un batterio che può provocare
un’infezione oculare o polmonare del neonato e che può essere debellato con gli antibiotici.
eventuali alterazioni delle cellule del collo dell’utero. Si effettua tramite il prelievo, non doloroso, di secrezioni del collo dell’utero
effettuato dal ginecologo con una piccola spatola e uno specifico tampone. Le cellule così prelevate vengono analizzate in laboratori specializzati.
Gli esami e i test a cui deve sottoporsi la coppia
anticorpi contro il virus HIV, responsabile dell’immunodeficienza acquisita. Se l’esito dovesse risultare positivo per uno dei due genitori,
esiste la probabilità reale di trasmettere questa malattia al nascituro. Conoscere questo rischio consente di ridurre la possibilità di contagio,
adottando le cure adeguate. Il test si esegue attraverso un semplice prelievo di sangue, ma, in questo caso, sarà necessario il consenso informato
dell’interessato.
malattia a trasmissione sessuale che, se non curata adeguatamente, può recare seri danni al feto. Se uno dei componenti della coppia dovesse risultare
positivo, si dovrà ricorrere alle cure del caso. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.
microcitemia in entrambi i coniugi di cui abbiamo già parlato.
se vi sarà incompatibilità sanguigna tra madre e bambino: verifica, infatti, se sulla membrana dei globuli rossi dei futuri genitori è presente il
fattore rh. Se la madre Rh negativa ha ricevuto una trasfusione di sangue Rh positivo o ha avuto un precedente figlio da un partner Rh positivo, ha
prodotto anticorpi anti-fattore Rh che distruggeranno i globuli rossi del feto Rhpositivo provocandone l’aborto od una grave anemia emolitica.Lo
stesso esame è utile anche se la donna ha il sangue di gruppo 0 e il compagno di un gruppo diverso (A,B o AB) in quanto il bimbo potrebbe soffrire di
ittero da incompatibilità AB0. Il test si esegue tramite prelievo del sangue.
Prof. Luigi
Tarani