Il corretto sviluppo del linguaggio nel bambino è assicurato dalla vitamina D

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Il corretto sviluppo del linguaggio nel bambino è assicurato dalla vitamina D

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Quando si parla di vitamina D, si pensa subito alla salute delle ossa. Questo nutriente, infatti, ha un ruolo insostituibile: aiuta l’organismo ad assorbire e a utilizzare il calcio, il più importante costituente delle ossa. Solo di recente si è scoperto l’ulteriore valore della vitamina D, il suo adeguato apporto stimola il buon funzionamento dei neuroni deputati allo sviluppo del linguaggio. La scoperta è stata fatta a Perth, in Australia, dall’Istituto di Ricerca Telethon sulla Salute Infantile. Stando a questo studio, i bambini nati da mamme carenti di questo nutriente in gravidanza, corrono un rischio doppio di essere soggetti, in età scolare, a disturbi del linguaggio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Pediatrics.

Poche parole se la vitamina D è carente
I ricercatori australiani, nel corso degli anni, hanno monitorato oltre 740 donne durante la gravidanza, continuando a controllarne lo sviluppo e il comportamento dei figli fino ai 17 anni di età. Un quarto delle donne oggetto dello studio era stata nutrita con una quantità insufficiente di vitamina D: i piccoli nati da queste mamme hanno dimostrato una forma di ritardo linguistico di gran lunga maggiore rispetto ai figli delle donne che, invece, non erano state sottoposte a carenza di vitamina D. Il “ritardo” è apparso più significativo nei bambini di età compresa tra i cinque e i 10 anni. Il ruolo della vitamina D nello sviluppo neuro-linguistico è una novità in più relativa a questa sostanza, la cui carenza in gravidanza è sempre stata associata ad una serie di problematiche sulla salute del feto, come lo sviluppo ponderale e l’ asma. La carenza di vitamina D nel corso della gestazione può danneggiare soprattutto l’abilità di apprendere parole nuove e di comporre frasi più lunghe. I ricercatori pongono l’accento sulla correlazione tra i problemi di apprendimento dei bambini e il fatto che, negli ultimi vent’anni, sono drasticamente diminuiti i livelli di vitamina D presenti nell’organismo femminile. E aggiungono, la scoperta potrebbe aiutare a prevenire o ad affrontare meglio i problemi collegati allo sviluppo e all’espressione linguistica.

Come mantenere alti i livelli di vitamina D
Il giusto apporto di vitamina D in gravidanza garantisce una maggiore protezione dello sviluppo neurologico del proprio figlio. Procurarsi la vitamina D non è difficile: il modo migliore per incamerarla è … camminare all’aria aperta. I raggi UV attivano nell’organismo la vitamina D, agendo su una sostanza naturalmente presente nella pelle, l’ergosterolo precursore della vitamina D, è questa la sostanza che passa nel sangue e da qui arriva alle ossa. Con la bella stagione ed il maggior quantitativo di luce solare è giusto approfittarne per esporsi ai benefici raggi del sole. Restare all’aperto e quindi al sole, per almeno un’ora al giorno, con mani e gambe scoperte significa avere a disposizione dall’80 al 100% del fabbisogno giornaliero di vitamina D. Nei mesi più caldi, quando l’irradiazione solare è maggiore, l’organismo riesce a produrre più vitamina del necessario, il surplus viene immagazzinata nel tessuto adiposo per essere utilizzata in inverno, quando la luce è scarsa e le occasioni di esposizione al sole è ridotta.

Più difficile procurarsela con il cibo
Una quota di vitamina D necessaria a una persona può essere acquisita anche attraverso l’alimentazione quotidiana. Le maggiori quantità di vitamina D si trovano in pesci grassi come aringhe, sgombri, tonno, salmone, sardine, alici; nei latticini; nel tuorlo d’uovo; nel fegato di manzo e di vitello. Qualora una persona non potesse assumere una quantità sufficiente di vitamina D, è possibile ricorrere anche agli integratori. Questi prodotti però devono essere assunti solo se necessari, soprattutto in gravidanza, dietro indicazione del ginecologo, nelle dosi e secondo le modalità indicate. Così come la carenza del nutriente potrebbe creare seri problemi di salute anche l’iperdosaggio potrebbe creare disturbi alla salute.

Giorgia Andretti

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