Il piano “Liberalizzazioni” varato dal governo prevede per i medici l’obbligo di indicare in ricetta, accanto al farmaco prescritto, anche il farmaco generico o equivalente al fine di garantire un risparmio della spesa sanitaria
Anche la sanità è nel mirino del Governo. Sono state infatti varate le nuove disposizioni relative alla concorrenza e alla competitività, più note come “liberalizzazioni”. Tra le riforme, una in particolare ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo dei medicinali equivalenti, meglio conosciuti come generici. Questi farmaci, rispetto ai prodotti “di marca”, hanno un costo inferiore. Un farmaco per essere immesso in commercio dopo la sperimentazione e validazione, deve essere brevettato. In questo modo la casa farmaceutica che lo ha realizzato si assicura l’esclusività del prodotto. Il brevetto ha una validità limitata ad un certo numero di anni, al termine del quale la sostanza farmacologica può essere prodotta liberamente da chiunque abbia una azienda farmaceutica. Sono quindi nate case farmaceutiche ad hoc per produrre i farmaci con brevetto scaduto. Questi farmaci sono immessi in commercio con il nome del principio attivo e per questo definiti “generici”. Il farmaco generico è venduto ad un prezzo inferiore non avendo da ammortizzare la spesa del brevetto e della ricerca. L’art.11, comma 9 della Legge 1/2012, obbligando il medico di famiglia o lo specialista, ad indicare nella prescrizione medica la frase: “Sostituibile con equivalente generico o non sostituibile”, assicura al Sistema Sanitario Nazionale un risparmio notevole sulla spesa farmaceutica.
Cosa dovrà scrivere il medico
In altre parole, su ogni ricetta rilasciata il medico dovrà aggiungere la frase di rito: ”Sostituibile con equivalente generico o non sostituibile ”. Questo vuol dire che un farmaco conosciuto con il suo nome brevettato, come ad esempio l’Aspirina, la Tachipirina o Augmentin nella confezione definita generico avrà l’indicazione del principio attivo e quindi rispettivamente: Acido Acetilsalicilico, Paracetamolo o Amoxicillina+Acido clavulanico. Teoricamente tra le due produzioni non dovrebbe esserci differenza, anche se in alcuni preparati ci possono essere differenze di eccipienti e qualche rara volta anche di dosaggio del principio attivo. Il farmacista sarà tenuto a far rispettare la prescrizione medica ribadendo l’opportunità di acquistare un farmaco generico salvo la richiesta, da parte del cliente stesso, al quale spetta la libera scelta tra farmaco brevettato e farmaco generico o equivalente.
Più informazioni per chi compra i farmaci
In realtà, per una prassi prevista da una precedente normativa del 2010, i farmacisti erano già di fatto obbligati ad informare i clienti dell’esistenza del farmaco equivalente, così da evitare il pagamento della differenza sul ticket. Con la nuova disposizione, anche il medico è tenuto a fornire maggiori chiarimenti sulla differenza tra il farmaco brevettato ed il generico oltre ovviamente alla differenza del prezzo di vendita. La rassicurazione è importante per il paziente che ha il bisogno primario oltre che di essere curato, di essere informato sul tipo di medicinale che dovrà assumere.
In Europa il generico è il più usato
In paesi come Germania e Inghilterra il farmaco generico ha una diffusione di ben tre volte superiore rispetto all’Italia. Questo apporta di fatto un vantaggio economico per lo Stato e per i cittadini senza nulla togliere all’efficacia della terapia. Studi scientifici dimostrano, infatti, che i farmaci equivalenti non modificano l’efficacia e la tollerabilità anche nelle terapie salvavita. Da una ricerca del Movimento Consumatori nel solo 2010 il loro utilizzo ha prodotto risparmi per 600 milioni di euro, un dato non marginale in tempi di tagli lineari al Sistema Sanitario Nazionale. Associazioni e movimenti dei consumatori hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa del Governo. La disposizione però non è stata ben accolta dalle case farmaceutiche titolari dei brevetti scaduti, indubbiamente ciò che è risparmiato da una parte viene sottratto dall’altra. Sono molte le industrie che vedendo meno profitto saranno costrette a tagliare a loro volta altre spese. Contrari alla disposizione sono anche le diverse organizzazioni di medici come la FIMMG – Federazione Medici di Medicina Generale – secondo cui la norma di fatto scavalcherebbe il diritto/dovere del medico di prescrivere il farmaco che ritiene più adatto per il paziente ed ha minacciato uno sciopero se la normativa non verrà rivista.
Marina Zenobio