L’assunzione della vitamina B9, aiuta le donne ad evitare complicazioni in gravidanza e assicura al bambino la formazione
del sistema nervoso centrale.
L’acido folico, o vitamina B9, è una sostanza che serve per la crescita e la moltiplicazione cellulare: è infatti
essenziale per la sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione dei globuli rossi del sangue. In particolare influisce sulla formazione del
tessuto del sistema nervoso centrale, cioè l’apparato che coordina tutte le attività dell’organismo.
Una vitamina contro le
malformazioni
Diversi studi hanno rivelato una stretta relazione, nella donna incinta, fra bassi livelli di acido folico nel sangue e
presenza di difetti del tubo neurale nel figlio. Il tubo neurale è la struttura da cui si formano il cranio, il cervello, la colonna vertebrale e il
midollo spinale. Perché lo sviluppo sia normale, occorre che questa struttura si chiuda entro 30 giorni dal concepimento: se questo non avviene, parte
del cervello o del midollo spinale rimane scoperta e il feto va incontro a gravi malformazioni. Si parla, allora, a seconda dei casi, di anencefalia,
cefalocele, spina bifida. L’insufficienza di questa vitamina inoltre, sembra favorire la comparsa di altri problemi, tra cui gli aborti spontanei
ripetuti, il distacco della placenta e l’insorgenza della gestosi.
E’ stato dimostrato che l’assunzione quotidiana di acido folico durante la gravidanza,
è in grado di ridurre del 50-70% l’insorgenza di anomalie a carico del sistema nervoso embrionale.
L’acido folico e
l’alimentazione
L’acido folico non viene prodotto dal nostro organismo ma deve essere assunto con il cibo. Un’alimentazione completa ed
equilibrata è in genere sufficiente a fornire il fabbisogno quotidiano (0,2 mg) di acido folico. Sono particolarmente ricche di acido folico le verdure
a foglia verde (es. insalata, spinaci, broccoli, ecc.), i legumi, il fegato, alcuni tipi di frutta oleosa (arachidi, noci, mandorle), il lievito di
birra, le uova e i cereali integrali.
E’ consigliabile consumare frutta e verdure di stagione e possibilmente fresche, in quanto la cottura dei cibi ne
distrugge circa il 90%.
Il fabbisogno giornaliero aumenta in gravidanza (0,4 mg), quando il feto attinge dalle riserve materne per il suo sviluppo, e in
altre particolari condizioni (uso di particolari farmaci, alcolismo, diabete insulino-dipendente, morbo celiaco, leucemia).
L’assunzione dei quantitativi
di acido folico necessari durante il primo periodo della gravidanza con i soli alimenti è abbastanza problematico. Per questo la carenza di acido folico
viene spesso combattuta attraverso l’utilizzo di integratori specifici. In commercio vi sono prodotti che contengono la dose raccomandata giornaliera
(0,4 mg per capsula – una capsula al giorno) e altri prodotti, sebbene siano specifici per la gravidanza, che contengono quantitativi di acido folico
inferiori (da 0,2 a 0,3 mg per unità posologica), e necessitano di più assunzioni giornaliere. Sarà il vostro medico di fiducia a consigliarvi il
prodotto migliore.
Dosi e tempi di assunzione
Il tubo neurale normalmente si chiude tra il 22° e il 29° giorno dal
concepimento, per cui è necessario che l’integrazione con acido folico inizi almeno un mese prima del concepimento (anche se questo risulta
difficilmente realizzabile in pratica) continuando poi per i 2 o 3 mesi successivi. Normalmente si consiglia di iniziare l’assunzione nel momento in cui
si decide di avere un figlio. La dose raccomandata in gravidanza è di 0,4 mg al giorno, ma aumenta considerevolmente nelle donne che hanno già avuto una
gravidanza complicata da queste malformazioni.
La dose di 4 mg al giorno da uno a tre mesi prima del concepimento e fino al terzo mese di gravidanza
riduce di circa l’80% la possibilità che l’evento si ripeta. L’assunzione per un periodo più prolungato è del tutto inutile.
Angela
Salini