Di Blue Whale Game nel nostro paese si è iniziato a parlarne negli ultimi mesi, ma sembra che già da un paio di anni il gioco crudele sia approdato tra gli smatphone degli adolescenti attraverso i social. In pratica i ragazzini che rispondevano a un particolare profilo psicologico su alcuni social, erano adescati da un fantomatico mentore, definito anche curatore, obbligando le potenziali vittime a eseguire quotidianamente delle azioni disturbanti la loro mente fino ad arrivare, al tempo prestabilito a mettere fine alla vita. Il tutto, ovviamente doveva avvenire nel rispetto della massima segretezza e dando la certezza delle prove attraverso video.
Philipp Budeikin, studente di ventidue anni al terzo anno d Psicologia a San Pietroburgo, è ora in carcere. E’ stato l’ideatore del gioco-sfida che ha portato alla morte decine di ragazzi adolescenti contattati attraverso il social russo VKontakte. Il suo obiettivo, così come ha dichiarato l’iniziatore il momento del suo arresto, era quello di ripulire il mondo dagli scarti biologici: – Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società. Il sesso dei ragazzi non era importante, a determinare il candidato era la debolezza mentale. Il manipolatore psichico, forte dei suoi studi in psicologia, riusciva a individuare i profili dei ragazzi carenti in autostima e li invitava a una sfida all’ultimo sangue per portarli al capolinea della loro vita con calore, comprensione e importanza. In cinquanta giorni Budeikin riusciva a manipolare le menti dei ragazzi tenendoli prigionieri con il ricatto morale al quale sarebbero stati esposti se non adempivano le istruzioni impartite.
Menti disturbate come quella di Budeikin, possono entrare in azione in qualsiasi momento, sia per propri problemi psichici sia per ripetere le gesta dell’ideatore della sfida mortale. Gli adolescenti hanno bisogno di essere sostenuti nella fascia di età più importare della vita per non cadere in errori di valutazione. L’adolescenza è la fase in cui i processi logico-deduttivi stanno affinando le proprie competenze cognitive insieme alla potatura delle sinapsi superflue che avviene a livello neurologico proprio in questa epoca della vita. E’ importante che i genitori vigilino in modo costante sui propri ragazzi, non limitando i loro contatti ma facendo attenzione e chiedendo il sostegno degli esperti in caso di anomalie comportamentali. I segnali da non sottovalutare vanno dal tono dell’umore altalenante alla difficoltà nella concentrazione e prendere decisioni; dall’alterazione del ritmo sonno – veglia alla variazione dell’appetito con perdita o aumento di peso; da frequenti dolori muscolari e mal di testa inspiegabili fino ai pensieri frequenti sul senso della morte.
Purtroppo, la paranoia come disturbo psichico esiste e dobbiamo imparare a riconoscerlo, è un disturbo della mente molto più diffuso di quanto si possa pensare, solo per avere un’idea della potenza del pensiero paranoico è sufficiente fermarsi alle parole di un certo Califfo che con aria di sufficienza sostiene, a proposito della morte di donne e bambini avvenuta nell’ultimo attentato in Gran Bretagna – Nessun dolore, sono miscredenti e Allah ha decretato la loro morte. Chi ha letto il Corano sa benissimo che Allah non sostiene per niente questa affermazione! Una cosa è certa, i genitori e tutti coloro che affiancano ragazzi adolescenti non devono mai abbassare la guardia: i ragazzi vanno osservati con attenzione e al minimo dubbio e bene parlarne con gli esperti della mente, oppure rivolgersi al nostro centro di ascolto – SOS Adolescenza. Psichiatri e Adolescentologi rispondono a qualsiasi vostro dubbio o quesito.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia clinica