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Un dispetto su due ruote

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L’avventura del piccolo Silvio che, nonostante i divieti, volle fare un giro sulla bicicletta della sorella

Chicca aveva un fratellino di nome Silvio, più piccolo di lei di tre anni. Andavano quasi sempre d’accordo tranne quando Silvio assillava i genitori per potere prendere la bicicletta che era stata regalata a Chicca. La bimba era molto gelosa della sua bicicletta e impediva a chiunque di utilizzarla. Silvio era indispettito dai continui rifiuti della sorella: “e dai, ti prego, fammi fare un giro”. “No, e poi no, la bici è mia e se te la presto, sono sicura che tu me la rompi”, le rispondeva, ogni volta, la bimba. Spesso per mettere fine alle lunghe discussioni dei fratellini dovevano intervenire i genitori, che però finivano sempre col difendere Chicca. Del resto, quella bicicletta le era stata regalata dopo due anni di richieste, per Chicca quello era l’oggetto più prezioso che aveva.
Quando c’era bel tempo e dopo avere finito i compiti per la scuola, Chicca si fiondava nel garage, prendeva una spugna, ripuliva la sua bici e tutta fiera usciva a fare un giro nel paese. Anche le sue amichette non potevano toccarla. La reazione di Chicca era sempre la stessa: “No, mi dispiace, ma ci tengo troppo alla mia bici, perciò non la presto a nessuno”. Silvio era furibondo per l’atteggiamento della sorella. Il divieto che gli era stato imposto, ai suoi occhi sembrava ingiustificato, anche perché era in grado di andare in bicicletta già da tempo.
Un giorno, Chicca uscì a fare la spesa con la mamma, il sole era forte e aveva illuminato tutto il paese, così Silvio pensò che quella era la migliore occasione per provare la bicicletta della sorella.
Si infilò nel garage, diede una spolverata alla bici, proprio come faceva la sorella, e si avviò per le strade del paese. Forse Silvio non era molto fortunato, perché la coincidenza volle che dopo appena qualche minuto incontrasse, all’uscita di un negozio, la mamma e la sorella. Lo spavento fu tale che Silvio perse l’equilibrio e cadde a terra. Nessun graffio sul suo corpo di, ma la bicicletta ebbe più di qualche danno. Chicca, alla vista della sua bici mezza rotta, scoppiò in un lungo pianto, mentre la mamma, dopo essersi accertata che Silvio era illeso, iniziò a minacciarlo con frasi del tipo “stasera facciamo i conti”. Ma Silvio non si perse d’animo e subito pensò a una soluzione. Si ricordò che il papà di un suo amico aveva un’officina per la riparazione delle biciclette. Di corsa, si diresse verso l’officina, spiegò al papà del suo amico che cosa era successo e in meno di un’ora la bicicletta tornò come nuova. Poi, si sbrigò a tornare a casa per rimettere nel garage la bicicletta. Per fortuna la mamma e la sorella non erano ancora tornate. Così, ebbe il tempo di attaccare sulla porta d’ingresso un biglietto: “Prima di rimproverarmi, vi prego, fate un salto nel garage”.

 

Gaetano Franzese

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